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🎧Pink Skies-Zach Bryan🎧

VERA

Tornare a Belgrado mi ha sempre messo nostalgia.

Non solo per i momenti passati con Dusan, i miei genitori e i miei amici.

Ma soprattutto per un motivo.

Ed è per questo che sono qui.

Mi alzo dal letto della mia cameretta d'infanzia ancora in preda al sonno e mi dirigo in cucina.

I miei genitori non sono qui, sono partiti per le Baleari.

Loro amano viaggiare e visto che ho organizzato di venire qui all'ultimo loro non ci sono.

Mi preparo in fretta e furia un caffè e lo scolo in due secondi.

Rimango ad ammirare la luna delle cinque di mattina che si prepara a lasciare il suo spazio al sole.

In questi giorni mi capita spesso di vederla per il semplice fatto che non riesco a dormire.

Vado a letto all'una e mi sveglio più o meno sempre alle cinque.

Sono sempre irritabile e forse perché l'unica cosa che mi scorre in corpo è un caffè.

Okay forse non è solo uno, saranno più o meno sei.

Ma oramai è così.

Sono l'unica cosa che ingerisco nell'arco di ventiquattro ore.

Non posso farci nulla.

La sensazione di sentirsi imperfetta persiste sempre.

Anche dopo aver perso 10kg in una settimana mi vedo la stessa.

Stesso viso paffuto.

Cosce giganti e lancia rotonda.

Per non parlare di tutti i problemi che ho per la testa.

L'università.

Dusan sempre incazzato.

E Kenan.

Ieri anche se è venuto a cercare di chiarire non ce l'ho comunque fatta.

Ed in più appena gli ho detto che sarei partita se n'è andato.

Avrà pensato che sono una codarda e che voglio scappare dai problemi.

Forse è un bene essermi allontanata per un po'.

Ma non è di certo il motivo per cui sono partita.

Mi vesto di fretta ed esco di casa.

Il freddo del mattino mi congela le ossa, forse non è stata una buona idea uscire alle 5:30.

Ma per lui di tutto.

Cammino per almeno dieci minuti e grazie a dio non ho incontrato nessun
maniaco.

Giro a destra ed arrivo finalmente all'entrata illuminata dai lampioni.

Il cimitero.

Ogni 1 Febbraio da cinque anni vengo qui.

La sua lapide è vicino all'ingresso, cinquecento metri e poi a sinistra.

Arrivata difronte alla lapide leggo il suo nome con le lacrime agli occhi.

Ivan Jovanović.

Il mio migliore amico.

"Ciao Ivan è da tanto che non ci parliamo"  inizio a parlare prendendo un bel respiro.

"Sai che mi sono trasferita a Torino con Dusan? Ora lui gioca per la Juventus. È rimasto la stessa testa calda di sempre"
dico accennando un sorriso.

"Sono sicura che saresti diventato un calciatore anche tu Iv. Mi ricordo ancora tutti i pomeriggi in cui ci allenavamo assieme. Ad oggi il calcio è l'unico modo per sentirti vicino."
Continuo con voce tremante e le lacrime che mi offuscano la vista.

"Non te l'ho raccontato. Ho conosciuto questo ragazzo di nome Kenan. Anche lui è testardo e certe volte uno stronzo ma lo amo tanto."

"Sono sicura che sarebbe piaciuto anche a te."

Mi manca tanto.

Mi manca la sua risata, le nostre passeggiate per andare a scuola.

Mi manca averlo affianco a me.

Mi manca la mia spalla.

Mi manca il mio migliore amico.

"I problemi con il cibo non li ho superati però. Tu eri l'unico che mi aiutava e mi capiva senza giudicarmi. Quando mi sono fidanzata con Kenan pensavo fossero passati. Ma alla prima difficoltà sono ritornati"

Sospiro nuovamente.

"Saresti deluso da me lo so. Non vorresti che stessi così ma non posso farci nulla.
In questo momento mi servirebbe il mio migliore amico.
Mi manchi troppo"

Finita la frase mi lascio andare ad un pianto strozzato.

"Vorrei che tu fossi qui Ivan anche se per te sarei una delusione"

"Ed invece no.
Sarebbe fiero della donna che sei diventata." escalma una voce alle mie spalle.

Mi giro di scatto e...

Non è possibile.

Kenan.

SPAZIO AUTRICE

ho pianto scrivendo questo capitolo.

vi prometto che da oggi sarò più attiva.

che ne pensate?

un bacio❤️

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⏰ Ultimo aggiornamento: 4 days ago ⏰

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I love you i'm sorry// Kenan Yildiz Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora