Capitolo 2

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Le lezioni sono state molto noiose ma per fortuna sono finite. Le 5 ore sono passate molto in fretta, non so se per fortuna o sfortuna. Ora doverei andare a casa, dove sicuramente incontrerò un Mike più incazzato che mai per il mio incontro/scontro con il suo migliore amico.
Devo anche sbrigarmi perché devo arrivare a casa prima dell'arrivo di mio fratello e dei suoi amici. Devo chiudermi in camera mia senza fiatare altrimenti Mike si arrabbierà ancora di più.
Prendo le mie cose e le metto nella tracolla, esco di corsa dalla classe ma per mia sfortuna assurda mi ritrovo davanti Cassy. <<Piccola sfigata.... che c'è? Hai fretta di tornare a casa vero?>> Chiede retorica, <<Peccato che a casa non ci vai se prima non mi sfogo un po... sai le voci girano ed è ufficiale, io e Jonathan ci siamo lasciati ed io sto molto male... >> dice con fare teatrale. Nemmeno il tempo di analizzare le sue parole che mi arriva un forte schiaffo, sulla guancia sinistra, che mi fa girare la testa. Subito dopo me ne arriva un altro accompagnato da una spinta, che mi fa cadere a terra. Cassy incomincia a tirarmi calci nello stomaco ed io inizio a piangere. Una piccola folla si è formata attorno a noi e sta acclamando a gran voce la mora. Dopo una serie, per me infinita, di calci se ne va soddisfatta e con un sorriso vittorioso stampato in faccia. Ancora non capisco questo suo comportamento nei miei confronti  credo che mai lo capirò. Anche la folla se ne va lasciando me a terra dolorante. Nessuno si preoccupa per me, nessuno si precipita a soccorrermi... Nessuno. Questo mi fa capire quanto realmente sono sola, non che prima non lo sapessi, ma si sarebbe piaciuto se qualcuno mi avesse anche solo teso la mano per aiutarmi a rialzarsi, come Calum questa mattina. A gran fatica mi alzo in piedi, raccolgo le mie cose da terra e mi incammino verso l'uscita. Non posso andare a casa, è troppo tardi e Mike sarà già li con i suoi amici, che non sanno della mia esistenza, o almeno non sanno che sono sua sorella. Decido di andare alla casa nel bosco. Quella casa l'ha costruita Jason per me, come mio rifugio dal mondo, è il mio posto sicuro dove posso piangere  sfogarmi e parlare con lui. Vado lì quando sto male, dopo essere stata picchiata da Mike o Cassy o chiunque altro. Vado la ogni volta che ho bisogno di stare sola. Anche durante la notte, quando mi sveglio per aver fatto un incubo, mi alzo mi vesto e vado la. Mi ricorda tanto Jas e i momenti passati insieme.
Senza nemmeno accorgermene sono già arrivata, è una piccola baita in legno situata nel boschetto dietro casa. Ha 4 stanze. 1 camera da letto, con appunto un letto matrimoniale, 2 comodini ed una cassettiera, un salone con un divano in pelle, lucida, nera, un tavolino in vetro ed altre due poltroncine piccole, c'è anche una piccola cucina con l'essenziale. Non essendoci elettricità non c'è il forno o apparecchiature varie, c'è un piccolo cucinino a gas, un tavolo, 4 sedie, piatti, bicchieri e posate. C'è Anche un piccolo bagno con un lavandino ed una doccia. Più che costruita, Jas, l'ha ristrutturata. L'ha comprata, con i suoi soldi, e rimessa a nuovo per me, all'insaputa dei nostri genitori.
Entro in casa, poso la borsa sul divano e mi dirigo di corsa in bagno. Cerco disperata la mia migliore amica nei cassetti e quando la trovo sono davvero felice. Tiro su la manica della mia felpa e la posiziono  sul polso sinistro. Inizio a tracciare più e più volte il mio polso, ormai abituato a quella sensazione di dolore ma che allo stesso tempo mi fa sentire in pace con me stessa. Mi piace vedere il sangue sgorgare dal mio braccio, mi ricorda che sono ancora viva, anche se non vorrei esserlo. Mi ricorda che sono un essere umano, anche se molto imperfetto, e che quindi, forse, non merito tutte le cattiverie che ho subito e che devo ancora subire. Mi stendo per qualche istante sul pavimento lasciandomi trasportare dalle mille emozioni contrastanti. << Scusa Jas, so che tu mi vorresti più forte, ma ormai non reggo più questa situazione>> dico con voce tremante e gli occhi pieni di lacrime. So che se mi vedesse ora mi direbbe che sono una delusione perché non sono abbastanza forte da reggere tutto ciò. 
Mi alzo, ancora più dolorante di prima, mi risciacquo il braccio e lo fascio. Guardo l'ora e mi rendo conto che ormai sono le 18.30. Decido di andare a casa essendo ormai tardi. Spero vivamente che a mio fratello sia passata perché non ce la farei a sopportare ancora altro dolore.

Eccomi!!!
Scusate eventuali errori grammaticali.
Sto aggiornando con il telefono e senza Wi-Fi. Abbiate pazienza se ci metto una vita.
Detto questo votate e commentate.
Al prossimo capitolo
Baci kiki

Io... La Sfigata di turno (SOSPESA) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora