Le Cronache di Eldoria: La Guardiana delle Ombre

Capitolo 6 Highcrest in Pericolo

La marcia verso Highcrest sembrava non finire mai. Astrid, Tristan e Zephora avanzavano con cautela, mentre intorno a loro la terra di Eldoria sembrava piangere sotto il peso della distruzione. Quando finalmente raggiunsero Highcrest, la vista della cittadina non fu affatto rassicurante: mura danneggiate, torri traballanti, fumo nero che si alzava dai campi. La cittadina, un tempo rifugio sicuro per i viandanti, era ora sull'orlo della rovina.

Il gruppo si avvicinò al cancello della città, trovandolo aperto, segno di attacchi recenti e costante pericolo. Tristan, di solito sempre pronto con una battuta per alleggerire l'atmosfera, era insolitamente silenzioso, lo sguardo teso.

«Che cosa c'è?» chiese la Custode, percependo la sua tensione.

«Niente, solo... qualcosa mi sembra fuori posto,» rispose Tristan, scuotendo la testa. «Questa città era una volta un rifugio sicuro, e ora sembra a malapena tenersi insieme.»

«Benvenuto nel mondo reale,» commentò Morrigan, con il suo solito sarcasmo, «dove la speranza muore e la rovina regna sovrana.»

Highcrest era un caos totale. La folla di civili disperati riempiva le strade, cercando rifugio o tentando di lasciare disperatamente la città prima che fosse troppo tardi. I soldati, esausti, cercavano di mantenere l'ordine, mentre le mura tremavano sotto i colpi della Prole delle Ombre.

Il gruppo fu accolto da un soldato stanco che si presentò come Edwin, il comandante della guardia. «Siete Guardiani delle Ombre?» chiese incredulo, lottando per nascondere il suo sollievo. «Grazie al Creatore! Abbiamo bisogno di tutto l'aiuto possibile. Le Prole delle Ombre sono alle porte e... c'è un altro problema.»

«Che altro problema?» chiese Astrid, sospettosa.

«Circolano voci che i Guardiani delle Ombre siano ricercati per tradimento. Dopo la battaglia di Ravenhold, il Thalor Eamon ha dichiarato che i Guardiani hanno abbandonato il re... lasciandolo morire.»

Le parole del comandante caddero come una martellata sul gruppo. Astrid sentì il sangue gelarsi nelle vene. «Traditori?» ripeté incredula. «Noi non abbiamo abbandonato nessuno! Eamon ha ritirato le truppe, lui ha tradito il re!»

Tristan annuì, ma sembrava meno sorpreso. «Dovevo immaginarlo. Eamon non avrebbe mai accettato la colpa per ciò che è accaduto a Ravenhold. Dobbiamo fare attenzione. Se queste voci si diffondono, saremo cacciati da tutto il regno.»

Zephora rise, il suo sarcasmo era tagliente come sempre. «Ah, quindi ora non solo stiamo cercando di salvare il mondo dalla Prole delle Ombre, ma lo facciamo mentre siamo considerati traditori. Il destino è davvero un amante crudele, non trovate?»

Astrid serrò i pugni, il cuore era colmo di rabbia e frustrazione. «Non resteremo in silenzio mentre ci diffamano. Eamon pagherà per il suo tradimento.»

Dopo aver accettato di aiutare nella difesa della città, il gruppo si ritirò per discutere della strategia. Ma la tensione nel gruppo era palpabile, specialmente tra la Custode e Tristan. Lei non poteva fare a meno di notare il suo comportamento strano, il modo in cui evitava il suo sguardo.

«Smettila di fare il misterioso, Tristan,» disse Astrid in tono brusco mentre si preparavano alla battaglia. «C'è qualcosa che non mi hai detto, vero?»

Tristan sospirò, sapendo che non poteva più nascondersi. «C'è una cosa che dovresti sapere,» disse lentamente, evitando ancora lo sguardo di lei. «Non ti ho detto tutto su di me. E c'è una ragione se Eamon mi odia così tanto.»

«Che intendi?» chiese Astrid, fissandolo con occhi socchiusi.

Tristan esitò, ma alla fine decise di confessare. «Sono un principe bastardo. Figlio illegittimo di Re Galenor. Eamon non lo ha mai accettato. Per lui sono solo un errore, un'imperfezione nella dinastia reale. E ora che il mio fratellastro Rahegar è morto... potrei essere un problema per lui, politicamente parlando.»