Piccoli passi possibili

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La scuola era finita e sapevo bene che non avrei più rivisto la mia classe intera, non avrei mai più rivissuto quei momenti stupendi, quei pianti, quelle risate, ma sarei andata avanti amche se solo l'idea mi faceva venire i brividi.

Così, dopo due settimane di stress dovuto all'esame, iniziarono le prime uscite con Gaia, il divertimento e le risate che entravano anche nei pori della mia pelle.

Nik mi invitò a uscire e mi raccontò tutto ciò che gli era accaduto dal gelato con Gaia alla scommessa e io fui abbastanza comprensiva nei suoi confronti.
A Luglio partii per l'Italia e portai Gaia dietro per farle conoscere il resto della mia famiglia e degli amici.

L'estate era bellissima, forse la migliore fra tutte, ma iniziai a sentire la mancanza di Viktorius, di Nik, di Brighton.

Due amici del posto in cui vivevo, Francesco e Sofia, prima di partire mi chiesero:
-"sicura che non ti abituerai?"
-"È una delle poche certezze che ho".
Risposi sorridendo.

Bene. Mi sbagliavo perchè mi ero abituata e stavo bene lì.

Ne parlai con Gaia e dopo quindici giorni tornammo in Inghilterra.
Sarei tornata in Basilicata altri quindici giorni a gine Agosto.

Parlando con Gaia, una mattina verso le 04:00 le dissi che Nik era riuscito ad avvicinarsi facendo piccoli passi ma piano piano, era riuscito a ottenere il lato migliore della mia amicizia.

Gaia mi fece notare come era cambiato, come aveva tirato fuori il suo lato migliore, come aveva rinunciato a tutto per me e a come era diventato gentile e protettivo verso me.
In fondo, non era così stronzo come tuttiblo descrivevano, dovevamo solo capire quale potesse essere il suo vero problema.

In ogni caso era il mio migliore amico e l'avrei accettato così com'era.
Dopo tutto avevo accettato la ragazza più caotica e pazza sulla faccia della Terra, sarebbe stato difficile trovare qualcuno peggio di lei.

Un disastro meravigliosoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora