Capitolo 7

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Stavo per finire la verifica, così come credevo.
Mancavano due domandine del cavolo. Le più difficili.
Guardai dietro all' ultima fila e vidi Jey fare l' occhiolino a Roxy, una troia di classe. Ovviamente ogni classe ha la sua troia.
Ron si stava sistemando il cappellino di lana grigio dela Obey e io ero tutta nel panico.
<<ragazzi consegnate, l' ora sta finendo.>>
<<no cazzo no!.>>
L'insegnante annunciò la fine dell'ora e io ero l'ultima a consegnare la verifica, ovviamente scrivendo cavolate nelle ultime due domande.
Adoravo l' ora di ricreazione.
Rimasi sola appiccicata al muretto asciugandomi dalle gocce di sudore che mi cadevano dalla fronte, poi subito dopo arrivò Ron.
<<bella tosta la verifica eh?.>>
Lo guardai come se volessi fulminarlo, lui studiava molto, ma avvolte preferiva farsi le canne che prendere bei voti.
<<Rom cazzo tu sei rimasto tutto il tempo a giocare con quel fottuto cappello, spiegami come cazzo hai fatto a finire subito.>>
<<esiste ripassare il giorno prima, possibilmente prima di andare a dormire.>>
Gli sorrisi e presi la sigaretta dalla tasca dello zaino.
Per me fumare diventò un abitudine. Non lo facevo tanto per essere figa, ma lo facevo perché sentire qualcosa che to usciva dalla bocca era come ogni volta togliere un peso.
<<vieni a casa mia oggi?.>>
Non mi stupì la sua richiesta, con tutte quelle volte che me lo chiedeva.
<<vengo da te per le quattro.>>
<<perfetto.>>

Era totalmente impalato alla tv a giocare con la xbox, io invece stavo leggendo dei patetici stati che scrivevano certe della scuola. Non dico che le giudicavo ma sapevo benissimo che fingevano di essere mie amiche solo per essere leggermente più popolari.
<<non ti sei mai sentita sola anche se stai in mezzo a un mucchio di persone?.>>
<<cosa?.>>
Non mi faceva mai domande del genere, io sinceramente non sapevo che rispondergli.
<<beh io sono molto conosciuta quindi ogni volta che mi giro trovo sempre qualcuno che vuole chiacchierare con me, quindi no, non ho sto problema di sentirmi sola.>>
<<ah ok.>>
Accicciai il naso.
Mi sedetti si di lui distraendolo dal gioco e lo sbaciucchiai in continuazione sulle guance, tipo a modo di cane diciamo.
<<ahahah Ceci basta mi stai lavando.>>
Rideva, rideva e rideva sempre. Questa cosa mi faceva star da dio e anche lui credo si sentisse come me.
<<ma tipo tu con chi ci andrai al ballo di fine anno?.>>
Non ci avevo ancora pensato. Avevo l' imbarazzo della scelta.
<<non saprei, mi porterò voi due magari ahah.>>
<<ma finiscila ahah visto che è l' ultimo anno di scuola dovresti portarti qualcuno che per te sia davvero importante.>>
E quanto aveva ragione.
Si alzò e comminciò a saltellare alzando le braccia a modo di stretching.
<<tipo un ragazzo che in tutti questi anno to abbia fatto sorridere ogni santo momento, che ti regala gioia con lo sguardo, che ti capisce al volo.>>
<<ma dove stai barando Ron?.
Dici così perché pensi che porto te al ballo? Ahaha.>>
<<Mhh può darsi ahahaa.>>
Anche se scherzava gli si leggeva in faccia che infondo quelle battute era una sotto specie di copertura per non far capire che è la verità, credo che sia una cosa tipica di tutti.
Continuava a vibrare il suo cellulare. Arrivavano al minuto un sms di tipe sconosciute che scommeto vengono nella mia stessa scuola.
<< quanti ammiratrici hai? Ahah.>>
<<smettila, rompono il cazzo e basta ahah.>>
<<ma se intanto te le fai ahah.>>
Sorrise ma non disse altro.
Lui baciava e toccava e basta ma non aveva perso affatto la verginità. Continuava a ripete che per perdere la verginità bisognava perderla con la persona giusta e io mi chiededevo chi sarebbe stata la fortunata.
Apparte il fatto che manco io avevo perso la verginità ma non perché volevo aspettare il momento giusto, ma perché adoravo tenermi ancora "preziosa" per gli uomini.
Tutti pensavano che visto che ero la più figa e popolare della scuola, ero sverginata, ma forse non mi conoscevano così tanto da saperlo. L'apparenza inganna.
Rimasi da lui persino di sera per cena. Mia mamma tanto non sarebbe ritornata per quell'orario.
Ci misimo sul letto a coccolarci e lui era dietro di me che con il suo petto scolpito toccava la mia schiena tenendo il braccio come un peso sul mio fianco.
<<ho sempre pensato che noi due saremmo rimasti amici per lungo tempo.>>
Gle lo dissi in un tono basso e preciso, forse anche troppo dolce.
<<beh cucciola, è destino rimanere insieme, anche con Jey vale ahaha.>>
Jey in fine dei conti mi mancava, lo vedevo tutti i giorni a scuola, avvolte a casa mia o oppure nelle sue partite di basket ma non riuscivo mai a goderlo come quando da bambini. Era sempre appiccicato alle tipe, le baciava, se le portava a letto e io forse mi sentivo leggermente gelosa di lui. No, non ero innamorata di lui, solo che essendo il mio migliore amico è come se fosse il mio fidanzato diciamo ma niente baci e cose sconce.

<<tesoro è sabato, non esci?.>>
<<in teoria si ma non me la sento.>>
E forse avevo quella voglia di vedere Jake.
<<come vuoi.
Comunque io oggi esco fino a pomeriggio tardi, shopping con amiche.
Vado tesoro ciao.>>
<<ciao.>>
Se ero contenta che mia madre se ne fosse andata? Si ero contenta.
Chiamai Jake per fargli sapere che ero libera.
<<Weii, ascolta vorrei chiederti una cosa.>>
<<dimmi bellezza.>>
<<sei libero oggi?.>>
<<ovvio, vengo da te se vuoi.>>
<<perfetto, ci si vede.>>
Mi truccai in una maniera impeccabile. Mi misi una gonna nera corta fino sopra le ginocchia e una maglettina bianca che arrivava fino all'ombellico. I capelli lì arricciai leggermente, e così potevo dire di essere perfetta.
Sentii suonare il campanello e con agitazione aprì la porta di scatto.
<<o mio dio sei bellissima Ceci.>>
<<non devi.>>
E lui entrò dentro in casa come niente fosse.
<<porca puttana Ceci sei stupenda, oddio quella gonna.
Cosa ti farei.>>
Mi allontanai da lui.
Come si era permesso di dirmi una cosa del genere? Ero rimasta stranita da lui ma non volevo farglielo notare.
<<ahaha.>>
Si, una risata mi uscì da quella maledetta bocca.
Cominciò a fare il giro della casa e quando beccò la mia camera si mise a frugare nei suoi cassetti poi vidi lui fare una mossa con il braccio nei scaffali, come se mettesse qualcosa.
<<cosa stai facendo?.>>
<<niente tesoro, sto solo osservando.>>
Ma quel sorriso era strano per me.

Occhi che ingannanoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora