Eravamo in treno ormai da un'ora e un senso di vuoto e di tristezza non dava cenno di volersene andare. Tutta colpa di quello Styles. Ci eravamo salutati con la promessa di rivederci, ma non sapevo niente di lui: non solo come contattarlo o dove trovarlo, ma nemmeno cose banali come il nome o la sua età.
In quel momento lo odiavo. Oltre ad avermi fatto provare cose che non avrei dovuto provare in presenza di un ragazzo, faceva anche il misterioso pronunciando frasi senza senso come "Ti dirò il mio nome quando sarai pronto, sempre che allora tu lo voglia ancora sapere da me".
Che razza di frase era?
Forse non gli piacevo: quella era l'unica soluzione che mi sembrava avere un senso. Per quale altro assurdo motivo non dirmi niente di lui, altrimenti?
Dovevo assolutamente parlare con qualcuno di tutta quella situazione, non potevo più tenermi tutto dentro e, inoltre, avevo bisogno di sentire un parere oggettivo provenire da qualcuno che non fosse coinvolto emotivamente.
Non sapevo, però, cosa avrebbero pensato di me i miei amici. Mi avrebbero insultato o giudicato? Schifato? Oppure, ancora peggio, trattato diversamente dal solito? Come potevo pensare di parlare di una cosa tanto delicata con loro se io ero il primo ad avere paura ad ammettere a me stesso quello che provavo?
Guardai sovrappensiero Liam e Sophia di fronte a me, che dormivano con un'espressione rilassata stampata sul volto. Mi voltai alla mia sinistra, dove era seduto Stan che, immerso nel suo mondo, stava guardando fuori dal finestrino del treno ascoltando la musica. Non mi aveva rivolto la parola da quando ci eravamo svegliati.
Tutto questo malinteso del bacio deve finire.
"Stan, possiamo parlare?" gli dissi sfiorandolo per attirare la sua attenzione.
Si tolse l'auricolare e mi guardò con fare interrogativo.
"Senti, so che sei a disagio per quel bacio che mi hai dato ieri sera, ma davvero... è tutto a posto. Come se non fosse mai successo" tentai di tranquillizzarlo.
Silenzio assoluto.
"Per favore, puoi ritornare a parlarmi normalmente adesso? Non sono incazzato con te, fidati" continuai con un sorriso rassicurante.
Fece un'espressione sconvolta. "Sei serio, Louis?"
Lo guardai confuso, così aggiunse: "Tu pensi davvero che io abbia paura che te la sia presa per uno stupidissimo bacio che ti ho dato da ubriaco?"
Annuii senza proferire parola: forse quel suo strano comportamento era dovuto ad un altro motivo, ma ancora non capivo quale fosse.
"Dio, Louis, sei così cieco..." sospirò con un espressione sempre più triste in volto.
Stavo perdendo la pazienza: ero stufo di essere circondato da persone che dicevano una cosa sì e cento no, o parlavano chiaramente o potevano anche andare a farsi fottere.
"Stan, non ho la più pallida idea di quello che stai dicendo. Spiegati e dimmi le cose come stanno, almeno te" dissi costringendolo a guardarmi negli occhi.
Lo vidi farsi cupo, mentre cercava le parole giuste da dirmi.
"Non credo sia un segreto il fatto che tu mi piaci... Voglio dire, sono venuto a vedere le tue partite e i tuoi allenamenti per mesi, sperando di farmi notare da te, eppure niente da fare" mi guardò con la coda dell'occhio per vedere la mia reazione, ma io non mossi un muscolo, così continuò.
"Mi ero quasi arreso all'evidenza, quando quel giorno ti ho visto sorridermi al McDonald. Da allora non ci ho capito più niente. Ti ho mandato l'amicizia su facebook, ti sono venuto a vedere alla partita e mi sembrava che ci fosse un bel feeling tra noi, così ho osato e ti ho invitato a bere un caffè. Tu hai accettato e sei scappato via senza farti più sentire per una settimana. Sai, ho addirittura pensato: ehi!, magari gli interesso per davvero e si fa desiderare. Ti sono venuto a trovare nel tuo negozio e mi hai trattato di merda, rinfacciandomi la tua presunta eterosessualità e comportandoti da cafone, ma ci sono passato sopra quando mi hai chiamato per farti perdonare, anche se non facevi altro che ripetere che non ti interessavo in quel modo e che non era un appuntamento. Potevo capire, magari eri nella fase della negazione - ci siamo passati tutti - o magari eri davvero etero. Comunque, mi ero arreso all'idea che non potevamo essere qualcosa più di amici e che in ogni caso non eri pronto per me ed ero davvero disposto a starti accanto mettendo da parte i miei sentimenti."
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Har94
FanfictionLouis, 23enne annoiato, conosce in una chat Har, una ragazza dagli occhi verdi. All'inizio i due non si sopportano, ma col tempo cominceranno ad apprezzarsi. Har però è sempre molto vaga e Louis capisce che non è del tutto sincera. Ma su cosa? Non s...