Capitolo 8

272 22 3
                                    

POV LIDIA

Non feci molto caso ai Giochi infatti non mi accorsi che erano conclusi e che tutti se ne stavano andando.

-È stata una bella giornata, ci vedremo domani per il continuo dei Giochi?- mi chiese Melissa.

-Come, non sono ancora finiti?-

-No, tra qualche giorno ci sarà il vincitore.
Vado dal mio promesso, buona giornata- mi augurò la giovane prima di fuggire dal suo amato.

"Bene, e adesso dove vado? Amanda è scomparsa e Merlino non mi ha più detto nulla di quest'incubo" pensai.

Mi guardai intorno e vidi che non lontano dal castello c'era il bosco dove ero arrivata e avevo sempre amato la natura così uscii dall'arena e superando tutte le persone estasiate per i Giochi, finalmente arrivai.

Era fantastico, più mi addentravo nel bosco più mi rendevo conto che era molto meglio stare lì che nel castello. Arrivai fino a un piccolo lago e una radura.
Appena mi girai notai un albero che doveva essere centenario così mi arrampicai più in alto possibile, mi sedetti su un ramo robusto appoggiando la schiena sul tronco dell'albero.
Intorno c'erano molti rami che mi fermavano la caduta in caso avessi perso l'equilibrio quindi ero sicura di non cadere.
Chiusi gli occhi e mi addormentai.

Quando riaprii gli occhi vidi che non ero più sola ma nella radura c'era un Cavaliere che si allenava.
Era solo ma si allenava a dare colpi di spada rapidi e precisi.
Non si era accorto di me e rimasi a guardarlo affascinata per un po.
Ero inbambolata, i suoi movimenti aggraziati ma precisi e letali mi fecero capire che avrei trovato un modo per imparare ad usare la spada, non mi importava quale ma l'avrei trovato.

Cominciava a fare buio e freddo, volevo tornare dentro ma mi avrebbe vista scendere dall'albero e così avrebbe pensato che lo stavo spiando ma lui si fermò e butto la spada sul suolo.
Con la spada cadde anche l'armatura, pezzo per pezzo.
Non capivo cosa volesse fare ma appena si spogliò dell'armatura completamente lo riconobbi, Galahad.

Era già molto arrabbiato con me e pieno di domande, se per caso mi vedesse spiarlo non me la sarei cavata con una semplice occhiata ammonitrice.
Avrebbe potuto esporre le sue domande ai reali ed ero abbastanza sicura che loro non avrebbero lasciato correre ed accettato le scuse di Merlino.
Tutti avrebbero fatto troppe domande a cui non avrei saputo rispondere.

Cominciai a pentirmi della storia della "cugina" di Xavier.
Un'altra storia senza un fondamento e dovevo trovare una scusa.
C'era da capire perché mi avesse coperto senza nemmeno conoscermi ma non era il momento di fare congetture campate all'aria anche perché in fin dei conti questo era solo un sogno, un lungo sogno ma pur sempre un sogno.

Appena tornai a posare lo sguardo sul figlio del GRANDE e NOBILE, avrei tanto da dire su quella sua famosa nobiltà d'animo, Ser Lancillotto mi accorsi che si stava spogliando.
Non era il primo uomo che vedevo nudo, insomma, ci sono le foto, i film... ma niente sembrava più reale di lui che infondo non lo era.
Era unicamente frutto della mia fantasiosa mente.
Se sarei mai uscita da questo casino avrei scritto un libro, a quanto pare facevo sogni parecchio elaborati.

Non ero così vicina da vederlo bene ma nemmeno così lontana da impedirgli di vedermi scendere.
Avevo un unica soluzione, sperare che non mi vedesse e aspettare che se ne andasse.

Una volta spogliato fece un tuffo e si buttò nel lago.
Vederlo bagnato mi fece venir voglia di scendere e buttarmi, quell'acqua sembrava fantastica.
Farsi il bagno sotto la luna e le stelle.

Cominciavo ad aver veramente freddo.
Ok, quel vestito era pesante e avrebbe dovuto tenermi al caldo o probabilmente farmi sudare, ma di giorno non di notte.

Mi stavo spazientendo, mi sentivo una stalker che guardava la sua vittima che nuotava nuda e che non sembrava voler uscire.
Ero al massimo dell'esasperazione e mi maledicevo mentalmente per essermi messa in quella situazione.
Con il tempo che passava il mio corpo si era teso, non sentivo più il sedere e avevo la schiena a pezzi.

Finalmente Galahad decise che era ora di andarsene, si rivestì dei suoi panni e prendendo la spada cominciò a correre verso il castello lasciando l'armatura vicino un albero, probabilmente avrebbe mandato qualcuno a riprenderla.

Scesi e andai verso il castello super affamata visto che non mangiavo da ore.

Appena entrai vidi molti servi guardarmi straniti e vedendo il mio riflesso in uno dei scudi appesi al muro notai che avevo i capelli in disordine e foglie ovunque.

Stavo per fermare uno di loro e chiedere dove fosse la mia stanza ma vidi arrivare Amanda trafelata.

-Lidia, ti stavo cercando ovunque, stavo per mandare qualcuno a cercarti fuori.
Dove sei stata? Cosa hai combinato ai capelli e al vestito?- mi chiese Amanda mentre mi tirava per il braccio per portarmi verso la mia stanza.

-Sono andata a fare un giro per il bosco, ho una fame- borbottai.

-Prima ti fai un bagno e ti cambi, non puoi presentarti così a cospetto del Re e della Regina.-

Dopo aver fatto un bagno, la schiena e il mio povero deretano cominciarono a rispondere ai comandi più elementari così mi vestii e raggiunsi Amanda nella sala dei ricevimenti che era impegnata a dialogare con un giovane.

-Amanda- la salutai raggiungendola.
Il ragazzo con lei poteva avere intorno alla nostra età, era bruno ma non molto robusto come gli altri Cavalieri.
Portava i colori e il mantello dei Cavalieri ma si muoveva con molta difficoltà.

-Lui è Random- mi presentò il Cavaliere sorridendo.

-Oh, il giovane che era rimasto ferito gravemente nei Giochi?- chiesi e vidi Randon rabbuiarsi mentre Amanda mi guardava come se avessi sbagliato qualcosa poi mi resi conto che probabilmente non doveva fargli molto piacere di aver perso ed esser rimasto ferito.

-Scusa, non ci avevo pensato- tentai.

-Oh, non fa nulla.
Amanda è una maga, mi ha guarito- disse sorridendo e questa volta fu Amanda a rabbuiarsi.
Era ufficiale non ci capivo nulla, ma sicuramente avevo sbagliato qualcos' altro.

-Scusate, vado un attimo da... ehm vado, insomma ci vediamo più tardi- balbettò Amanda prima di allontanarsi a grandi falcate.

-Bene, cosa ho detto di sbagliato?- mi domandò Randon.

-Non penso sia stato tu, forse sono stata io a comportarmi in modo sbagliato- dissi dubbiosa.

-Se e così non me ne sono accorto.
Che gente strana- disse ridendo -vi va se vi faccio compagnia?- mi domandò leggermente rosso.

-Te ne sarei grata, non conosco quasi nessuno ma ti prego, dammi del tu- gli sorrisi speranzosa e lui ricambiò.

-Con molto piacere.
Sei appena arrivata? Da dove vieni?- domandò curioso mentre mi indicò il suo braccio.
Incrociai il mio col suo e cominciammo a passeggiare per i corridoi.

-Questa sarà una lunga serata- dissi solamente.

Un Viaggio Nella LeggendaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora