Toshinori lo guardò, una piega severa gli increspava la bocca. «Giovane Midoriya, la smetti di fare tutto questo gran chiasso!», fece il dottore con un tono di rimprovero sottile. «Sembra tu stia correndo dietro a un ladro!»
Izuku abbassò lo sguardo, colto in fallo. Il cuore gli batteva ancora troppo forte, il respiro affannoso. «Dottore, il ragazzo... quello che le ho chiesto di curare... l'ha visto? Sa dov'è andato?», domandò, con la voce appena più di un sussurro, come se temesse la risposta. Le sue mani tremavano, e non riusciva a fermarle.
Toshinori entrò e si sedette al tavolo con calma, lasciando che il silenzio si facesse pesante attorno a loro. Fece un gesto lento, frugando nelle tasche della vestaglia blu. Estrasse un foglio di carta spiegazzato e una mazzetta di banconote, tutto ripiegato e un po' sgualcito, come se fosse stato passato di mano in mano più volte. Allungò la mano verso Izuku, guardandolo con un'espressione che sembrava volergli dire "hai già capito".
«Quel ragazzo è venuto a cercarmi stamattina.», disse il dottore, con un tono misurato, quasi paterno. «Si è presentato con estrema cortesia e si è fatto medicare. Mi ha pagato per le cure che gli ho dato, e mi ha chiesto qualcosa per scrivere...». Izuku si avvicinò lentamente, il cuore stretto in una morsa. «Ha lasciato questo... per te.» Toshinori gli porse il foglio ripiegato e le banconote, osservandolo con tenerezza e comprensione.
Prese quel foglio spiegazzato dalle mani del vecchio Toshinori, le dita che tremavano mentre accarezzava la carta, come se avesse avuto paura di rovinarla ulteriormente. Per un istante, non riuscì a guardare il dottore in quei suoi occhi chiari e limpidi; il senso di delusione e di rabbia nei suoi stessi confronti lo colpiva con la forza di un pugno.
Era stato uno sciocco, un ingenuo. Katsuki se n'era andato, e lui non aveva fatto altro che rendere tutto più facile per il contrabbandiere: aveva lasciato che quell'uomo lo manipolasse, che giocasse con le sue difese. E ora era lì, con una lettera e qualche banconota come unico ricordo di quella follia.
Si sentiva svuotato, come se tutto quello che restava di lui fosse solo un guscio.
Toshinori posò la mano sulla spalla di Izuku, come a volergli dare un minimo di conforto: «...era così avvilito che non me la sono sentita di dirgli di no.», mormorò, quasi giustificandolo. Ma Izuku, con il cuore stretto in una morsa d'ira e delusione, non riusciva a cogliere le parole del vecchio dottore.
Stringeva la lettera tra le mani, quasi temendo di sgualcirla ulteriormente, ma anche incapace di lasciarla andare. Le dita gli tremavano, la frustrazione gli accendeva il volto e il respiro si faceva irregolare.
Con mani incerte, iniziò a dispiegare il foglio, sentendo il cuore sprofondare ad ogni piega rivelata. Non riusciva ancora a guardare Toshinori negli occhi, mentre la vergogna per essersi fatto abbindolare come un pivello lo travolgeva.
Fu solo quando abbassò gli occhi sul foglio, scorrendo le righe vergate in fretta con bella grafia e linee di inchiostro senza sbavature, che tutto il suo furore si arrestò in un istante.
Le parole di Katsuki, così spoglie e al contempo cariche di un sentimento inaspettato, lo colpirono in pieno. Non si accorse nemmeno che il vecchio medico aveva lasciato silenziosamente la stanza, né che aveva chiuso la porta per lasciarlo da solo.Con una mano sulla bocca, trattenne un singhiozzo, sentendo le lacrime pizzicargli gli occhi, premendo per uscire, e lasciò che le parole scritte penetrassero sotto la sua pelle, s'insinuassero nelle vene, scaldandogli quel cuore che s'era arrestato e raffreddato di colpo. Si sentì scosso da un'ondata di emozioni contrastanti - sollievo, tristezza, ma anche una sfumatura di conforto che non si aspettava di provare.
