Capitolo 1

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Svegliarsi con le urla di mia madre ormai entrò nella mia routine giornaliera. Dato che sfortunatamente son figlia unica mia mamma se ne approfittò per starmi sempre più appiccicata, anche perché mio padre morì in un incidente stradale 3 anni fa e di questa cosa sinceramente non mi pesava molto, ma non vuol dire che sono menefreghista e non volevo bene a mio padre.
Mi misi le ciabatte e con passi strisciati sul parquet arrivai fino in cucina strofinandomi gli occhi.
<<cos'è questo odore?.>>
<<le uova amore.>>
Ma perchè cazzo mi fece delle uova al mattino?, che diamine si era fumata?. Già mangiavo sempre poco perché seguivo sempre una dieta precisa e poi non avrei digerito le uova.
Ritornai in camera per scegliere dei vestiti da indossare: un jeans a sigaretta con una canottiera bianca e il cardigan rosa. Molto semplice rispetto all' outfit che di solito indossavo.
Mi misi l' eye-liner e il mascara e lasciai i capeli sciolti. Adoravo far vedere per bene il mio colore porpora con dei riflessi viola scuro.
Salì sul motorino e me ne andai a scuola.
Io non avevo una migliore amica, ben si due migliori amici, avete capito benissimo, due ragazzi che tra l'altro sono i più fighi della scuola, una specie di playboy sono.
Mi tolsi il casco e vidi arrivare per prima Jey con quel ciuffo castano e occhi azzuri e i suoi muscoli possenti, poi il più coglione, Ronald che indossava sempre un cappello di lana sopra ai suoi capelli scompigliati tipo emo (?). Non ho mai capito che taglio avesse. E comunque il suo soppranome era  Ron.
<<hey stronzi! Ieri sera non siete venuti al centro.>>
Ron <<dovevano andare dalla sua zia, sai.. Quella psicopatica ahaah.>>
Jey << prima di tutto mia zia non è psicopatica e due non eri costretto a venire.>>
Ridemmo per tutti quei minuti prima che suonasse la campanella, quella campanella che ti avvisava che la pacchia era finita e ora bisognava fare i seri.
Entrai in classe e la prof di inglese mi guardò malissimo.
<<Cecilia, venga alla cattedra.>>
Tutti i miei compagni mi guardarono ridendo, pensai che fosse un solito discorso che mi faceva spesso perché non miglioravo mai i voti brutti ma poi mi fece stare per 20 minuti in piedi diffianco a lei e io manco capivo il motivo. Parlava, parlava e continuava a parlare della lezione e poi ad un tratto mi porse la mano e io sostituì il favore.
<< questa sciocchina ha deciso benissimo di andare in bagno settimana scorsa e di fumarsi una canna seduta al cesso.>>
Arrossai tutta, i miei amici ridevano anche se questa cosa che capitò non era una delle peggiori che ne combinavo.
<< si ma prof la Ceci fa di peggio ahahah>>
Quel maledetto cretino del mio compagno di classe non si era mai deciso di tenersi la bocca chiusa.
Alla fine mi mandò dal preside e ritornai a casa con una sospensione per una settimana da comunicare a mia madre.
<<che cazzo hai fatto? Ora ti metti pure a fumare l' erba?.
Tu non stai crescendo bene, stai diventando patetica e basta e ora fila in camera!.>>
Fui contenta di farmi chiudere in camera per tre giorni, tanto   i miei due migliori amici quando volevo si arrampicavano sull' albero e salivano su dalla mia finestra della cameretta.
Chattavo sempre, sempre e sempre con loro due, nessuno mi fermava. C' erano giorni in cui che per chattare continuamente con loro manco mi facevo la doccia e poi alla fine me ne pentivo perché ero sempre stata una maniaca del pulito e odiavo follemente puzzare.
