Why'd you have to go and make things so complicated?

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Apro la bottiglia d'acqua minerale e la verso nel bicchiere arancione, quello riservato agli ospiti. Il set lo aveva acquistato anni fa mia nonna e, da allora, ciascuno di noi ha avuto il proprio bicchiere personale. Il bicchiere viola spetta a me, mia madre beve da quello verde, mentre mia nonna utilizzava quello giallo. Mio padre, al contrario, ne aveva sempre usato uno trasparente, diverso dai nostri, ma ormai non esiste più. Mia madre lo ha frantumato dopo il divorzio, scagliandolo contro la parete della cucina.

Mi rendo conto che i pensieri mi hanno distolto da ciò che stavo facendo, e accidentalmente lascio che l'acqua trabocchi dal bicchiere, bagnandomi la mano. Mi asciugo rapidamente e rimedio al mio piccolo disastro, poi torno in salotto, dove Noah mi attende, osservando con curiosità la mia casa. Quando mi vede rientrare, si gira verso di me. "Olivia sembrava davvero affranta, aveva gli occhi rossi per il pianto," dice, mentre sorseggia l'acqua.

"La chiamerò più tardi," rispondo, cercando di cambiare argomento. Mi siedo sul lato opposto del divano, accovacciando le gambe al petto.

"Non ti chiederò i dettagli del vostro litigio, ma sappi che Courtney ed Evan sono sempre stati abili provocatori. Non permettere loro di rovinarti la giornata," dice. Avevo sempre pensato che Noah, più di chiunque altro, fosse una persona piuttosto spensierata, che la sua mente fosse sempre rivolta al divertimento e all'adrenalina, come aveva dimostrato quella sera a casa di Evan. Eppure, ora sembra genuinamente interessato a me.

"Dimmi la verità: è stata Olivia a chiederti di venire qui?" lo guardo, con un leggero sorriso agli angoli della bocca.

"Ti sbagli, sono stato io a offrirmi di venire a controllare che stessi bene," ammette, cogliendomi di sorpresa.

"Oh," riesco soltanto a dire, con le parole che si spengono sulle mie labbra.

"Qualunque cosa sia accaduta tra di voi, sappi che quei due non saranno mai una buona ragione per litigare con la tua migliore amica."

"Sì, ho capito... Le scrivo, chiedendole di venire da me appena esce da scuola," sospiro, ormai rassegnata. In effetti, il nervosismo mi ha trascinata in questa situazione scomoda.

Il solo pensiero di Olivia che soffre, piangendo, mi fa contrarre lo stomaco. Sono sempre stata quella che asciugava le sue lacrime, mai quella che le causava. Eppure, nonostante il dispiacere, provo una sincera irritazione per il suo comportamento: schierarsi a favore di quell'idiota è il gesto più meschino che potesse compiere nei miei confronti.

Dopo averle scritto un messaggio veloce, torno con lo sguardo su Noah, che noto alquanto concentrato mentre osserva alcune foto appoggiate sul mobile della televisione, insieme a dei libri di mia madre e vari post-it che abbiamo usato nei giorni scorsi.

Sembra una persona molto attenta ai dettagli. Scruta con attenzione ciò che lo circonda, come se fosse alla ricerca di segreti da scoprire.

"Si vede che sei figlia unica, è pieno di tue foto in questa casa," dice, notando che il mio volto è ovunque.

La sua affermazione mi strappa un leggero risolino. In realtà, queste foto sono finite qui solo dopo la morte di mia nonna; prima era lei a tenerle a casa sua. Nessuno mi ha mai amato quanto la mia nonna materna. Quasi ogni giorno mi portava da un suo amico fotografo e poi incorniciava ogni immagine. La sua sala era ormai tappezzata dalla mia faccia, al punto da risultare quasi inquietante. George, il fotografo, le diceva sempre che i lineamenti del mio volto erano rari e che i miei occhi verdi mi illuminavano il viso. Sosteneva che, una volta cresciuta, avrei potuto intraprendere una carriera da modella. Mi nutrivo dei suoi complimenti ed ero una bambina molto vanitosa.

Ma il motivo di tanti scatti non era certo solo il mio essere carina. Per lei, così come per i miei genitori, ero stata una vera e propria benedizione, soprattutto dopo tanti tentativi vani di avere un figlio. Quando scoprirono che mia madre aveva grande difficoltà a concepire, e che c'era comunque un'alta probabilità di aborto spontaneo, tutto sembrava perduto. La gravidanza di mia madre fu molto travagliata, ma alla fine riuscirono a darmi alla luce la mattina del 5 giugno. In piena primavera,

Until spring: a love that bloomsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora