𝑺𝒆𝒆 𝒚𝒐𝒖 𝒂𝒈𝒂𝒊𝒏...

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Il giorno dopo la festa è stato un vero incubo, un trauma che non riuscivo a scrollarmi di dosso

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Il giorno dopo la festa è stato un vero incubo, un trauma che non riuscivo a scrollarmi di dosso. 

Ogni cosa sembrava un ricordo confuso e disturbante e, la testa mi faceva male come se qualcuno l'avesse colpita con un martello. 

Le immagini della notte passata continuavano a tornarmi in mente, frammentate e disordinate, lasciandomi con una sensazione di vuoto e rabbia che non riuscivo a colmare.

Il momento peggiore? Quando mi sono dovuta alzare dal letto.

La pesantezza non era solo fisica, ma anche emotiva, come se il peso di tutto ciò che era successo fosse diventato insostenibile in quel semplice atto di rialzarsi. Eppure, non avevo scelta.

Mio fratello ha colto l'occasione per vendicarsi dell'altra mattina, quando l'avevo svegliato in modo brusco. Stavolta è toccato a me: si è presentato armato di due  cuscini e ha iniziato a colpirmi senza pietà.

Mi alzo dal letto con le poche forze rimanenti nel corpo.

La testa sembra pronta a esplodere, così, prima di fare colazione, prendo una tachipirina nella speranza che faccia effetto e mi faccia sentire meglio in pochi minuti.

«Come stai, bella addormentata?» dice mio fratello, con tono ironico, mentre osserva le mie condizioni pietose.

«Di schifo.» Rispondo.

«Ah, bene! Mi sembrava che il tuo aspetto fosse... incantevole.», dice lui, facendo finta di essere impressionato.

«Sì, sono proprio una modella. Perfetta per una sfilata di Victoria's Secret» Rispondo, cercando di mantenere il tono sarcastico, ma dentro di me tutto è un caos. 

La testa mi esplode, e mentre parlo, le immagini di lui che abusa della mia vulnerabilità tornano a galla, come un fiume in piena che travolge ogni mio pensiero. Mi sembra di non riuscire a respirare, mentre la sensazione di violazione cresce, impossibile da ignorare, nonostante il tentativo di mascherarlo con una risata forzata.

«Però, per la cronaca, a me sembri più un'opera d'arte moderna. Un po' caotica, ma comunque affascinante.»

Non l'ha notato, grazie al cielo.

«Ti ringrazio, davvero. Se qualcuno dovesse cercare un quadro astratto, io sono qui.»

Dopo un po', mi preparo. Mi infilo una felpa oversize bianca che nasconde le mie curve accentuate e un paio di jeans comodi.

«Sbrigati o faremo in ritardo.»

Urla mio fratello dal piano di sotto.

Oggi, però, non ho tempo per truccarmi; sono in ritardo e devo ancora preparare lo zaino.

«Ci sono!» rispondo, scivolando velocemente lungo il corridoio, cercando di non cadere mentre corro giù.

«La solita ritardataria, ma letteralmente.» dice mio fratello, guardando in su con aria esasperata.

Unique in our imperfections- in revisioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora