Capitolo 2

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Fù già venerdì e mi stupì per il fatto che la settimana stava passando veramente veloce e mi chiesi se Ron avesse mantenuto la promessa di portarmi a centro New York.
Stavo pulendo la cucina visto che mia madre il tempo per le pulizie non ne aveva. Mi arrampicai sui mobili da cucina per raggiungere i mobili più in alto per spolverare e qualcuno mi bussò alla porta come se avesse fretta di entrare. E se fosse stato un maniaco sessuale?, un ladro?, che fine avrei fatto?.
Decisi di aprire comunque la porta.
<<Jey?.. Ron?, ma che fate?.>>
Jey <<bellezza, mettiti qualcosa di carino che si parte!.>>
<<si parte? Ma che cazzo stai dicendo Jey?.>>
Ron <<tesoro, a New York si va.>>
<<si ma cosa dico a mia madre?, non posso sparire così nel nulla.>>
Ron mi si avvicinò posando la sua grande mano sulla mai spalla e sentì una specie di solletico la soffo da quanto lui avesse la sua bocca vicino alla mia.
Ron << per caso a casa c'è tua madre? No!.
Ritorneremo a casa prima di lei, te lo prometto.>>
Nel frattempo esce dalla mia stanza Jey con un vestitino grigio con righe bianche aderente.
<<dai Jey non mi va di mettermi quella roba.>>
Jey <<ma se hai un culo della madonna, cazzo pagherei per toccarlo ahaha.>>
Ron <<condivido pienamente ahahah.>>
<<ragazzi ma fanculo ahaha.>>
Mi ritrovai nella jeep di Ron nei posti dietro con due zaini e sapevo già che erano di loro due.
<<ma alla fine Jey non dovevi andare agli allenamenti?.>>
Jey <<per te rinuncio a tutto.>>
Notai che uscimmo da Mitdown, dove abitavo io.
Ci ritrovammo appena entrati nell'autostrada e già la mia città un po' mi mancava, ma non fù una preoccupazione enorme visto che stavo per andare a visitare City Hall Park, un parco grande al centro New York.
Jey <<sento che ho bisogno di andare al cesso.>>
Ron <<no cazzo non possiamo fermarci!.>>
Jey <<non riesco Ron!.>>
<<tra 10 minuti c'è un autogrill, ci fermeremo li Jey.>>
Ron <<come fai a sapere che tra 10 minuti c'è quel posto?.>>
<<lo so e basta.>>
Invece passavo le notti a studiarmi tutte le strade, negozi, musei di New York solo per sognare di starmene lì.
Non so perché avevo questa fissa per quella città, era comune alle altre ma per me non era così. Là c'era un pezzo mancanze di cui ne avevo davvero bisogno perché ero nata a New York, io e i miei (prima della morte di mio padre) ci trasferimmo a Manhattan per questioni di lavoro e così non cambiò più nulla, so solo che fui davvero molto fissata dalla bellezza di New York.
Entrammo nell' autogrill sbuffando, non avevamo affatto intenzione di fermarci.
Ron <<se quel bastardo non si muove lo lascio quà e noi ce ne andiamo.>>
<<non capisco perché ti devi sempre arrabbiare con lui.>>
Mi guardò per qualche secondo, uno sguardo pungente aveva, non voleva parlarne.
<<rispondimi Ron!.>>
Ron <<che cazzo c' è! Ti voglio portare in quel fottuto posto quindi stattene zitta.>>
Non riuscì a farmi entrare nella testa quello che aveva appena detto, si vero.. Litigavo più con Ron rispetto a Jey perché lui è un ragazzo molto delicato e avendo avuto un infanzia difficile il suo comportamento cambiò radicalmente all' età di 15 anni.
Appena Jey finì il suo dovere entrammo in macchina ma sta volta Jey si sedette diffianco a me nei posti dietro.
Quando uscimmo dall" autostrada cercai di far dire qualcosa a Ron, non aprì bocca dopo quella discussione. Questa cosa non mi piaceva, mi dispiaceva troppo.
Jey <<saw al of the saints lock up the gates I could not enter walked into the flames called out your name but there was no answer.>>
<<stai cantando una canzone di Adam Lambert? Ahaha.>>
Jey <<mi annoio ahah.
Oggi Ceci sei proprio bellissima.>>
Vidi dallo specchietto davanti lo sguardo di Ron, i suoi occhi si affannarono ogni secondo che passò. Perche questo? Cosa gli dava fastidio?.
<<ahaha Jey stau zitto!.>>
Ron <<parcheggio e scendiamo, siamo arrivati.>>
Uscimmo dalla jeep e la prima cosa che notai fù un vasto prato e infondo un monumento, misi i piedi sul prato e feci un sospiro profondo.
<<New York eccoti.>>
Jey <<dolcezza hai detto qualcosa?.>>
<<no ahaha.>>
Jey <<pra parli pure da sola? Ahaha.>>
Stavo per rispondere ma Ron mi prese per la mano d mi trasportò sotto gli alberi. Fissai lui e Jey mettere la tela sul prato e intanto ridevo perché erano proprio due incapaci a stendere una semplice tela.
Ron <<madam si accomodi.>>
<<fottiti Ron ahah.>>
Mi fece l' occhiolino e si allontanò da noi per andare al bar.
<<che hai da guardarmi?.>>
Jey <<ti conosco da 17 anni , possibili che non me l hai ancora data? Ahahah.>>
Era logico che non la dassi a nessuno, neppure a lui.
Per me scopare gli amici, sopratutto Ron e Jey sarebbe del tipo una cosa assurda, tutto cambierebbe, diventerei gelosa.
<<Jey, non posso scopare te, sei il mio migliore amico ahaha.>>
Vidi Ron uscire dal bar con tre birre in mano. Aveva l' aria di uno calmo e solare, e forse la sua rabbia svanì sul serio.
Ron <<ecco le birrette.>>
Presi la birra e notai un suo sorrisone in faccia, Ron sorprendentemente cambiò umore e cominciò a scherzare insieme a noi due.
<<stra adoro New York.>>
Ron <<stra adoro te.>>

Occhi che ingannanoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora