Iniziò tutto a Natale di due anni fa. I miei genitori si erano appena separati e io fui affidata a mia mamma. Vivevamo in un piccolo paesino della Basilicata ma dopo la separazione fui costretta a trasferirmi in quanto mia mamma volle cambiare aria. Credo che abbia fatto questa scelta un po' per orgoglio e un po' per il dolore legato alla separazione. Decidemmo insieme di andare lontane, di scappare da questo posto è dopo poco ci trasferimmo a Brighton, in Inghilterra. Io non ero molto felice ma non volevo lasciare sola mia mamma.
Fra l'altro non conoscevamo molto l'inglese, avevamo solo le basi per parlarlo, soprattutto io, che a scuola non me la cavavo molto bene, ma dopo qualche mese imparammo qualcosina in più . Brighton mi piaceva molto era una città meravigliosa e l'idea di vivere in un posto nuovo con una lingua diversa era molto eccitante ma mi mancava mio padre e mi mancavano i miei vecchi amici che sentivo quotidianamente per ricevere loro notizie. Fortunatamente mi abituai subito alla mia nuova vita.Era domenica sera e mancavano poche ore all'inizio della scuola, ero molto ansiosa e avevo paura. Credevo non sarei mai stata accettata nella nuova classe, avevo paura di non essere all'altezza di questo nuovo stile di vita e per non pensare, decisi di andarmene a letto.
Il mattino seguente indossai un paio di jeans scuri a vita alta con una maglietta larga a manica corta infilata nel pantalone abbinata alle Superga blu scuro, le scarpe che mi aveva regalato papà al compleanno. Le misi per sentirmi protetta dalla mia vecchia vita. Scesi a fare colazione e mi resi indifferente davanti mia mamma per evitare di metterle altra tensione ma il mio cuore era un concentrato di energia, sia positiva che negativa. Avevo paura, ma ce la potevo fare. Ce la dovevo fare.
In pochi secondi provai centinaia di sensazioni. Era strano e mi sentivo sola. A quel punto presi lo zaino e scesi le scale di casa per andare alla macchina.
Mi aspettava una giornata molto impegnativa.Erano le 08:15 ed era appena suonata la campanella presi il respiro e entrai nella suola e per prima cosa chiesi alla signora delle pulizie dove fosse il mio armadietto, mi diede la chiave e mi mostrò la strada ma non mi accompagnò. Come tutte le ragazze inesperte per prima cosa sbagliai armadietto e in più non avevo la minima idea di come potesse funzionare quel 'coso' perché nella mia scuola in Basilicata non sapevamo nemmeno della loro esistenza. Avevo bisogno di aiuto ma non sapevo da chi farmi aiutare.
Decisi di progettare qualcosa per fare amicizia con qualcuno.
Vidi, infondo al corridoio, una ragazza che a prima vista mi sembrò particolare, sorrideva e aveva un'espressione accattivante. Per fare amicizia decisi di scontrarmi con lei...
-"Oddio, scusami non ti avevo vista" Mi disse con un tono di voce sottile.
-"No, figurati. Scusami tu. È stata colpa mia. Sono molto scoordinata." Le dissi a testa bassa.
-"Ma tu sei la ragazza nuova, vero??" Mi disse sorridendo.
-"Si, piacere, sono Ludovica. E tu come ti chiami?"
-"Io sono Gaia. Ma tu non sei di qui?" Mi chiede incuriosita.
"No, sono della Basilicata, se vuoi alla pausa pranzo ci rivediamo in mensa e ti racconto."