CAPITOLO DODICI - TROPPO VICINI

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Via Tragara è diventata il luogo familiare e comune che descrive le nostre uscite e rientri.

La percorriamo ancora, per raggiungere i ragazzi al centro della Piazzetta, come sempre.

<<Quindi...mi sembra sia arrivata l'ora di capirci qualcosa.>> Provoco Sek, nell'intento di raggiungere il sentiero del gossip tra lei e Pablo.

<<Riguardo a?>> La sua espressione confusa mi diverte particolarmente.

<<Pensi davvero di poter amoreggiare ancora con Pablo senza dirmi una parola?>> Incrocio le braccia al petto, lanciandole un'occhiata truce mista ad un sorrisetto sghembo.

<<Che ti devo dire, Sis. È figo, simpatico...finché dura, perché no.>> Un'alzata di spalle ed il gioco è fatto. Eccola lì, in tutta la sua nonchalance, che non si scalfisce o piega difronte ad una storiella lontana da casa; siamo l'una l'opposto dell'altra, lei vive in un mondo a parte, ma i piedi piantati a terra. Io navigo nell'istinto, costantemente perturbabile. <<Ti stai solo distraendo, o cosa?>>
<<Lo sto conoscendo, consapevole che tra qualche settimana ci troveremo a chissà quanti chilometri di distanza.>> Mi scaraventa addosso, ancora, quella maledetta verità.
<<E se dovese piacerti davvero?>>
<<Mah>> sbuffa una ciocca di capelli finita sul suo nasino perfetto. <<Possibile? Siamo tanto diversi, lui è così...ostinato, cerca il contatto fisico continuo. Per quanto possa attrarmi, io sono tutt'altro. Sai quanto amo parlare, ragionare, scambiare opinioni. Con lui, non so...beh, siamo all'inizio, vedremo.>>

<<Occhio, Sis. È proprio in questi casi, che le storie ti si attaccano addosso.>> La vedo sospirare acutamente, probabilmente piccata dalla mia considerazione.

<<Non voglio pensarci, intendo vivermi la cosa giorno per giorno.>> Scaccia via flussi malsani dalla mente, concludendo la conversazione in una frase che non mi concede margini di risposta.

Arriviamo alla destinazione concordata con i ragazzi, intravedendoli in tutta la loro sicurezza nel passeggiare in branco.

Sek saluta tutti per prima, con la sua indomita euforia che mi lascia ogni volta perplessa, incapace di comprenderne il senso.

Quando viene il mio turno, aggancio tutti con un gesto della mano, per evitare di dovermi avvicinare ancora a Nathan, oggi particolarmente eccitato, luminoso. Lo vedo partecipe in mezzo al gruppo, scambia battute con Diego, non disdegna le risate che arrivano dritte al mio timpano, incamerando quel suono infantile come uno dei tasselli da inserire nel puzzle delle sue porte chiuse.

Non tarda comunque ad arrivare l'abbraccio del biondino scatenato, sollevandomi da terra e volteggiando come una giostra.

<<Ciao Jasmy!>>
Resto arpionata alle sue spalle per non schiantarmi al suolo, mentre continua il suo show impertinente.

<<Basta così, abbiamo dato abbastanza spettacolo.>> Sancisce Nathan in un sorriso che però racconta tutt'altra storia.

<<Che cazzo vuoi, Nath? Pensa a Chloe, piuttosto.>> Lo schernisce Diego, consapevole di sapere esattamente dove colpirlo; gli occhi di Nathan lo inchiodano malamente, saettando una rigidità che lo allontana a grandi passi dal clima spensierato di qualche minuto fa.

<<Ciao Jas, non ci fare caso. Come stai?>> La dolcezza di Chris rimpolpa la mia tranquillità, lascio che i due se la vedano tra di loro, mentre io concentro tutto il focus su un solo paio di occhi verde scuro.

<<Sto bene, tu?>> Rispondo timidamente. Il suo interessamento docile intorpidisce la mia scaltra ironia, che di solito mi naviga addosso.

<<Bene...volevo dirti...>> Si schiarisce vagamente la voce. <<Scusa, per come ho risposto ieri sera da Mr Billy. Ero solo agitato, e tutte quelle domande su Reb...insomma, mi dispiace.>>

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⏰ Ultimo aggiornamento: 3 days ago ⏰

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