... L'ortografia ...
L'ortografia per noi DSA rappresenta una complicazione, una lotta che dobbiamo affrontare ogni giorno e che ci accompagnerà per il resto della nostra vita. Gli errori che commettiamo, spesso o sempre, sono numerosi, e ora ve ne elenco alcuni. Ecco un breve elenco, o punto in elenco, di come secondo me noi DSA ci sbagliamo su questi aspetti dell'ortografia:
• Sbagliamo a mettere le virgole, punti e altre punteggiature;
• Sbagliamo il presente col passato;
• Sbagliamo gli avverbi con i verbi;
• Quando in un testo scritto, ci dicono "andate a capo col punto" noi mettiamo la virgola e continuiamo sulla stessa riga;
• Sbagliano i congiuntivi;
• Confondiamo il plurale al singolare;
• Sbagliamo le maiuscole e minuscole.Questi punti rappresentano alcuni degli aspetti principali che una persona con Disturbo Specifico dell'Apprendimento tende a sbagliare spesso, e talvolta anche in modo significativo. Tuttavia, sappiamo riconoscere queste piccole difficoltà con molta calma e le comprendiamo meglio rispetto agli altri, ma se ce le spiegano veramente bene, diventiamo ancora più bravi di una persona che non ha questo disturbo, che è sana e capisce subito le cose che spiegano a scuola. Tuttavia, non saremo mai considerati diversi dagli altri, ma solo con una cosa in più, rispetto a una persona come te che non ha il Disturbo Specifico dell'Apprendimento. La classificazione degli errori di scrittura nelle diagnosi di disortografia prevede la suddivisione in tre tipologie, e precisamente:
1. Errori fonologici comprendono scambi di grafemi (es. brina per prima), omissione o aggiunta di lettere, inversioni e grafemi inesatti (es. pese per pesce);
2. Errori non fonologici, come separazioni o fusioni illegali (es. par lo per parlo; oppure non è vero per non è vero); scambio di grafema omofono (es. squola per scuola) omissione o aggiunta di "h" (es. ha casa per a casa);
3. Altri errori costituiti da uso scorretto di accenti e doppie.Di queste diverse tipologie la prima è ricondotta a un efficiente sviluppo della fase alfabetica, la corrispondenza fonema/grafema nella lingua italiana è abbastanza trasparente, in altre parole generalmente a un fonema corrisponde un solo grafema, ma vi sono anche fonemi cui ne corrispondono due o più (per esempio per /k/ si hanno "c" come in cane e "q" come quando) e viceversa (il grafema "s" in slitta è /z/ fonema sonoro, mentre in sale è /s/, sordo).
La seconda è invece associata a un incompleto sviluppo delle due fasi successive quella ortografica, in cui si fissano le eccezioni e si velocizza la scrittura operando su unità più complesse come sillabe o morfemi, e quella visivo - lessicale che permette di leggere/scrivere per unità intere, quando il processo di scrittura passa attraverso tale via lessicale, la più economica, il soggetto fa riferimento a un magazzino "visivo" di termini, per identificare eventuali errori deve attivare l'analisi meta fonologica propria delle fasi precedenti, la via lessicale non è percorribile di fronte alla prova di scrittura di "non-parole" (per esempio "stefra").
Un tipo di test proposto appositamente nella valutazione clinica e riscontrabile a scuola quando lo studente scrive termini a lui sconosciuti: eventuali errori in questi scritti indicano deficit nell'abilità di analisi alfabetica e ortografica, infine, nel complesso processo di acquisizione delle competenze di scrittura gli alunni giungono più tardivamente a padroneggiare l'uso corretto di doppie e accenti, tali consapevolezze dipendono sia dalla via visiva - lessicale, sia dall'analisi fonologica, per la prima è utile la memorizzazione di termini ad alta frequenza d'uso, per la seconda generalmente si opera in età precoce, a volte l'errore ortografico può avere dovuto non a problema linguistico - fonologici, ma grafo - motori e in questo caso si parla di disgrafia (per esempio scrivere in corsivo una "o" invece di una "a").
Trattamenti efficaci per ridurre gli errori ortografici si sono rivelati gli interventi con istruzioni esplicite, la possibilità di esercizi ripetuti e con feedback immediato, oltre a programmi di videoscrittura con sintesi vocale, tali interventi sono generalmente effettuati nei primi anni di scolarità e quindi precedenti alle scuole secondarie, va precisato che i dati scientifici a disposizione sono insufficienti per tracciare un profilo completo dell'esito degli interventi a lungo termine.
Le difficoltà di transcodifica dell'alunno disortografico possono persistere anche alle scuole secondarie. In particolare, permane limitato l'accesso al lessico ortografico, ma si incrementa nel tempo la correttezza per le parole ad alta frequenza d'uso rispetto a quelle a bassa frequenza, in questo senso, quindi, un miglioramento è possibile, anche se il quadro non è coincidente con quello degli studenti privi di tale disturbo, ne consegue comunque che l'esposizione alla lettura di testi di qualità e un costante esercizio di scrittura sono le vie utili per realizzare tale frequenza, ma i carichi di lavoro vanno calibrati con i pesi che lo studente con DSA può portare, come noto, inoltre, lo strumento della videoscrittura può aiutare a migliorare la correttezza.
Gli errori del secondo tipo, i non fonologici, risultano quelli maggiormente persistenti, quindi non vanno penalizzati dal docente nella valutazione e, come la legge 170/2010 richiede, va privilegiato il contenuto alla forma le mancanze nei testi possono riguardare anche l'aspetto semantico poiché il recupero degli stessi in memoria può essere compromesso in studenti con DSA il tempo aggiuntivo è uno degli strumenti compensativi utili a favorire questa funzione mnestica, utile suggerire in fase valutativa termini più specifici e pregnanti con una gradualità attenta alle padronanze possedute, alle dimensioni motivazionali e alle ricadute emotive.
In tutto ciò un DSA fa o confonde la C con la Q o la CQ piuttosto che mettere una doppia T né mete una sola, possiamo inventarci le parole che possono essere strane, ma anche divertenti, in tutto ciò in un ragazzo DSA non va giudicato perché sbaglia, ma più che altro va supportato in ciò che sa fare e quello che gli piace fare, in poche parole quasi tutti i DSA fanno questi errori ma col tempo capiscono l'errore e ce ne fanno l'abitudine, ma soprattutto capiscono di più il testo e/o la frase scritta, ma soprattutto far capire di più dove non ha capito.
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Essere DSA - Vol.1
RandomUna storia realmente accaduta che parla dell'essere DSA e offre una breve comprensione su come trattare una persona con DSA, illustrando anche come viene trattata quotidianamente da amici, parenti e compagni. Prendete questa storia non solo come ese...