CAPITOLO QUATTRO - 14 AGOSTO

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14 agosto

<<Non avete conosciuto proprio nessuno, in una settimana e più?>> Loris all'altro capo del telefono scalda l'atmosfera con il suo tono basso e fermo. Sorrido a labbra strette, riconoscendo il pizzico di gelosia che tenta di celare in una domanda implicita.

<<No, nessuno. Solo un ragazzo ci aveva chiesto come poteva divertirsi a Capri, ma...non siamo così ferrate sull'argomento, direi.>>

<<Quindi? Liquidato subito, immagino.>> Le mie labbra si stendono ancora, nel constatare le certezze a cui tenta di aggrapparsi.

<<Liquidato, Lor. Puoi stare tranquillo.>> Lo provoco in cerca di attenzioni più decise. <<Torna, Cherry.>> Il cuore si capovolge, riportandomi a quegli occhi verdi, intensi e decisi. Resto ancora un po' sulla soglia del silenzio, in cerca di una risposta meno scontata possibile, consapevole che non arriverà. Stringo nella mano la stoffa del lenzuolo, dilaniata tra il desiderio di non andarmene mai più da qui, e la sua mancanza.

<<Dobbiamo resistere ancora un po', Lor.>> Riesco soltanto a dire. Perché la verità è una sola: al mio rientro manca parecchio tempo.

<<Lo so. Se avessi saputo che saresti partita così tanto tempo, ti avrei rubato l'elastico per i capelli.>> Esordisce perdendo le parole in uno sbadiglio. A lui forse sembrano frasi di poco conto, ma il mio stato d'animo racconta molto altro; il solo pensiero che un ragazzo così bello e deciso abbia messo gli occhi su una come me, paranoica e fuori dalle righe, mi fa ingarbugliare lo stomaco.

<<Vieni qui e te lo lascio.>> Sferro la frecciata per cogliere la sua reazione.

<<Sì, sì...certo. Ti immagini? "Papà vado a Capri a prendere un elastico e torno, mi presti cinquecento euro?">> Una risata si fa largo ad entrambi i capi del telefono, riportandomi ad uno dei tanti motivi per cui adoro la sua compagnia. Mi distrae, sempre.

<<E allora ti dovrai accontentare di qualche foto, ogni tanto.>> Dichiaro, riprendendo fiato.

<<Sembra di sì...>> un altro sbadiglio lo scolpisce ancora. <<Cherry, faccio un pisolino e poi vado a cena. Pensami.>>

<<Ti penso, ciao Lor.>> Chiudo la telefonata, rimanendo a fissare lo schermo nero del cellulare, mentre le emozioni si prendono a testate. Qualcuna vorrebbe correre da lui, qualcun'altra preferirebbe che io scomparissi dalla sua vita, salvandolo da me.

<<Sis? Mangiamo presto, oggi. Contiamo di stare alla festa per le nove, ma dovendo andare a piedi, conviene partire parecchio in anticipo.>> Sek ruzzola sul letto, dandomi le indicazioni sulla serata.

<<Non vedo l'ora. Ho sempre desiderato andare ad una discoteca sulla spiaggia.>> Ribatto sognante, immaginando già il mio corpo muoversi tra la folla, con i piedi nudi a contatto con il mare tiepido della notte.

<<Mi preoccupi.>> Sekai si contorce in una smorfia di lieve terrore, poggiata con i gomiti sul morbido materasso, sorreggendosi la testa con i palmi delle mani.

<<Ma cosa pensi possa succedere, Sis? Rilassati.>> Tento di riesumare il suo animo leggero, andato perso nei meandri di un'angoscia paranoica.

<<Solo non vorrei passare il resto della vacanza chiusa in casa, per colpa di qualche guaio nel quale potremmo finire.>>

<<Dici per tuo padre? Pur volendo non lo verrebbe mai a sapere.>> Decreto sicura, reduce di una vita costruita su bugie ed astuzia. <<Quindi è escluso ci chiuda in casa.>>

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