BATTAGLIA ARDUA!IL TERRIBILE VENOM DEMON

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CAPITOLO 4

ARDUA BATTAGLIA! IL TERRIBILE VENOM DEMON

Viaggiare attraverso un portale a trasmigrazione molecolare, chiamato volgarmente teletrasporto, non fu eccitante per Rebecca. La giovane Saint appartenente alla costellazione di Andromeda , trovò il suo gate a nord dell'isola di Cayo Hicacal. Era un misero arco in ferro, conficcato nella sabbia del bagnasciuga. All'interno delle costole metalliche, scorrevano dei potentissimi flussi di energia Polaris che emettevano sibili leggeri e quasi impercettibili. Rebecca vi si avvicinò sospettosa e cauta. Per prima cosa si assicurò che nuovi nemici non spuntassero a tenderle un'imboscata, ma l'area attorno a lei era così vasta, pianeggiante e priva di vegetazione, che nessuno si sarebbe potuto avvicinare senza essere visto. Delicatamente accarezzò lo spazio all'interno del gate che appariva come una sorta di pellicola dalle varie sfumature. Era come guardare in una bolla di sapone. Pian piano la mano attraversò i costoni, penetrando nella pellicola eterea. I suoi occhi potevano vedere ancora il mare appena dietro la macchina.

"Non essere sciocca ora!" pensò fra se " Non hai tempo da perdere qui". Così, come quando ci si tuffa da un alto scoglio senza guardare in basso, la ragazza dai capelli corti attraversò il portale. La testa cominciò a vorticare da subito e un forte ronzio rimbombava nelle sue orecchie. Non poteva rendersene conto, ma il suo corpo si era diviso in milioni di particelle che danzavano in quella strana bolla di sapone a misura d'uomo. Fu un istante e il ronzio terminò. Rebecca aveva ancora gli occhi serrati stretti, ma poteva sentire ,sotto le sue ginocchia, il calore e la morbidezza della sabbia.

"Che sia ancora su Hicacal?" si chiese, prima di cominciare a rilassare una palpebra.

Un tentacolo di sole l'accecò, costringendola a richiudere l'occhio. La nausea la catturò immediatamente, mentre la testa continuava a girare. Tentò di rimettersi sulle gambe, ma l'instabilità dei suoi sensi la fece barcollare e cascare nuovamente. Decise di aspettare ancora qualche secondo per riprendersi, poi aprì contemporaneamente gli occhi. La visuale era sfocata e confusa, quasi come se guardasse in un caleidoscopio. Ci vollero altri cinque minuti per ristabilirsi del tutto, ma di una cosa fu contenta, sicuramente non era più su Hicacal. L'isola su cui era approdata era molto più piccola e piatta. Oltre alla spiaggia sabbiosa e ad una folta foresta tropicale, non vi erano né monti né colline. Dall'alto doveva apparire come una piccola macchia verde in mezzo all'oceano immenso. Questa considerazione la mise molto a disagio. Si sentì come una piccola formica in un enorme deserto d'acqua. La temperatura era molto alta ed aumentava con lo scorrere dei minuti. Se non fosse stato per la sua tuta da combattimento, sarebbe stata sicuramente sudata fradicia e di questo non poté che ringraziare il professor Caius Smith e la fondazione Sado. Scrigno in spalla , si mise subito alla ricerca del nemico, che sapeva che prima o poi avrebbe incontrato. Si domandava solo quando. La spiaggia non era molto lunga e ben presto la sabbia si tramutò in terriccio e sottobosco. Le alte palme da cocco schermavano in parte i raggi solari, rendendo l'ambiente umido e afoso. La temperatura percepita doveva superare i 45 gradi in quella bolla torrida che stava attraversando. Si addentrò sempre più nel centro della foresta che diveniva sempre più aspra e insidiosa. Rebecca inciampò diverse volte su liane nascoste nel terriccio e nel fogliame color bronzo e tutte le volte malediceva quel luogo. Pensava ai suoi compagni , ogni tanto, cercando di immaginare come sarebbero state le loro isole. La vegetazione si diradò ad un certo punto, presentando diversi alberi contorti rinsecchiti e sicuramente morti. Uno strano tanfo le fece arricciare il naso. L'olezzo putrido aumentava ad ogni passo proporzionalmente alla flora in via di decomposizione. Il verde vivo della foresta lasciò il posto alle varie sfumature di marrone e grigio, fino al nero di alcune radici aeree. La bella guerriera trovò uno stagno poco più avanti, ma lo spettacolo che si presentò davanti ai suoi occhi era raccapricciante.

SAINT SEIYA NEXT GENERATION 2 : IL DESTINO DI ARTEMIDEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora