Capitolo 18

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Appena sentii bussare mi calamitai verso la porta, non poteva che essere Randon ed ero molto emozionata di vedere lo scontro, ma quando l'aprii non mi trovai il mio amico davanti.

-Lady Lidia- mi fece un inchino la giovane.

-Savannah, giusto?- chiesi alla sorellina di Xavier.

Cosa ci faceva davanti alla mia stanza?

-Stai cercando tuo fratello? Dovrebbe essere già in arena ad allenarsi- le spiegai.

-In realtà cercavo voi.
Sapete cugina, conosco ben pochi di questa corte e pensavo saremmo potute andare insieme.
Non ci siamo più viste dal mio settimo compleanno- si avvicinò gioviale.

-Certo, tanti anni.
Con noi verrà Randon, ti crea qualche disturbo?- le chiesi sperando in un diniego.

Avevo paura a rimanere sola con lei, cosa avrei potuto dirle?
E se voleva ricordare i vecchi tempi? Quali vecchi tempi?
Ma ancor peggio, come faceva a pensare che avessimo passato del tempo insieme?

Amanda mi aveva fatta capire che il compito era il suo ma aveva visto che non c'è n'era bisogno.
Com'era possibile che i genitori di Xavier erano convinti che io fossi la nipote?
Savannah diceva di avermi già vista ma allora perché Xavier no?
Troppe domande e sempre di meno le risposte.
Mi sentivo come in trappola in un incubo che dapprima sembrava un sogno ma diventava sempre più insinuoso e complicato riuscire a muoversi.

Non aspettammo molto che Randon fu da noi.

Se quella mattina i corridoi erano pieni di servitù, adesso era impossibile muoversi senza sbattere contro qualcuno di loro.

-Ma chi è tutta questa gente?- chiesi dopo aver scampato un quasi-incidente con un servo che portava in braccio un baule.

-Sono la servitù dei Cavalieri e le famiglie nobili che sono venuti per l'ultimo incontro.
È un momento importante.
Nobili da tutto il Regno assisteranno- disse orgogliosa Savannah.

Sicuramente pensava a suo fratello.
Chissà cosa si provava a vivere così lontano da un fratello e vederlo solo per occasioni importanti e dover pensare costantemente che potrebbe non vederlo mai più a causa di scontri o malattie.

Il castello era pieno di nobilildonne che sventolavano il ventaglio, o qualcosa di simile, e si vantavano di un amante o un parente che avrebbe partecipato alla Giostra mentre i nobiluomini scommettevano sul presunto vincitore.
La maggior parte puntavano per Galahad, visto che era il figlio del braccio destro del Re ed era come un figlio per Artù.

Passammo per il gardino e mi fermai quando sentii: -Alcuno dicono che Ser Galahad non parteciperà- sostenne un uomo circondato da altri due.

-Non rinuncerebbe mai- affermò l'altro -si taglierebbe un braccio piuttosto- continuò sicuro.

-Voi lo conoscete?- disse il terzo uomo, più alto dei due.

-Non di persona, dai racconti di mia sorella- spiegò il secondo.

-Certamente, Lady Melissa! Parteciperà anche Ser Galvano?- domandò il primo.

Il secondo annuii e appena mi voltai vidi i miei due accompagnatori che mi guardavano come per dire "hai finito di origliare?"

-Scusatemi, andiamo?-

Arrivammo quando i Giochi erano già cominciati perché rimanevano solo due scontri.

Trovammo posto vicino a Melissa che come aveva promesso, li aveva conservati.

-Buongiorno- la salutammo.

-Melissa, c'è anche la tua famiglia vero?-

Lei annuii senza smettere di guardare verso i Giochi.

-Chi sta Giostrando?- chiese Randon rubandomi le parole di bocca.

Uno dei due Cavalieri aveva lo scudo con uno stemma a sfondo rosso e una specie di leone.
L'altro sullo scudo aveva uno sfondo blu son quattro strisce nere.

-Quello in rosso è Galahad.
Dovreste riconoscere il suo stemma.
Lancillotto non viene da una famiglia nobiliare ma essendo il braccio destro del nostro Re gli è stato affidato come stemma il drago, il simbolo del regno e dei Pendragon- spiegò la piccola Savannah.

Solo allora ricordai lo stemma che vidi la volta precedente.
Era lo stesso.

Rimasi sbigottita, sapeva più di me che ormai vivevo li da un pò.
Randon annuì.

-È cosi.
L'avversario è il mio Galvano.-

Dalla voce deducevo fosse preoccuparta ma infondo erano amici, chiunque avrebbe vinto sicuramente non avrebbe ferito gravemente l'altro.

Capii di sbagliarmi quando vidi Galvano a terra, ferito alla gamba dopo aver fatto un brutto volo da cavallo e Amanda che lo soccorreva.
Ecco dov'era.

-L'ULTIMO SCONTRO- annunciò il Re.
-SONO LIETO DI ANNUNCIARVI CHE GIOSTRERANNO I NOSTRI MIGLIORI CAVALIERI, SER GALAHAD E SER XAVIER- disse Artù prima di tornar a sedersi.

Melissa era l'ansia personificata e l'ammirai molto perché anche se voleva correre a vedere come stava l'uomo che amava, non lo avrebbe fatto, era stata cresciuta nel seguire le regole e le costava assistere alla fine della Giostra.
Era triste ma ammiravo la sua forza.

Mi girai pensando di trovar Savannah nelle stesse condizioni dell'altra ragazza.
Mi sbagliavo.
O era sicura che avrebbe vinto il fratello, o aveva un sangue freddo da far invidia a Lord Voldemort o non gliene importava nulla di quello che sarebbe successo.
Il suo sorriso quasi mi spaventò.
Aveva preso una piega strana, era più un ghigno.
Capii che la stavo guardando perché si girò e mi sorrise, un sorriso diverso, molto più ingenuo.
Forse mi ero sbagliata.

Ricambiai il sorriso e tornò a guardare lo scontro.

Lo scudo di Xavier avevo lo sfondo verde smeraldo e la figura di un lupo con le fauci aperte.

I due si sfioravano, si sentiva solo il cozzare delle lance ma nessuno dei due riusciva a ferire l'altro.
Si conoscevano troppo bene e potevano prevedere le mosse dell'altro.

Sugli spalti tutti urlavano, volevano un vincitore.
Incitavano uno dei due a vincere mentre rimasi ammaliata dalla grazia e della bravura dei due.

-Secondo voi chi vincerà?- chiese Randon rivolto ai due Cavalieri che stavano impiegando un bel pò.
Gli altri scontri erano durati massimo 3 minuti.

-Chiunque vincerà se lo sarà meritato- risposi.

Savannah annuì.

Da Melissa non ebbe risposta, d'altronde nessuno dei tre se l'aspettava.

Non facevo attenzione a chi colpisse o chi schivasse ma a come lo facevano.
Avrei voluto essere così brava.
Erano come due titani che si scontravano.

Dopo poco cominciai a notare un velo di stanchezza nei movimenti del Cavaliere in verde.
Non ci volle molto che Galahad lo colpì causando la sua caduta.
Un colpo superficiale, con l'unico obbiettivo di disarcionarlo.

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