Si rese conto di quanto profondamente quella strana convivenza li avesse toccati entrambi. E, forse, si era sbagliato a giudicare tanto frettolosamente Katsuki, a vedere in lui solo l'inganno. Forse, proprio in quei giorni condivisi, entrambi erano cambiati, lasciandosi dietro una traccia indelebile l'uno nell'altro. E in quel pensiero trovò una piccola, fragile consolazione, come se, in fondo, il legame che li aveva uniti non fosse stato vano.
Mio caro Izuku,
non so neppure come sia arrivato a scrivere queste righe, eppure mi ritrovo qui, in silenzio, a cercare di trovare le parole per dirti tutto quello che non ho avuto il coraggio di svelarti di persona. Non sono mai stato bravo con le lettere, ma sento che ti devo almeno questo, ora che tra noi si è creato un vuoto che non so come colmare.Ti chiedo perdono, Izuku. Per averti trascinato in questa tempesta di sentimenti e contraddizioni, per averti portato a mettere in discussione la tua vita, i tuoi ideali, tutto ciò che ti era familiare. Avrei voluto risparmiarti il peso di questi giorni, evitarti l'inquietudine che probabilmente ti ho lasciato addosso. Eppure, contro ogni mio piano e oltre ogni mia aspettativa, qualcosa si è insinuato tra noi, qualcosa che non avevo previsto. Come se, guardandoti, io abbia intravisto uno spiraglio di me stesso che non conoscevo. Un desiderio, forse, di restare. Di affezionarmi.
Non saprei neppure descriverti quanto sia stato sconvolgente. Io, abituato a pianificare ogni mossa, a mantenere il controllo su ogni situazione... mi sono trovato a desiderare di abbassare le difese. Per questo non potevo restare. Per questo sono andato via, prima di sprofondare del tutto in ciò che provavo. Ma volevo che sapessi, Izuku, quanto non dimenticherò mai ciò che hai fatto. Nessuno aveva mai rischiato tanto per me, nessuno si era mai preoccupato di proteggermi come hai fatto tu. Mi hai visto per quello che sono, eppure hai scelto di starmi accanto. Per questo, per tutto ciò che sei, sarò per sempre grato.
Ti ho lasciato del denaro, un gesto piccolo e insignificante rispetto al disturbo che ti ho arrecato, ma è il minimo che possa fare per ringraziarti. Per avermi offerto un riparo, per avermi trattato con una gentilezza che non pensavo di meritare. Il debito che ho con te va oltre queste monete, ma non potevo andarmene senza almeno provare a restituirti qualcosa.
Spero solo, mio caro Izuku, che la vita sarà più generosa con te di quanto lo sia stata finora. Che tu possa trovare ciò che meriti e non incontrare mai più qualcuno come me. Ma sappi che, ovunque io sia, porterò sempre con me il ricordo di questi giorni e del conforto che mi hai donato.
Forse, un giorno, ci ritroveremo. Magari in una di quelle occasioni in cui le nostre strade si incrociano per pura casualità. E, anche se sarà solo da lontano, io ti vedrò. E mi basterà sapere che stai bene, che il tuo spirito non è stato piegato da chiunque possa incrociare il tuo cammino.
Non mi è mai stato concesso di trovare pace o amicizia. Ma in te, in questi pochi giorni, ho trovato entrambe. Hai riempito una parte di me che credevo fosse ormai irrimediabilmente vuota. Forse non avrò mai modo di ripagarti, forse resterò per sempre in debito, ma sappi che in te, Izuku, ho trovato finalmente qualcuno da chiamare amico. O forse... qualcos'altro. Qualcosa che non riesco a definire e che, probabilmente, non comprenderò mai del tutto.
Con affetto e riconoscenza,
Katsuki
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Prohibition | {Bakudeku}
FanfictionSo che puoi salvarmi. E nessun altro può salvarmi adesso, tranne te. • • • {Bakugo x Deku} C'era una volta in America AU ⚠️ violenza • • • Tutti i diritti riservati ©️ veciadespade | 2024 I personaggi originali di My Hero Academia sono di propriet...