Capitolo 5

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Camminavamo già da due ore emmezza e ci ritrovammo dentro in un boschetto pieno di rocce con un fiumiciattolo.
<<Jey ma ti rendi conto dove siamo?.>>
<<no..>>
Lo presi per i capelli abbassandolo alla mia altezza sfiorandogli il mio naso contro il suo.
<<ti ricordi da piccoli? Quando mio padre ci portava qua a pescare e tu ti addormentavi su quella roccia là infondo?.
Non ricordi?.
Avevamo circa 7 anni Jey?.>>
<<come fai a ricordare?, io.. Io non ricordo bene.>>
Mi staccai da lui e mi sedetti su una piccola roccia leggermente appuntita che in effetti mi pungeva la chiappa destra ma era sopportabile.
<<non ricordi per a quell' età hai avuto un trauma al cranio e ti sei dimenticato quella parte.>>
Si avvicinò e cominciava a tremare, come se aveva quella strana sensazione di aver vissuto qualcosa ma non si ha la minima idea di cosa.
<<non saprei Ceci.
Non lo so.>>
In quel preciso secondo gli squillò il cellulare e non esitò a prenderlo accettando la chiamata.>>
<<oh Ron, dove sei?.
Ah capito adesso ti raggiungiamo al parco, aspettaci vicino la statua.>>
Riattaccò e mi prese per mano e mi riportò indietro.

<<Ron ciao.>>
Ron <<tesoro, allora hai parlato con lui?.>>
Jey << se non mi avesse parlato a quest' ora non sarei qui ahah.>>
Scoppiammo tutti a ridere ma avevo una tensione dentro di me, tipo un insieme di preoccupazione, presentimento, rabbia e depressione. Un qualcosa che fece diventare il sorriso momentaneo in un sorriso falso e acido.
Per tutto quel tempo a stare con loro avevo solo mentito, non mi sentivo al mio agio, forse perché a rivedere quel vecchio posto della mia infanzia dove c' era mio padre non era affatto un grande idea.
<< è tardi, dovrei andare che mia mamma forse mi starà cercando.>>
Jey <<ti riaccompagno?.>>
<<nono va bene così, giuro.
Ciao ragazzi.>>
Mi allontanavo sempre di più da loro e appena finì dall' altra parte dell' angolo della curva cominciai a correre più forte che potevo con le lacrime, e non so ma non capivo il perchè di quel pianto.

<<tesoro perché piangi?.>>
<<mamma, a te non manca papà?.
So sembra una cosa stupida perchè io in tutti questi anni non ho mai sentito la sua mancanza e al funerale manco avevo pianto ma.. Mi sento strana.>>
Si sedette sul letto vicino a me e mi coccolò senza fermarsi e quel suo calore materno era una cosa che bisogna godersela benissimo in quel momento visto che le sue coccole erano rare, molto rare.
<<manca anche a me Cecilia.
Ricorda che è tuo padre ed è logico che ti deve mancare, faceva molto per te, molto.>>
Mi asciugai le lacrime e gli sorrisi e lei se ne andò via e tutto quell' incubo svanì nel nulla, come se non fosse successo nulla.
Stavo dormento quando una chiamata mi svegliò di colpo.
<<pronto.>>
<<ola Ceci come stai?.>>
<<Jake, bene, ceh no aspetta mi sono appena svegliata.>>
<<ahahah davvero? Allora non avrai mangiato nulla.>>
Si, niente avevo mangiato, mia mamma era già andata a letto e questo si capiva perché non si sentiva nessun rumore visto che lei era chiassosa.
Non avevo fame.
<<piuttosto che mi racconti di bello?.>>
Gli feci quela domanda idiota ma curiosa, tanto per farlo parlare visto che amavo la sua voce ed era così eccitante.
<<sono uscito un po, poi ho lavorato da mio cugino, e se ti chiedi che lavoro faccio è meccanica ahah.>>
Mi lesse nella mente al volo per l argomento "lavoro".
<<ma quindi fai il liceo linguistico Ceci?.>>
Ero persa nel vuoto ascoltandolo ma dovevo rispondergli.
<<ehm faccio si quella scuola vicino, studio il francese e il tedesco.>>
<<sono lingue difficili come mai quelle lingue?.>>
Come mai quelle lingue?. Perché erano le più facili da studiare anche se per lui erano difficili?.
<<non c' era molta scelta diciamo.>>
<<capito.
Domani cosa fai?.>>
Domani cosa fai?, quella domanda mi fece balzare il cuore. Che rispondergli? Ovvio, che ero libera e bla bla.
<<credo di non aver impegni oltre la scuola.>>
<<ok allora aspettani domani fuori scuola, mi troverai dissicuro nel parcheggio.
Dormo ora, notte Ceci.>>
<<Notte Jake.>>
Era l' ultima ora ed ero in ansia. Dove si sarebbe fatto vedere? E Jey e Ron? Cosa avrebbe pensato?.
Suonò la campanella e misi subito i libri nello zaiono e scappai immediatamente da quell' aula.
Era li, vicino all albero ad aspettarmi e mamma mia quanto era bello.
Mi fece il cenno con la mano di avvicinarmi e io mi avvicinai correndo, come una matta.
<<bellissima, sei stupenda dal vivo.>>
<<grazie.>>
Ci guardammo per qualche secondo e cominciammo a camminare e io ero troppo nervosa perché  camminavo malissimo, tipo come in quel momento indossi dei trampoloni e non sai più se cadere in avanti o all' indietro.
<<dai parlami di te.>>
<<parlare di me? Ahahahah ma io..>>
Mi bloccò e mi parlò con un tono serio.
<<si stai per dire che non hai niente dì speciale da dire su di te ma non è vero, hai qualcosa di bello da raccontarmi, qualsiasi cosa.>>
Beh, in effetti potevo solo raccontargli che adoro leggere, sono molto popolare e altro?.
<<come sai frequento il liceo, a scuola sono molto ricercata e son grazie al cielo popolare.
Passo la maggior parte a leggere libri adolescenziali e sto quasi sempre in compagnia dei miei due migliori amici.>>
E come speravo lui fece quella faccia da stranito perché gli sembrava strano che io avevo due migliori amici, sopratutto perché erano maschi.
<< due migliori amici? Ahaha.>>
<<si chiamano Ron e Jey ahah.>>
Fece una risata che mi piaceva un sacco perché era bella piena.
<<come mai loro due?.>>
<<sono sempre stata appiccicata ai maschi.
Loro li conoscevo da quando avevo solamente 7 anni e sono dei miei vicini di casa diciamo, ceh non proprio. Ron abita nella sterza via a destra dalla mia casa, invece Jey son 5 minuti di camminata e son gia sotto casa sua.>>
<<e a 10 minuti ci son io ahah.>>
Mi fece scappare una risata isterica, era buffo, anche troppo buffo.

Occhi che ingannanoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora