"Quindi ti ha fatto strano quello che ti ha detto? Ma sai almeno il suo nome?" Mi domandò la mia amica seduta sul mio letto mentre ascoltava ciò che le raccontavo della scena del mare."Avanti era un belloccio che cercava di mostrarsi, cosa me ne facevo del suo nome" roteai gli occhi indietro riponendo l'attenzione al mio armadio.
Erano ore ormai che io e Sarah oltre che al discutere del ragazzo sconosciuto, stavamo perdendo la pazienza su cosa trovarmi da mettere per la festa che si sarebbe celebrata quella sera in spiaggia.
"Al diavolo questa situazione. Stasera ce ne saranno a migliaia di ragazzi." La bionda si alzò facendosi spazio davanti a me e dandomi una leggera spinta nel farmi sedere al bordo del letto.
Osservai ogni suo movimento e in una manciata di secondi tirò dal mio armadio un vestitino bianco di raso con la schiena scoperta che mi lanciò tra le mani.
"Scherzi? Questo vestito con un movimento sbagliato mostra tutto." Lo osservai rigirandolo tra le mani.
"E quindi? Devi o no fare colpo su qualcuno stasera?" Ridacchiò alzando le spalle facendomi sorridere e pentire di quella scelta.
Andai così in bagno a cambiarmi e, dopo essermi messa il vestito, mi osservai allo specchio soffermandomi sulle curve ricoperte dal tessuto, fino ad arrivare alle cosce scoperte e alle converse nere abbinate sotto.
Non ero male, Sarah ci aveva di certo visto lungo. Si intravedeva la voglia sulla schiena a forma di cuore, e pregai che il piccolo laccio dietro riuscisse a mantenere stabile l'abito per tutta la serata.
Non volevo fare colpo, non mi interessava, ma la mia mente mi tartassava con l'idea di rivedere il ragazzo lì, ma un lato di me rideva di quella stupida idea e sperava invece di vedere la presenza di Rafe.
Eppure, nemmeno Rafe in quel momento riusciva a togliermi dalla testa quella frase.
Non era tanto la persona da cui sentì quelle parole, ma il ricordo sbiadito e il brivido che sentivo dentro di me. E il tutto era talmente poco messo a fuoco che l'idea di non ricordare dove avessi già sentito quella frase mi mandava fuori di testa.
Avanti Arabella, basta pensieri
Sussurrai osservandomi ancora allo specchio. L'idea di non sapere, non ricordare o di non aver chiaro certe cose erano da sempre il mio punto debole. Ma era da sempre un pensiero contorto e incoerente perché io in primis non mi facevo sapere, ricordare o mettere in chiaro.
______
L'ambiente aveva ormai assorbito l'odore aspro e puntenge di fumo e alcol mischiati tra loro insieme all'odore pesante che l'accumulo di gente emanava. Chi ballava al centro della spiaggia seguendo il ritmo della musica, chi in punti più nascosti si stava limonando qualcuno o meglio ancora si stava girando una canna e ai lati, dove mi trovavo io, chi beveva osservando il tutto.
L'ennesimo bicchiere rosso che mordicchiavo ai lati mandava al mio naso l'odore forte dell'alcol presente, tenendomi in bilico tra la poca lucidità che mi era rimasta. La vista leggermente offuscata e la ridarella che mi accompagnava in quel momento di divertimento mentre parlavo con dei ragazzi che abitavano nella mia stessa zona dell'isola: Figure Eight.
Un ragazzo tra loro, Erick mi pare si chiamasse, era davanti a me a versarmi nuovamente il liquido all'interno del contenitore, pronto da far scivolare in un sorso solo nella mia bocca. Era un bel ragazzo, la camicia leggermente aperta mostrava di tanto in tanto il petto che si trovava davanti i miei occhi, ma la sua particolarità erano gli occhi scuri che al buio, parevano essere neri.
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𝐓𝐇𝐄 𝐁𝐄𝐒𝐓 𝐌𝐈𝐒𝐓𝐀𝐊𝐄 j.m.
Hayran KurguArabella Dallas è tornata alle Outer Banks, il luogo che ha segnato la sua infanzia, ma di cui non ricorda molto. Gli anni lontano da quell'isola hanno fatto sì che i suoi ricordi restassero sepolti, seppur intrecciati con emozioni e persone che non...