Cap.15 - Si torna a casa...

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Luce. Buio. Silenzio.

No.

Si sente qualcuno respirare: è Lola, che sente il suo respiro affannoso inumidire il gilet di Buster, al quale sta abbracciato. Anche lui respira.

Apre gli occhi, incredula -Si...Siamo ancora vivi?-

-What? Hai ragione, mylady!-

-Siamo ancora vivi?!!- si chiese Maisie, tastandosi incredula il corpo, quasi per sincerarsi che fosse ancora viva e vegeta -Evviva! Posso ancora sperare di incoronare il sogno di farmi un Harem di ciccioni!!!- Mentre esultava, si guardò intorno, notando gli sguardi perplessi di tutti i presenti su di sè -Ehm... Niente...-

Beh, di tutti, tranne due: Edgar e Fang, temendo la dipartita, si erano stretti forte l'un l'altro, piangendo:

Beh, di tutti, tranne due: Edgar e Fang, temendo la dipartita, si erano stretti forte l'un l'altro, piangendo:

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Finché anche loro, finalmente, non si resero conto che era tutto finito -Oh, cavolo... Davvero ho pianto?-

-Si, Edgy: lo hai fatto...-

-Dio, che Cringe...-

-Ma cosa fubbe succeduto?!- si chiese Colette: effettivamente, il Dottor T li aveva minacciati di far esplodere ciò che rimaneva del Robo-Granchio. Ma la carcassa ormai inerte del robot era ancora lì, così come i nostri protagonisti e l'intera città.

Guardando in alto, risolsero il mistero: ad esplodere era stata la navetta di salvataggio del Dottor T, che ora stava volando in orbita gridando -IL GRANDE DOTTOR T HA FALLITO LA SUA MISSIONEEEEEEEEEEeeee...- Per poi sparire in un ultimo luccichio nel cielo. (Si: avete capito benissimo la reference)


Ancora imbarazzati, Edgar e Fang iniziarono a fare una serie di gesti compulsivi che si fanno quando non si ha il coraggio di guardare in faccia l'altro: Edgar iniziò a giocherellare con le "dita" della sciarpa, mentre Fang agitava la sua coda di cavallo a mò di mulinello. Poi Edgar si mise le mani in tasca e iniziò a osservare le sue scarpe, polverose ma ancora integre nonostante lo scontro, mentre Fang si alzò la maglietta e giocherellava con gli addominali, premendoli come bottoni. Dopodiché Edgar passò...

-EBBENE?!!- Stanca di quel teatrino, Lola si fece avanti, richiamando i due. In particolare, stava fissando accigliata Edgar -Non pensare di cavartela solo perché uno scienziato pazzo stava per ammazzarci tutti, signorino: Fang vuole da te delle spiegazioni. E che siano persuasive...-

Edgar deglutii. Per fortuna, fu proprio Fang a rompere il ghiaccio -Edgar... Davvero mi ami?-

Edgar sbuffò e alzò gli occhi al cielo -E lo chiedi pure?! Certo che ti amo, Fang! Sei un bel ragazzo, ti preoccupi sempre di me, sei intelli...- si morse il labbro inferiore -Non importa. Il punto: è che avevo paura!-

-E di cosa?!-

-Di non essere all'altezza! Già il fatto che io vivessi in periferia, con un lavoro di merda pagato il minimo sindacale, non faceva di me il fidanzato più papabile... Figuriamoci ora che non ho niente! Ebbene si: Bibi mi ha cacciato di casa, e Griff mi ha licenziato...-

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