So clean the house, clear the drawers, mop the floors, stand tall

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Un rumore metallico squarcia il silenzio, richiamando subito la mia attenzione. Poco dopo, la porta d'emergenza alla mia destra si spalanca, ed Evan appare sulla soglia con una forcina tra le dita. Per la prima volta, provo un'autentica, quasi inspiegabile, gioia nel vedere il suo volto impertinente.

Si ferma a osservarmi, gli occhi che scivolano dai miei polsi e caviglie legati fino al panno che mi copre la bocca. Spalanco gli occhi, tentando di comunicargli l'urgenza della situazione, ma lui sembra perso nei suoi pensieri, come se il pericolo fosse solo una sfumatura irrilevante. Il suo sguardo è teso, le labbra serrate, mentre il petto si alza e si abbassa a ritmo di respiri profondi. Gocce impercettibili di sudore scivolano dal ciuffo scuro, e la sua mano è ancora premuta contro la porta. Resta immobile, fissandomi con uno sguardo che mi lascia una sensazione d'impotenza dinnanzi alle sue iridi profonde. Provo una soffocante inquietudine nel mostrarmi così fragile ai suoi occhi e un forte imbarazzo mi avvolge nel dover, inevitabilmente, accettare il suo aiuto. Alla fine, si scuote e inizia a muoversi.

Con passi rapidi, si avvicina e tira fuori un coltellino dalla tasca, usando la lama per recidere le corde che mi tengono immobilizzata. Non appena libera, getto a terra con rabbia il panno bianco che mi soffocava e riprendo fiato. Sto per parlare, ma la smorfia che gli si dipinge sul volto non appena muovo le labbra mi fa capire chiaramente che preferirebbe il mio silenzio. Distoglie subito lo sguardo quando un rumore improvviso, una porta che si chiude, ci interrompe. Con un gesto repentino, porta la sua mano — grande quasi quanto il mio viso — sulle mie labbra, premendo appena per assicurarsi che resti in silenzio.

Eppure, mentre cerca di captare ogni suono, le vene sul suo avambraccio e il profilo deciso del suo viso mi mettono a nudo più di quanto vorrei. Sento la solita scossa al ventre, le mani iniziano a sudare, e percepisco il battito accelerare mentre la gola si secca. L'odio che provo per lui si fa insopportabile, come un'onda che ha attraversato l'intero oceano e poi, senza controllo, si infrange con violenza contro uno scoglio.

"Odio i venditori che bussano alla porta," dice Rowan, la sua voce già in procinto di risuonare nella stanza. "Adesso mandano ragazze carine a bussare, così nessuno si azzarda a sbattergli la porta in faccia," aggiunge, scherzando con Elijah.

La mano di Evan scivola dalla mia bocca al mio polso, trascinandomi via da quella stanza. Chiude la porta di sicurezza alle nostre spalle, ma il mio incubo si materializza immediatamente davanti a me: scale, infinite rampe di scale. La stretta decisa di Evan non mi lascia il tempo di pensare, così inizio a muovere i piedi freneticamente, un gradino dopo l'altro. Mi volto indietro; nessuno ci sta inseguendo. Ne approfitto per rallentare, ma Evan non accenna a fermarsi. Il fiato inizia a spezzarsi e ogni respiro si fa corto. Mi fermo di colpo, una mano sul petto, tentando di calmare il cuore impazzito.

"Tu vai avanti, io devo fermarmi un attimo, tanto nessuno ci sta seguendo," sussurro per rassicurarlo. Ma lui fissa la mia pelle con uno sguardo intenso che sembra bruciarla. Mi lascia improvvisamente il polso, senza distogliere i suoi occhi dalla mia figura, con quell'attenzione tagliente che solo lui sa riservarmi, come se bastasse solo quella per spogliarmi di ogni segreto. Lo fisso, incapace di dire nulla, sperando soltanto che, per una volta, non esca dalla sua bocca un insulto o l'ennesimo motivo per aumentare l'astio che c'è tra di noi.

• Evan •

Un top striminzito le fascia il seno, mentre un felpone oversize le copre le spalle, creando un contrasto con la sua figura minuta. Si regge con tutto il peso appoggiato al corrimano gelido delle scale d'emergenza, mentre l'altra è premuta sul cuore. Le unghie, dipinte di un bianco lattiginoso, si fondono perfettamente con la pelle candida. I suoi respiri affannosi e irregolari si disperdono nell'aria, lasciando dietro di sé il tepore delle labbra, e un lieve accenno di preoccupazione le corruccia l'espressione. Pensa davvero che la lascerò qui, semplicemente passando oltre?

Until spring: a love that bloomsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora