Legame

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Mi sveglio di soprassalto, senza fiato, boccheggiando. Un altro incubo.
Fuori è ancora buio, guardo il telefono, sono le 4:00 del mattino. Non ce la faccio a rimettermi a dormire, non voglio avere nuovi incubi, sono stanca di tutto questo, ho brutti presentimenti su questi sogni, bruttissimi presentimenti.
Scendo al piano di sotto, passando davanti alla camera di mia mamma mi accorgo che non è a casa, ma so dove si trova, sicuramente con i suoi vecchi amici cacciatori alla ricerca di qualche indizio sul branco che ha ucciso mio padre. Trovare quel branco sembra l'unico obbiettivo di mia mamma da quando mio padre se ne è andato, lui non vorrebbe questo. Lo so. Lo sappiamo entrambe.
Mi fermo davanti al mio studio, una volta era quello di mio padre, ma quando mio padre si accorse del mio talento artistico e ciò risale più o meno a quando avevo 8 anni, ovvero 7 anni fa, mi disse che lui di una stanza come quella non se ne faceva niente e che potevo usarla per dipingere e disegnare in tutta tranquillità.
Questa stanza è tappezzata da disegni di ogni tipo, ma ci sono anche dipinti su tela e foto.
Prendo un blocco da disegno e tutto il necessario e esco fuori, mi fermo sul portico, mi siedo e inizio a disegnare, la mia mano segue delle linee che la mia mente crea, ma allo stesso tempo le cambia, le gira come preferisce, solo a metà disegno mi accorgo di quello che ho fatto sul foglio.
"Liam." Sospiro.
"Scusa non volevo disturbarti." Dice una voce spaventandomi.
Liam in carne ed ossa esce da dietro un cespuglio.
"Che accidenti ci fai qui? A quest'ora soprattutto!" Dico mentre si avvicina.
"Ti ho sognato, ti sogno sempre negli ultimi mesi." È serio.
"Mi dispiace." Faccio una smorfia di dispiacere.
"Perché?" Mi chiede.
"Beh, tu nemmeno mi conosci e mi ritrovi nei tuoi sogni, magari vorresti trovarci qualcun altro"
"Mmm... Onestamente si." Dice rabbuiandosi.
"Visto." Sorrido. Lui è seduto di fronte a me e mi fissa mentre io faccio lo stesso.
"Preferirei trovarci qualcun altro perché nei miei sogni tu muori sempre. Beh più che sogni sono incubi."
"Ah." Sono senza parole.
Sono passati 4 giorni da quando gli ho rivelato tutto nel bosco, ho cercato di evitarlo come la peste a scuola ed adesso è qui che mi parla, che mi fissa.
"Io voglio proteggerti." Dice sincero.
Io voglio proteggere voi. Penso.
"Mia madre direbbe che se davvero vuoi proteggermi dovresti starmi lontano." Sussurro.
"E tu invece?" Non se ne accorge, ma ha una espressione da cane bastonato che fa molta tenerezza.
"Io..." Ci penso. "Io direi che non ho bisogno di essere protetta, ma la verità è che sono io che voglio proteggerti." I miei occhi non riescono a lasciare i suoi. Non so perché.
"Perché?" Chiede più a se stesso che a me.
"Cosa?" Chiedo.
"Perché non riesco a far altro che pensare a te e non solo negli ultimi giorni, dalla prima notte che ti ho sognato e anche prima, ma adesso, sei un mio pensiero fisso e non ha senso. Negli ultimi giorni ho passato le ore di lezione cercando la tua voce, la tua matita che disegnava, il tuo viso nei corridoi, so che mi stavi evitando, ma io non riuscivo a fare a meno di cercarti." Dice come se fosse necessario alla sua esistenza tirare quelle parole fuori dalla sua bocca.
"Mi dispiace. Non volevo davvero evitarti, ma non potevo nemmeno starti vicino." Abbasso lo sguardo.
"Lo so. È assurdo vero? Che io lo sappia." Sorride.
No, non lo è.
Poi abbassa lo sguardo e vede il disegno.
Assurdo, per quanto tempo i suoi occhi sono rimasti fissi nei miei?
"Mmm... La mia mano è andata da sola. Forse sapeva che saresti arrivato." Rido di me stessa.
"Forse." Ride con me.
"Cosa fai domani?" Mi chiede.
"Domenica... Mmm niente, contando che i compiti li farò oggi." Rispondo.
"Ti va di venire con me in un posto?"
"Niente mi farebbe più felice." Sorrido.
Tira fuori il suo telefono.
"Bene sono le 5:00." Ride. "Forse dovremmo tornare ai nostri letti."
"Già." Sbadiglio. "Dammi io tuo telefono."
Lui me lo passa e io segno il mio numero.
"Così mi puoi scrivere quando passi a notte fonda sotto casa mia, senza un apparente motivo."
"Volevo vederti." So che è vero, ma comunque mi manda in tilt. Come tutte le altre cose che mi ha detto.
"Silver, non ti nascondere da me, mai più."
Annuisco. Lui si alza e io faccio lo stesso, mi da un bacio sulla fronte e mi sussurra buonanotte, poi sparisce nella notte.
Rientro in casa, salgo le scale e mi butto sul letto, questo Sabato sarà molto lungo, eterno.

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