CAPITOLO SETTE - INIZIA COSì...PT 2

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Giunti alla tappa finale, il Sole elargisce gli ultimi sforzi, marginando su uno scenario spaventosamente ricco.

La ricchezza è la vegetazione, spiragli d'amore che nessuna opera umana riuscirebbe a raggiungere. L'unica cosa che possiamo promettere è quella di cospargere storie, innalzando il sentimento sconosciuto che percepiamo, camminando sulle strade di Capri. Ogni suo spazio è sempre nuovo, dolcemente permissivo, accoglie con cautela e poi ti inghiotte irrimediabilmente. Non si esce più uguali dalla contaminazione del suo legame. Qui non è mai ciò che trovi, ma quello che lasci per sempre.

Una panchina richiama l'attenzione di tutti noi, fronteggiante i Faraglioni, stranamente libera dai turisti. Le nostre menti suonano all'unisono, e ci muoviamo di conseguenza verso l'invitante spazio suggestivo.

Una volta marcato il territorio, preferisco poggiare la schiena sulla ringhiera, rivolta verso gli altri, che invece si lasciano tentare dal posto a sedere. Soltanto Diego resta in piedi come me, incapace di posare le energie che lo costringono ad un'attività fisica e cerebrale quasi preoccupante. Il delirio in una sola figura di capelli biondi, occhi azzurri, altezza e simpatia. Più lo guardo, più non mi capacito di come io possa già volere a tutti i costi un amico così.

<<Non farci caso, è iperattivo da quando è nato.>> Si intrufola Pablo con il braccio agganciato intorno al collo di Sek, dopo aver notato la mia espressione curiosa.
<<Ho voglia di fare una battaglia rap freestyle!>> Saltella Diego, dando veridicità alla sentenza di Pablo.

<<Che cavolo, riesci a stare fermo e zitto due secondi?>> Con l'espressione meno interessata della storia, Nathan esce dal guscio del silenzio, ma senza mai staccare gli occhi dal suo fedele cellulare. La seduta lo rappresenta in pieno, reggendosi con il gomito allo schienale della panchina, prolunga le gambe in avanti, dando una parvenza di comodità del tutto estranea al resto del mondo, immagino. Diego non fa altro che reagire arrotolando il labbro inferiore, come un neonato che potrebbe piangere da un momento all'altro.

L'istinto irrefrenabile di scoccare una frecciata a Nathan mi ribolle nelle vene, dandogli la brutta notizia sull'assenza di simpatia nelle sue parole. Ma qualcos'altro rapisce il momento. Una ragazza, alta almeno quanto Sekai, con capelli ed occhi castani, si avvicina con determinazione a Christian, che è del tutto inconsapevole, data la direzione della sua postura che gli impedisce di vederla, ancora. Gli butta le braccia attorno al collo, mentre è ancora seduto verso il mare.

<<Ciao bellissimo!>> Il cuore mi sale in gola, e non per gelosia, ma per l'ambiguità delle direzioni che prendono le vicissitudini attorno a lui; fino a ieri sera vestiva i panni dell'amico timido che non riusciva a fare la prima mossa, poi una bella ragazza gli stritola la giugulare per salutarlo, consegnandogli un altro tipo di aura.

<<Rebi...ma...>> Volta il capo lentamente, con stupore. I loro occhi si incrociano, lei non riesce a smettere di sorridere, lui accenna un incurvamento impercettibile delle labbra, ma la sorpresa ancora serpeggia sui suoi tratti morbidi.

<<Non sei contento di vedermi? Sono partita da Milano apposta per te!>> Lo stringe ancora di più, sgambettando in attesa di approvazione.

Dall'alto della mia rovinosa curiosità, noto subito lo scambio di occhiate preoccupate tra Diego e Nathan, che non si apprestano a ricomporsi, ma si perdono in chissà quale articolo sconvolgente di cui soltanto loro conoscono i dettagli.

La ferocia di scoprire misteri non si lascia attendere, scaraventandomi addosso un'espressione trasparente, intenta a scrutare le circostanze.

<<Parliamo da un'altra parte.>> Rigetta duro Chris, plasmando le emozioni dapprima docili ed accomodanti, a ghiaccio incrinabile.

Il sorriso di lei si nasconde dietro una delusione che non lascia scampo, ricomponendosi dritta, intenta a farsi trascinare chissà dove. Seguo i loro movimenti, finché gli occhi marrone scuro della misteriosa nuova arrivata non si inchiodano nei miei. Inarco le sopracciglia nel constatare uno sguardo tutt'altro che amichevole, un cipiglio ben assestato che accompagna la virata scattosa nella direzione opposta.

