6: Lo sguardo della verità

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Il castello era un posto diverso da quando ero tornata. Non solo per le minacce esterne, ma per il peso che pesava sul mio cuore. Ogni passo che facevo, ogni angolo che giravo, sembrava che le mura stesse mi sussurrassero segreti. E se avevo imparato qualcosa da tutto ciò che avevo vissuto, era che nel regno, non c'era mai solo una verità. C'era sempre qualcosa nascosto sotto la superficie.

Louis, pur restando il mio più grande alleato, sembrava distante ultimamente. C'era qualcosa nel suo comportamento che mi faceva dubitare. Il suo modo di evitarne il contatto visivo mi era sempre sembrato strano, ma in qualche modo, l'avevo sempre giustificato come una sua peculiarità. Ora, però, quella strana abitudine sembrava avere un significato più profondo.

Era una sera come tante, e ci trovavamo nel mio studio, circondati da pergamene e libri. Avevamo passato la giornata a discutere di ciò che avevamo scoperto finora, ma sentivo che Louis stava trattenendo qualcosa, qualcosa che aveva a che fare con lui. La tensione tra di noi era palpabile, come se entrambi stessimo aspettando che l'altro facesse la prima mossa.

"Louis, c'è qualcosa che non mi stai dicendo," dissi finalmente, guardandolo negli occhi. Lo osservai attentamente, ma lui evitò il mio sguardo come sempre, concentrandosi sul tavolo di legno davanti a lui. Sospirai. "Non puoi continuare così. Siamo nella stessa battaglia. Non possiamo nasconderci."

Louis sollevò gli occhi brevemente, fissandomi per un istante prima di distogliere lo sguardo. "Anna, io..."

Si fermò, e un'espressione complicata attraversò il suo viso. Sospirò, come se stesse combattendo con se stesso. "C'è qualcosa che non ti ho mai detto. Un segreto che ho tenuto nascosto per tutta la vita." La sua voce tremava leggermente, ma c'era una determinazione in quella che altrimenti sarebbe sembrata una vulnerabilità.

Non riuscivo a credere a quello che stavo ascoltando. Louis, il mio alleato più fidato, mi stava parlando di segreti? Mi avvicinai lentamente, il mio cuore battendo forte. "Di cosa si tratta?"

Si alzò dalla sedia, evitando ancora di incrociare i miei occhi. "Non posso guardarti negli occhi, Anna. Mai." Fece una pausa, come se quelle parole fossero pesanti, più di quanto avesse mai voluto ammettere. "Non posso farlo perché... perché io ho il potere di far dire la verità a chiunque, semplicemente guardandolo negli occhi."

Rimasi senza parole. Non potevo capire. "Cosa... cosa intendi dire? Perché non mi hai mai detto nulla?"

Louis sembrava lottare con se stesso. La sua solita sicurezza era sparita, sostituita da un'imbarazzata frustrazione. "Non posso fare quello che ho fatto con gli altri, Anna. Non posso costringere te a rivelare i tuoi pensieri più intimi. Non voglio usare il mio potere contro di te. E ho sempre temuto che se lo avessi scoperto, avresti visto me come una minaccia, un estraneo."

"Quindi... ogni volta che ti ho parlato, ogni volta che ci siamo confrontati, tu sapevi cosa stavo pensando?" chiesi, la mia voce tremante. Sentivo una fitta di tradimento, ma anche una strana sensazione di sollievo. Louis non era mai stato come gli altri. Mi aveva sempre sorpreso con la sua capacità di comprendere senza giudicare. Ma ora sapevo che non era solo empatia. Era potere.

Louis abbassò la testa, incapace di guardarmi. "Non sempre, no. Ma... ho paura che se avessi usato questo potere, avrei scoperto troppo. Le cose che non ero pronto ad affrontare. Così ho evitato di guardarti negli occhi. Ho evitato di fare domande a cui non ero sicuro di voler sapere la risposta."

Un silenzio pesante calò tra di noi. Non riuscivo a decifrare le emozioni che mi attraversavano. Da una parte, c'era una parte di me che si sentiva tradita, ingannata. Come avevo potuto essere così cieca? Ma dall'altra parte, sentivo una nuova comprensione, una connessione più profonda con Louis. Aveva scelto di non usare il suo potere su di me. Mi aveva voluto al suo fianco, non come una pedina in un gioco, ma come una pari.

"Louis," sussurrai, avvicinandomi, "non voglio che tu usi questo potere su di me. Ti fido di te, ma non voglio che tu legga la mia anima come se fosse un libro aperto. Non possiamo vivere una vita così."

"Non lo farò mai," rispose, il suo tono più fermo. "Ti prometto che non ti costringerò mai a rivelare ciò che non vuoi condividere. Ma ora sai che non sono il ragazzo che pensavi di conoscere. Non sono solo un principe che cerca di fare la cosa giusta. Sono qualcuno che è stato forgiato dalla paura di fare del male, anche senza volerlo."

Le sue parole mi colpirono come un fulmine. Louis non era solo un alleato. Non era solo il principe che avevo sempre pensato fosse. Era qualcuno che viveva sotto il peso del suo stesso potere, una persona che aveva scelto di non usarlo, proprio per non infliggere danno. E in quel momento, mi resi conto che questa parte di lui era ancora più preziosa di ogni altra.

"Non sei solo," dissi, mettendo una mano sulla sua spalla. "Siamo insieme in questo, Louis. Non importa cosa tu abbia dentro. Combattiamo questa battaglia fianco a fianco."

In quel momento, un cambiamento impercettibile avvenne tra di noi. Non c'era più segreto, almeno non tra noi. Eravamo pronti a combattere insieme, forti delle nostre debolezze e dei nostri poteri. Ma il cammino che ci attendeva era ancora incerto, e la regina, con tutti i suoi inganni, ci stava osservando da vicino.

La fiamma e la forestaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora