Lily Smith sta cercando di lasciarsi alle spalle un passato doloroso, ma dimenticare non è semplice quando le ferite sono ancora aperte. Quello che doveva essere suo padre, una figura di protezione e amore, si è trasformato nel suo incubo più grande...
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Il giorno dopo
Il telefono vibra tra le mie mani, interrompendo il flusso disordinato dei miei pensieri. È un messaggio.
Il mittente è Matt, il migliore amico di Kai. Non me lo aspettavo, ma appena leggo le sue parole, qualcosa dentro di me si muove. Una sensazione sottile, quasi impercettibile, come se qualcosa stesse per cambiare.
Parlare di Kai non è mai stato facile, eppure, ora è il suo migliore amico a scrivermi, chiedendomi come stia. Non so nemmeno se dovrei rispondere, ma non riesco a trattenermi. In fondo... sono l'unica che sa davvero cos'è successo. L'unica che ha visto quello che gli altri ignorano. O fingono di ignorare.
"Ehi, Lily. Sono Matt, il migliore amico di Kai. Come sta?"
Rileggo il messaggio più volte, come se da quelle poche parole potesse emergere un significato nascosto, ma è solo una domanda. Semplice. Diretta. Eppure, mi scuote. Mi fa sentire qualcosa che non so nominare.
Ripenso a lui. A Kai. Al suo sguardo perso, al modo in cui si aggrappa al silenzio per non crollare. È stato difficile, per lui, ma io ero lì. Sono stata io ad aiutarlo. E forse... forse ho bisogno di dirlo a qualcuno.
"Ciao, sta abbastanza bene. Ha bevuto un po' troppo e non stava benissimo. L'ho aiutato a tornare a casa. Penso che, se riesce a dormire, si riprenderà."
Il messaggio suona giusto. Concreto. Sincero. Dentro di me si muove un dubbio: sto dicendo abbastanza? Sembro davvero preoccupata? Perché lo sono. Eccome se lo sono.
Kai non è il tipo che accetta aiuto. Non si lascia vedere. Non si lascia toccare. Eppure ora so che non sono l'unica a preoccuparsi per lui. Matt lo fa. E questo... in qualche modo, mi consola.
La risposta arriva poco dopo. Il cuore mi balza in gola.
"Grazie per averlo aiutato. So che non è facile. È solo che... ho paura di come potrebbe reagire. Non mi fido molto di lui quando si tratta di queste cose. È testardo, sai?"
Mi blocco. Inspiro. Testardo.
Sì. Non avrei saputo trovare parola più giusta. Kai è sempre stato così: ostinato, chiuso, deciso a non lasciarsi avvicinare. Ma le parole di Matt mi obbligano a guardarlo sotto una nuova luce. Quella non è solo preoccupazione.
È paura. Paura vera. Che Kai si perda. Che faccia un passo troppo lungo. Troppo buio. E io... io lo capisco. Fin troppo bene.
Perché io ci sono stata. Dentro quel buio. E forse, senza nemmeno accorgermene, ora ne faccio parte anch'io.
"Sì, purtroppo. È difficile da spiegare, ma... è come se non sapesse come fermarsi. Come se avesse paura che qualcuno lo guardi davvero. Perché non riuscirebbe a gestire quello che potrebbero vedere. Fidarsi, per lui, è come lanciarsi nel vuoto."
Il cuore accelera. Forse ho capito. Kai non è solo arrabbiato. È spezzato. E si nasconde dietro una maschera che si è costruito per sopravvivere. E questa consapevolezza mi stringe lo stomaco.
Mi fa male. Ma mi fa anche arrabbiare. Come ho fatto a non vederlo prima?
"Capisco," scrivo, anche se dentro la mia voce trema. "Spero che un giorno riesca a parlarne. Non sarà facile, ma... non è mai troppo tardi, giusto?"
«Giusto. E grazie ancora, davvero, per quello che hai fatto per lui oggi.»
Rileggo il messaggio. Semplice. Eppure così carico di significato.
Sento un nodo in gola. Non so se ho fatto la cosa giusta. Kai mi è sempre sembrato uno che non voleva nulla da nessuno. Eppure, quella sera, qualcosa è cambiato. Ho visto un lato di lui che nessuno aveva mai visto, un lato che, forse, non voleva nemmeno mostrare.
E poi... una notifica. Un messaggio. Ma stavolta è da lui.
"Grazie, veramente."
Un sollievo. E una stretta.
"Tutti hanno momenti difficili, Kai. Non c'è niente di cui vergognarsi."
Mi prendo qualche secondo. Poi invio. So che questa è solo la prima crepa. Non so dove porterà. Ma voglio credere che, se mai vorrà parlarne, sarò lì.E poi, una domanda si insinua:
È davvero lui a scrivere? O è solo la sua versione post-sbornia, più vulnerabile del solito?
Un altro messaggio.
"Davvero scusa."
Una parte di me vuole credergli. Un'altra si difende. Perché scrivere è facile. Cambiare, molto meno.
Rispondo:
"Non c'è bisogno di scusarsi. Ma, la prossima volta, forse evita di bere troppo."
Invio. E mi sento un po' più leggera.Poi arriva un altro messaggio.
Mi spiazza.
"Grazie per l'aiuto, ma non preoccuparti troppo. Non sono mica morto, eh."
Ironico. Distaccato. Come se volesse cancellare tutto. Come se nulla fosse mai successo. E la rabbia ritorna. Perché, proprio quando pensavo che potesse esserci qualcosa di vero, lui si tira indietro.
L'ironia è la sua arma. E io... io non voglio più esserne il bersaglio.
Sorrido amaramente.
Mi fa arrabbiare più di quanto dovrebbe. Lo odio per questo. Perché sa dove colpire. E ogni volta, ci riesce. Mi siedo. Incrocio le braccia. Mi sento vuota. Ma anche decisa.
Basta.
Non voglio più lasciare che Kai abbia questo potere su di me. Il tempo passa, ma la rabbia resta. Silenziosa.
Bruciante.
"Lo odio," penso. Ma so che non è del tutto vero. Forse odio quello che è diventato. Forse odio che mi importi ancora. Mi alzo. Ho bisogno di respirare. Fuori, l'aria è fresca. Il cielo limpido. Cammino. Vado via, da tutto. Un gruppo di ragazzi suona in un angolo del parco. Non è la mia musica preferita, ma mi fermo. Per un attimo e, cerco di dimenticare tutto.
Mi siedo su una panchina. Lascio che il mondo si fermi. Lascio che il cuore rallenti. E poi, una voce.
"Lily?"
Mi volto. È Matt.
Perfetto. Ora mi perseguita anche l'amico?
Ma quando mi guarda, vedo qualcosa nei suoi occhi. Come se sapesse. Come se mi leggesse dentro. E io... non so ancora se questo mi spaventa o mi consola.
Spazio autrice
Cosa ne pensate di questo capitolo, tesori? Vi ha lasciato il cuore a pezzi o vi ha fatto arrabbiare come Lily? Fatemelo sapere nei commenti! Ci vediamo prestissimo con la seconda parte e, vi avviso: sarà ancora più intensa. Un abbraccio, ilovesunrise_1🌹❤️
