Crisi domenicale

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Fanciulle e fanciulli, come stiamo?

Direi che, dopo aver fatto un giro in taxi con i ricordi di lui e aver assistito alla reazione alcolizzata e canterina di questo tormentato, adesso è il turno di quella isterica di Rusella.

Lei, a giudicare già dalla crisi nera che ha al telefono con la madre, sembra furiosa e dal titolo di questo nuovo capitolo si può intuire che le cose non miglioreranno.

Io purtroppo la capisco, perché lui è un pagliaccio incoerente; prima lascia intendere di essersi rassegnato, di non essere più innamorato di lei e poi si avvicina così, riprendendo il dialogo della cappella che aveva messo in subuglio gli ormoni di tutta Italia!

Ah bellooo ma t'appost?!! Accussì ce fai murì!!!

La foto di questo capitolo riprende la location dove si è consumato quel SANTISSIMO limone! Maronn, ricordo che quando vidi quella scena buttai un urlo che mi sentirono anche in Groenlandia! 🫠

Ad ogni modo, bando alle ciance; vi lascio alle considerazioni e ai pensieri di Rosellina.

Come sempre vi aspetto nei commenti e se il capitolo vi piace, mettete una stellina!

In questo venerdì, che per me sa un po' di domenica, vi auguro una buona lettura!

Un abbraccio grande 😘
A presto! ❤

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-Ma ti rendi conto? Stu scemo! – urlo isterica dopo aver sbattuto con forza la portiera della macchina.

- Ammore mij, calmati... - esclama mia madre, visibilmente in pena per me.

- No mammà, nun me vogl calmà! Me sta facenn esaurì stu uaglione! Maronn mij! - spiego agitata.

- Forse... - prova a ribbattere.

-Stu grandissimo strunz! – sbraito interrompendo qualunque cosa stessa per dire.

- Lo pigliasse a paccher nfacc! – aggiungo rabbiosa e intanto vedo mia madre coprirsi il volto con le mani.

- Ueeee shhh, ca magari te sient! – ipotizza lei esasperata.

- Me ne fott proprij!!! – incalzo più arrabbiata di prima.

Poi chiudo la macchina e, con l'unica mano libera, inizio a cercare le chiavi per poter rientrare in casa.

- Aru stann ste sfaccimm 'e chiav?! – brontolo.

Mi sento esausta, stremata, incazzata e terribilmente ferita.

- Uee, respira! – bisbiglia dolcemente mia madre.

Provo ad ascoltarla; così faccio un bel respiro e rinfilo la mano dentro la borsa, cerco qua e là e alla fine tiro fuori il mazzo di chiavi.

- Ecco, hai visto?! – puntualizza lei allegra.

Io faccio finta di nulla, inserisco la chiave nella serratura, giro ed entro.

- Nun ce stà niente 'a verè! – ribadisco scazzata mentre accendo la luce.

- Mo', con calma me vuo' spiegà che è successo? – chiede intanto che io mi sfilo le scarpe all'ingresso.

- Succer ca figl't è scema! – rispondo burlandomi di me stessa mentre lancio la borsa sulla poltrona.

- Nun è 'o ver! – mi corregge seria.

- Invece sì! Song proprij 'a scema! – puntualizzo.

- P piacere me vuò fa capì puro a me?! – mi supplica pazientemente.

Quel filo che ci unisceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora