Capitolo 14

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Il giorno seguente appena sveglia, mi fiondo sul mio telefono. Non vedo l'ora di parlare con la mia famiglia. Compongo subito il numero e mi siedo su una poltrona nel giardino sul retro. "Buongiorno tesoro!" Esclama mamma. È bellissima come sempre. Ha i capelli biondi legati in uno chignon e una meravigliosa camicetta gialla. "Ciao Iside!" Si aggiunge papà. "Come state?" "Tutto bene, tu?" "Non so se avete visto qualcosa, ma non sto al meglio". Annuiscono.

"Si, abbiamo visto. Non hai fatto niente di male. Stai tranquilla. Menomale che c'era quel ragazzo con te, altrimenti sappiamo tutti come avresti reagito: impulsivamente, come tuo solito". "Si, avete ragione. Ora devo salutarvi, chiamo Andrea". Si starà sicuramente preparando per andare a lavoro.

"Zia! Papà, mamma c'è la zia!" Urla mio nipote. Quanto è carino! "Quando ci vediamo, zia?" "Per Natale dovrei tornare e staremo sempre insieme. Amore mio mi manchi tantissimo". Mia cognata gli prende il telefono dalle mani. Si trovano in salotto, sul divano. "Ti manca lui e non io?!" Finge di essere affranta. Ormai è diventata la mia migliore amica. È una ragazza stupenda, con un cuore d'oro.

"Certo che mi manchi! Mi mancate tutti. Anzi, Andrea un po' meno". Ridacchio. "Vedi che ti ho sentita!" Alice sposta la telecamera su di lui. "Appena ti vedo ti uccido di baci". È a torso nudo con un pantalone elegante. Anche se è mio fratello, è pur sempre bellissimo. Noto Trigno entrare dalla porta. "Oh, scusa". Lo tranquillizzo e lo lascio sedere.

"La smetti di trattarmi come una bambina?!" Mi fa la linguaccia. "No, sarai sempre la mia sorellina!" Si pettina i capelli biondi. "Vedi di rasarti quella barba che ti da almeno cinque anni in più". Lo prendo in giro. "Mi da un tono. Devo competere con ingegneri con minimo quarant'anni di esperienza. Mi devo adeguare". Spiega. "Zia! Ma ti sei fidanzata?" Domanda mio nipote. "Ma che dici, Leo?!" Sono rossa dall'imbarazzo e Trigno mi fissa con aria divertita.

"Già! Perchè non me l'hai detto? È così carino quel ragazzo!" "Alice, non è il mio fidanzato. Non lo sopporto". Ma loro continuano imperterriti. "Io lo approvo. Ti risparmio le scenate da fratello geloso". Spalanco gli occhi. Pietro si sta sbellicando dalle risate. "Basta voi due! Siete odiosi! Fatemi chiudere, va". Fingo di essere autoritaria. "Ciao Iside, ti amiamo!" Punto il dito contro Pietro. "Da qui non deve uscire neanche una parola". Dico cercando di restare seria. Fa finta di cucirsi le labbra.

Torno in cucina per fare colazione. "Secondo te dovrei andarmi a scusare con Rudy?" Alessia mi sta tostando due fette di pane. "Non serve che ti scusi per cose che non hai fatto, però in questo modo metteresti un punto a questa storia". 

Annuisco. Ha ragione. Metto un po' di cioccolata sul pane e vado a prepararmi. Dopo un po' mi ritrovo in una delle sale canto. Rudy fa il suo ingresso. "Ciao Iside. Mi hai fatto chiamare, dimmi". Sospiro ruotando sulla sedia. "Si, volevo chiarire la situazione. Ieri non ho visto del cattivo nell'esercizio della Pettinelli semplicemente perchè l'ho interpretato come un modo per migliorarmi".

"Okay. Invece per me era del tutto sbagliato. Ma ognuno di noi ha opinioni diverse. Mi è solo dispiaciuto trovarti in disaccordo. Devi continuare a lavorare senza distrazioni, d'accordo?" Mi alzo in piedi. "Va bene, grazie". Ci salutiamo e torno a casa. "Tutto a posto?" Domanda Teodora. "Spero di si. Rudy non era molto convinto". 


Siamo in salotto e mentre Alessia e Daniele preparano da mangiare, io, Nicolò e Chiara siamo seduti agli sgabelli dell'isola. "Non hai ancora scoperto chi ti ha scritto quel bigliettino?" Domanda Alessia mescolando la pasta. Scuoto la testa. "Tutto tace. Però ovviamente un'idea me la sono fatta".

Sorrido sorniona. "Chi credi sia stato?" Chiede Chiara. "Devo proprio dirlo?" "Dai, che ti costa!" Esclama Daniele. "Ho due opzioni. Una è più probabile, l'altra la vedo impossibile". "E chi è quello probabile?" "Ilan". "Impossibile. Ieri notte si è dichiarato a Rebecca. Me l'ha detto Sienna". Risponde subito Chiara. 

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