𝕯𝖆𝖓𝖌𝖊𝖗𝖔𝖚𝖘 𝖌𝖆𝖒𝖊𝖘

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I mostri sono reali. Vivono nell'ombra delle nostre città, si muovono nei vicoli più scuri, là dove le luci dei lampioni non arrivano, là dove il sole non riesce a dissipare il freddo. Ma non sono solo le creature che abitano i sogni o gli incubi di bambini spaventati. No, i mostri sono anche coloro che camminano tra noi, indossando maschere di normalità.

Quando ero piccola, mia nonna mi raccontava sempre storie di streghe e creature notturne. Diceva che, quando una persona sceglie di voltare le spalle a tutto ciò che è buono e giusto, diventa un mostro, e che le sue azioni lasciano cicatrici nel mondo, cicatrici che nessuno può guarire. Pensavo fosse solo un modo per farmi stare buona, per insegnarmi a comportarmi bene. Ma crescendo, ho iniziato a capire cosa volesse dire.

Le creature di cui parlava non erano draghi, né vampiri o lupi mannari, ma uomini. Uomini e donne che, a un certo punto, hanno deciso di rinunciare all'empatia, di scegliere il potere o la vendetta, di farsi carico del lato oscuro dell'umanità. Non si mostravano mai per quello che erano, si nascondevano dietro sorrisi educati, strette di mano decise e occhi lucidi di brama. Non si nascondevano nel buio dei boschi, ma nei cuori di uomini e donne che avevano scelto la via dell'odio, del controllo, della distruzione.

Quando rammentava quelle storie sul potere oscuro, su uomini e donne che barattavano felicità e umanità per diventare qualcosa di mostruoso, non riuscivo a comprenderlo davvero. Mi diceva che c'era un prezzo da pagare per il potere, un prezzo che ti consumava fino a lasciarti vuoto. Mi scandalizzava sentire di persone che potevano ridursi così. Ricordo che ero così sconvolta che rimasi in silenzio per giorni, come se il solo parlarne potesse avvicinarmi a quell'oscurità.

Ora, a ripensarci, quasi mi viene da ridere. È strano come, crescendo, certi confini si assottiglino. Cose che da bambina credevi impossibili diventano improvvisamente reali, persino normali. La mia me più giovane piangerebbe se sapesse che siamo finite così, intrappolate in un mondo che respira potere e che ci ha rubato un pezzo d'anima. E forse piangerebbe di più sapendo che siamo diventate come quelle persone che odiavamo tanto, proprio a causa loro.

Oh scusate forse è il caso che mi presenti, io sono Eris Sinclair e questa è la mia storia.

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