T/n pov
Il motel era immerso nel silenzio, rotto solo dal ronzio costante della vecchia ventola sul soffitto.
Avevo pensato che fosse un buon momento per uscire a prendere aria, per lasciarmi alle spalle il peso del segreto che tenevo stretto nel petto. Avevo nascosto tutto, o almeno credevo di averlo fatto. Il test era finito in fondo alla spazzatura del bagno, coperto da strati di carta, come se potesse scomparire davvero.
Ma quando tornai, la porta della stanza era aperta di qualche centimetro. Sentii il respiro pesante di Sam prima ancora di vederlo. Mi fermai sull'uscio, un nodo in gola, sapendo che qualcosa non andava.
Lo trovai seduto sul bordo del letto, con le mani che stringevano quel piccolo pezzo di plastica. Lo guardava fisso, come se stesse cercando di decifrare un enigma troppo grande da comprendere.
"Sam..." mormorai, il suo nome che mi uscì dalle labbra a malapena un sussurro.Alzò lo sguardo verso di me, e il suo volto era un miscuglio di emozioni. Confusione. Paura. E poi qualcosa di più profondo, un barlume di speranza che mi fece vacillare.
"T/n," disse piano, la sua voce più calma di quanto mi aspettassi. "È tuo?"
Le mie mani iniziarono a tremare mentre mi chiudevo la porta alle spalle.
"Sam, io... stavo cercando di capire come dirtelo. Non volevo che lo scoprissi così."
Lui si alzò in piedi, così alto da farmi sentire minuscola in quel momento. Si avvicinò a piccoli passi, lasciando il test sul comodino. Non c'era traccia di rabbia nei suoi occhi, solo un'infinita serie di domande.
"Da quanto lo sai?" mi chiese, la sua voce bassa, come se avesse paura della risposta.
"Da due settimane," confessai, abbassando lo sguardo. "Ho fatto il test mentre eravamo in viaggio per Salt Lake. Ero spaventata, Sam. Spaventata di come avresti reagito. Di cosa significhi tutto questo per noi."Le sue mani trovarono le mie, grandi, calde, e incredibilmente salde nonostante il terremoto che doveva agitargli l'anima. Mi fece sedere accanto a lui sul letto, senza mai lasciarmi andare.
"Perché non me l'hai detto?" chiese, e questa volta c'era un'ombra di dolore nella sua voce.
"Perché non sapevo come l'avresti presa," ammisi, sentendo una lacrima scivolare lungo la guancia. "La nostra vita... è pericolosa, Sam. Ogni giorno rischiamo di non tornare. Non volevo metterti di fronte a una scelta che non avresti mai voluto fare."
Lui scosse la testa, le sue dita che mi sollevavano il mento per costringermi a guardarlo negli occhi. "T/n, avrei voluto saperlo. È il nostro bambino, giusto?"Annuii, sentendo un peso immenso sciogliersi nel petto.
"Sì, è tuo. Nostro."
Sam chiuse gli occhi per un momento, come se stesse cercando di assorbire la realtà di quelle parole. Quando li riaprì, erano pieni di una dolcezza che mi fece venire voglia di piangere.
"Non sarà facile," disse, con un piccolo sorriso che gli incurvava le labbra, "Ma lo affronteremo insieme. Non importa cosa ci aspetta là fuori, non lascerò mai che qualcosa vi succeda. A te o al bambino."
E in quel momento, con le sue mani che stringevano le mie e quella promessa che mi avvolgeva, sapevo che sarebbe andato tutto bene.Anche in un mondo pieno di mostri, Sam Winchester sarebbe stato il mio porto sicuro.
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PREFERENCE (IMMAGINA su richiesta) SUPERNATURAL
Short StoryCosa succederebbe se vivessi con il divertente e malizioso Dean; o col razionale e sensibile Sam; o ancora...col soldato di Dio Castiel? *PERSONAGGI ED EVENTI NON SONO FRUTTO DELLA MIA IMMAGINAZIONE* CI SARANNO DEGLI SPOILER. Se volete, leggete, alt...