Abbasso la testa sgranando le palpebre con sdegno, ho sempre avuto un bel debole per le sfide, ma con le donne si tratta di vera e propria rabbia infernale, che spesso porta alla totale perdita di coscienza. Reduce dal rapporto esilarante e velenoso che ho con mia madre.

<<Non ci voleva.>> Nathan mi riporta sulla terra, sembra che nessuno abbia fatto caso al gioco di acida intesa tra me e 'Rebi'.

<<Ma perché? Che succede? È un male che una ragazza lo abbracci?>> Sek, in tutto il suo infantile splendore, regala voce ai miei pensieri. Ad un certo punto lo spazio delle domande senza risposte esaurisce, e le scoppia in testa, vomitando l'esplosione.

Mi irrigidisco al notare che nessuno osa rispondere, tutti gli sguardi vagano altrove, nella speranza di non essere scelti come relatori della vicenda.

<<Diciamo...sarebbe stato meglio non proprio lei.>> Pablo tenta un appianamento di circostanza, ed io quasi provo pena per lui. Non conosce Sekai, non è al corrente della raffica di inquisizioni al quale potrebbe essere sottoposto alla mancanza di risposte esaustive. Quindi provo a mettermi in contatto con lei, offrendo occhiate pressanti, intimandola a smettere di incuriosirsi tanto spudoratamente. Fortunatamente coglie i miei segnali, ed il silenzio cala ancora una volta.

Dopo un'ora, inizio a sentire il fremito della fame.

Ormai la luce ha abbandonato la terrazza, e stare qui non ha più lo stesso sapore.

Raggiungo Sekai, che ormai si trova in piedi, tra le gambe di Pablo seduto in bilico sulla ringhiera.

<<Sis, che ne dici di mangiare da Mr Billy? Ho fame.>> Le sussurro supplichevole, soprattutto perché non si trova dietro l'angolo, e la strada da percorrere aprirà una voragine ancora più profonda nel mio stomaco.

<<Ragazzi, andiamo anche noi con loro?>> La precede Pablo, invitando il resto della ciurma a cenare con noi. La cosa non mi scompone, talmente tanta è la voglia di mettere qualcosa sotto i denti da non riuscire a pensare ad altro.

Tutti gli altri annuiscono contenti, Diego più di tutti, ovviamente. Enfatizza ogni cosa con un'euforia ingiustificata.
<<Nath, invia un messaggio a Chris, digli di raggiungerci lì se può.>> Nathan annuisce alla richiesta di Diego senza proferire parola, come per la maggior parte del tempo, oggi. Non lo riesco ad interpretare. Le cose in sospeso tirano il freno a mano della mia spontaneità; mi fanno sentire impreparata, senza sapere a quali difese dare il via.

Intanto che il tormento si aggira come un predatore nei miei pensieri, le gambe proseguono spontaneamente verso la destinazione che colmerà finalmente la fame insistente.

<<Lì fanno un panino particolare, si chiama Devil.>> Una voce calma e rovente mi arriva al timpano, si annida piano tra il vociferare delle persone che passeggiano lungo Via Tragara. Mi volto piano, il viso di Nathan è vicino al mio orecchio, intento a farsi strada tra i rumori.
<<So già che ogni loro panino ha un nome di persona, ma quello non lo avevo ancora visto. Perché me lo stai dicendo?>> Domando fingendo una disinvoltura del tutto inventata, i muscoli sembrano aver urtato un muro di gomma, incapaci di gesticolare come un normale essere umano. Poi, d'un tratto, ritrovo il ricordo del suo tatuaggio...

<<Aspetta, il tuo nome...>> un sorrisetto sfuggente disegna gli zigomi sul suo viso torvo, consapevole di aver centrato ancora la mia attenzione.

<<Intendi continuare stuzzicare la mia pazienza?>> Irrigidisco il tono, rendendolo coerente al disappunto.

<<Se questo ti tiene concentrata su di me...>> Ammicca debolmente, senza sciogliere per nulla al mondo l'armatura che deve essersi ben impegnato ad innalzare negli anni.

<<Mi annoio facilmente.>> Lo rimbecco, nell'intenzione feroce di contraddire quella convinzione egocentrica e fastidiosa.

<<Allora facciamo in modo che non accada, Rossa.>> 

YOU ARE MY DARKNESSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora