𝑺𝒐𝒎𝒆𝒕𝒉𝒊𝒏𝒈 𝒊𝒏 𝒕𝒉𝒆 𝒐𝒓𝒂𝒏𝒈𝒆...

358 221 112
                                        

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.


Dopo qualche giorno, Jamie viene dimesso. Al rientro a casa nostra, ci aspettano i nostri nonni materni, sempre presenti, sempre dolci.

Nonna, con i suoi 68 anni portati splendidamente, appare radiosa e impeccabile. I suoi capelli lunghi e castani, gli occhi azzurri come quelli di mamma, il sorriso rassicurante... basta il suo sguardo per farmi sentire al sicuro. Nonno invece, più riservato ma pieno di spirito, dimostra il suo affetto in gesti silenziosi: un caffè al mattino, una battuta improvvisa, una presenza costante.

Non appena hanno saputo ciò che è accaduto nella nostra famiglia mesi fa, ci hanno proposto di andare a vivere da loro, almeno fino a quando non avremmo trovato una nuova sistemazione. 

Quella sera, ero sul divano e non riuscivo a chiudere occhio. Mia nonna, con la sua dolcezza e la sua saggezza, si è avvicinata a me e si è seduta al mio fianco. Mi ha raccontato una storia, proprio come faceva quando ero bambina e, mi sono addormentata tra ricordi e sicurezza in pochi istanti.

Per "festeggiare" le dimissioni dall'ospedale, pranziamo tutti insieme. Le risate sono leggere, ma sotto la superficie galleggia ancora la tensione. Nel pomeriggio, i nonni ci salutano con abbracci lunghi e sguardi che parlano più di mille parole.

La casa torna silenziosa. Silenziosa davvero, quel tipo di quiete che non rilassa, ma pesa. La testa è piena, il cuore stanco.

Mi ritiro in camera, in cerca di un rifugio. Indosso abiti morbidi, che sembrano voler abbracciare la pelle. Poi la doccia: l'acqua calda scivola su di me, lavando via il giorno, le paure, tutto ciò che non riesco a dire.

Sul letto, scorro i social con la mente mezza spenta e gli occhi troppo pieni. Poi il telefono vibra: è Sky.

«Lily, non puoi capire cos'è successo a scuola!» esclama con quella voce elettrica che riesce a farmi sorridere anche nei momenti peggiori. Grace. Prof Jones. Un bacio. Uno scandalo.

«Ew» è tutto ciò che riesco a dire, trascinando la vocale più per disgusto che per sorpresa.

«Quando torni?» 

«Forse domani. Non lo so ancora.» 

«Prenditi il tuo tempo. Servono giorni interi per disintossicarsi dal caos.»

Chiudo la chiamata. Il silenzio riprende possesso della stanza. Finalmente.

Cerco pace. Ma dura poco.

Un rumore fuori proveniente dal giardino mi fa insospettire.  Mi avvicino alla finestra, cercando di capire. Nessuno. Solo il buio. Solo un biglietto, poggiato sul davanzale.

Lo prendo. Lo leggo. E il sangue mi si gela.

"Mi vendicherò per quello che mi avete fatto."

Unique in our imperfections- in revisioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora