Capitolo 15

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POV AMANDA

Dopo aver sentito quella conversazione non avevo la più pallida idea di come comportarmi.
Anche perché non avevo ben capito cosa stessero dicendo.
Una cosa è chiara, la sua presenza qui era una bugia e Merlino era la causa di tutto.
E ormai avevo capito come funzionava, lui faceva i casini, scompariva e toccava a me rimediare, ma come?

Se volevo che lei si fidasse di me dovevo fidarmi prima di tutto io.
"Lady Lidia
Ti aspetto sulle scale per lo studio.
Alle 18.00
Amanda"

Gli lasciai il bigliettino nella stanza e corsi a cercare Syon.
Gli dovevo spiegazioni.

Avvolte, quando ero impaurita o non sapevo cosa fare, se mi concentravo sentivo la voce del Drago nella mia testa.
Era una o forse l'ultima creatura magica esistente. Aveva il compito di giudare e aiutare qualsiasi essere magico e in difficoltà aveva sempre adempito ai suoi compiti.

"Cosa posso fare con Lidia? Anche lei è druida?"

"Fidati" sentì il solito verso gutturale.

Fu tutto quello che mi disse. Fidati.

Entrai nell'arena nella ricerca di Syon e lo vidi allenarsi con altri Cavalieri.
Rimasi ad aspettarlo.
Il giorno dopo c'era la finale e tutti attendevano con ansia di scoprire il vincitore che avrebbe richiesto un premio.

Appena mi notò fermò gli allenamenti e venne verso di me.

-Finalmente, mi cambio e ti raggiungo- mi disse togliendosi l'elmo.

-In realtà non ho tempo, ti aiuto a toglierli e parliamo- gli sorrisi impacciata.

-Cos' è questa fretta? Dove scappi?- chiese divertito.

-Nessuna parte.-

Cominciai a sganciargli l'armatura e col suo aiuto finimmo presto di toglierla tutta.

Camminammo in silenzio per un pò, lui era divertito mentre io molto insicura. Non sapevo come avrei cominciato.
Sapevo che per adempire alla mia missione dovevo allontanarmi da lui, ci avevo già provato ignorandolo ma questa volta sarebbe stata definitivamente.
La cosa mi distuggeva ma non potevo essere debole.
Non dovevo piangere.

-Allora?- chiese.

-Non so come cominciare.
Allora, io non ho avuto molti amici, lo sai.
Per tanto tempo solo Galahad e Xavier.
Poi sei arrivato tu.
Siete stati la mia famiglia.
Siete tutto ciò che ho.
Ogni cosa.
Ti adoro tanto, ma come un fratello.
Non riesco a vederti in altro modo.
Inizialmente le tue parole mi avevano confuso, pensavo di provar qualcosa per te, più di qualcosa, ma... Syon, avrei tanto voluto, purtroppo non è così semplice. Tu puoi rendermi felice, lo sai e lo so, ma non ti amerei come un compagno ma come un fratello.-

Lo vidi guardarmi come se non sapesse chi avesse di fronte.
Presi un grosso respiro e continuai:-Non sapevo se dirtelo perché non mi era mai capitato e non inizialmente non capivo quale fosse il mio affetto per te, sapevo solo che sei importante e uno dei pochi che considererei "la mia famiglia", ti adoro e non voglio ferirti ma ti conosco e so che troverai qualcuno migliore di me, qualcuno che ti veda al centro del suo mondo.-

Mi fermai con le lacrime agli occhi, non sapevo cosa avrebbe detto e il suo sguardo era cosí duro. 
Gli presi le mani e lui le scostò.
Mi sentii cosí persa e spaesata, come se mi eliminassero ogni certezza, come se un'equilibrio vacillasse.

-Ti prego, ti voglio bene non è neanche minimamente vicino a quanto sei importante per me. Sei la mia roccia, ciò che mi mantiene in piedi. Non guardarmi così, mi si spezza il cuore.-

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