Feci scorrere i canali della tv senza interesse e continuai a pensare che mi mancava la scuola ma no! Non per lo studio, ma per tutti gli amici che avevo, con me erano sempre gentili e quasi nessuno mi odiava perché non stavo a fare la "tipica troietta del liceo". Anzi, c' era stata una ragazza di nome Lory che forse la preferivo più di tutte oltre Ron e Jey. Lory non cambiava mai quel taglio di capelli: corti fino le spalle con un colore quasi indescrivibile tipo un biondo quasi bianco con la riga in mezzo e... Ah odiava le sue intigini, non chiedetevi il perché, non lo so neanche io.
Mi frustrava il fatto che io ero a casa e Ron e Jey a scuola a scherzare, prendere in giro i prof e io per colpa di quella maledetta  prof dovevo starmene qua a casa come se fossi già una pensionata del cazzo.
Due giorni di castigo passarono e io già mi sentì più libera anche se mancava solo quel giorno in cui stavo sopportando.
Mia mamma era un architetto, per colpa delle riunioni e non so, tipo viaggi (?) non passava tempo con me, ci vedevamo solo per la colazione, cena e tutta la serata. Infatti in quel pomeriggio volevo passarlo a modo mio. Chiamai Ron che per fortuna non ebbe nessun impegno, Jey dissicuro era all' allenamento di basket.
<<hey frocetto.>>
<<solo perché mi vesto in un modo "strano" non vuol dire che sono gay, comunque ciao ahah.>>
Entrò in casa mia e la prima cosa che fece è di entrare in cucina a prendere una lattina di birra dal frigorifero, come se fosse casa sua.
<<allora Ceci, sei già al terzo giorno dalla sospensione e ne mancano ancora 4 di giorni, che intenzione hai di fare?.>>
Apparte a fare cazzate su cazzate?.
<<niente, vi aspetterò fuori da scuola quando finisce, starò a casa, andrò in centro New York se posso permettermelo ahah.>>
A New York con fatica ci andavo, abitavo in un paesino a Manhattan quindi la possibilità di spostarmi li ne avevo ma da sola facevo fatica perché se io rimanevo sola per lungo tempo cadevo in una depressione deprimente, per esempio in questi tre giorni.
<<se vuoi dopo scuola ti ci porto in macchina io a New York.>>
<<e Jey?.>>
<<ci raggiungerebbe dopo, ma intanto avremmo tempo per noi due ahaha.>>
<<Ahaha daccordo scemo.>>
Non capì il motivo del perché Ron volesse stare molto più tempo con me, infondo lo passava sempre il tempo con me e Jey e quando capitava anche insieme a Lory ma avevo quella sensazione che lui provasse disagio o qualcosa del genere.
<<Ron smettila di osservarmi mentre mangio la nutella ahaha.>>
<<Mi sembra strano che tu mangi nutella, sbaglio o sei a dieta? Ahah.>>
<<Cazzo vero ahah.>>
Con un pugnetto feci allontanare il vasetto di nutella da me, mi pulì la bocca e mi alzai dalla sedia andando verso di lui sedendomi sulle gambe.
<<hey ma che fai?.>>
<<niente Ron.
Hai qualche segreto da svelarmi?.>>
<<ma che cazzo dici scema no! Ahah.>>
Avevo quel bisogno enorme di sapere qualcosa su di lui perché la sua vita non mi annoiava mai, sopratutto per il fatto che da piccolo era una vittima del bullismo e che ora, con tanto coraggio e impegno era qui davanti a me a sorridermi.
In quel momento però volevo sapere se usciva con una, se era innamorato.
<<ti senti con qualcuna?.>>
<<ma ti pare?.
Tu sai benissimo come sono fatto, per amore non ciò cuore, per amicizia si.>>
<<quindi usi solo le tipe?.>>
<<per ora si.>>
E dopo che chiuse la bocca distolse lo sguardo da me e si mordicchiò il labbro inferiore. Per me nascondeva qualcosa.
Gli sorrisi e mi alzai dalle sue gambe incitandolo di andare sul divano a sdraiarci.

Occhi che ingannanoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora