State facendo un gioco pericoloso

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ELRIS

Mentre il mormorio degli ospiti si diffondeva come un'eco nervosa nella sala, sentii un familiare brivido serpeggiarmi lungo la schiena. Una parte di me si compiaceva del terrore che serpeggiava tra loro, una soddisfazione calma, perfetta. Ma dall'ombra nella mia mente emerse un'altra voce, quella più insistente, quella che non mi lasciava mai davvero sola. "Pensi davvero che siano qui per rispettarti? Guardali, Elris. Li vedi? Sorridono per convenienza, ma se potessero tagliarti la gola non esiterebbero un secondo."

Mi irrigidii, mentre Bethany mi osservava con discrezione. I suoi occhi attenti mi studiavano, come se stesse cercando segni di quella mia instabilità che solo lei conosceva così bene. Le rivolsi un sorriso tranquillo, ma dentro di me una risata inquietante rimbombava, quella voce che mi sussurrava quanto fosse inutile fidarsi, quanto ogni singola persona in quella sala fosse solo una marionetta pronta a tradirmi.

"Sai che non sono qui per lealtà," mi disse la voce, crudele e beffarda. "Lo senti anche tu, vero? Il modo in cui ti guardano, come se fossi un mostro. E lo sei, Elris. Sai che lo sei."

Mi costrinsi a non reagire, a non lasciare che quella voce prendesse il sopravvento, almeno non in quel momento. Ma l'irritazione cresceva. Notai uno degli ospiti che mi fissava troppo a lungo, con un sorrisetto arrogante, quasi insolente. La voce si fece più insistente, pungente. "Mostragli chi sei davvero. Distruggilo qui e ora. Lascia che tutti vedano che nessuno ti può sfidare."

Non riuscii a trattenere un lieve tremore che scosse la mia mano. Bethany lo notò e si avvicinò di un passo, fingendo di aggiustarmi la spallina dell'abito. "Tutto bene, Elris?" sussurrò con tono gentile, cercando di riportarmi al presente. La sua presenza era come un'ancora, e il calore della sua mano sulla mia spalla mi aiutò a calmare il battito furioso del cuore.

Le feci un cenno lieve, come per dire che andava tutto bene. Eppure, la voce era ancora lì, un serpente che si nascondeva appena sotto la superficie. Feci un profondo respiro e tornai a rivolgere la mia attenzione agli ospiti.

Con un sorriso ambiguo e appena disturbante, mi voltai verso il giovane che mi aveva fissata con quel sorrisetto insolente e alzai il bicchiere verso di lui. "Alla vita e alla prudenza," dissi con voce glaciale, mentre i miei occhi gli lanciavano una sfida silenziosa.

Ma il mio pensiero fu interrotto nuovamente dalla voce di Bethany. "Ehi, Elris," mi chiamò, facendomi voltare verso di lei con aria interrogativa.

"Dimmi," risposi, alzando un sopracciglio.

Bethany mi rivolse un sorriso complice, il tipo di espressione che usava solo quando sapevo che stava per propormi qualcosa di interessante. "Ti ricordi di quel gruppo di ragazzi di cui ti avevo parlato? Quelli... particolari?"

Annuii, un leggero sorriso incurvò le mie labbra. "Certo che mi ricordo. Pensavo fossero troppo spaventati per presentarsi."

Bethany scosse la testa, ridacchiando. "Non solo sono qui, ma penso che abbiano delle... informazioni interessanti da condividere. Informazioni che potrebbero essere utili per la nostra situazione con gli 'ospiti stranieri'."

Mentre assorbivo le sue parole, mi sentivo già elettrizzata. Se quei ragazzi avessero davvero informazioni utili, sarebbero stati preziosi. E se invece avessero osato cercare il mio aiuto solo per convenienza, avrei trovato un modo per... ridimensionare le loro aspettative. Avrei scoperto chi erano davvero.

"Perfetto," dissi a Bethany, il mio tono basso e pericoloso. "Portali qui. Voglio capire quanto sono utili e, soprattutto, quanto valgono."

Bethany mi guidò attraverso il salone fino a un angolo appartato, dove vidi un gruppo di figure dall'aria tesa. Erano giovani, ben più giovani di quanto avessi immaginato. Un ragazzo robusto, con un'aria decisa, faceva da scudo agli altri, mentre un altro – più esile, ma con uno sguardo che tradiva un'intelligenza vivace – sembrava osservare ogni movimento intorno a lui. Accanto a loro c'era una ragazza, i suoi occhi tradivano un misto di tensione e orgoglio, come se fosse pronta a dimostrare qualcosa.

𝕯𝖆𝖓𝖌𝖊𝖗𝖔𝖚𝖘 𝖌𝖆𝖒𝖊𝖘Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora