Ventiduesimo capitolo

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Siamo arrivati da poco nell'aeroporto di Roma,avviso mia mamma e le scrivo come sta Daisy,Jacopo vede un ragazzo con in mano un cartello con scritto il suo cognome
«È la nostra guida.»
Andiamo incontro a questo ragazzo e ci presentiamo,si chiama Isaac,ci ha portati al secondo aereo dove ci porterà diretti in Thailandia,dieci ore di viaggio,uno dei viaggi più lunghi della mia vita,non so se Daisy sarebbe riuscita a sopportar così tante ore seduta su una poltrona. Saliamo lungo la scaletta!non ricordo più il tempo di essere salita su un aereo,voglio sedermi al posto vicino al finestrino e Jacopo approva subito. Stiamo per decollare. Arrivederci Italia.
L'hostess con una vocina irritante inizia a parlar di tutte le norme di sicurezza da eseguire in caso di pericolo,perché bisogna pensare al pericolo ? Vorrei solo passare quindici giorni tranquilli,col mio uomo,invece a quanto pare vogliono terrorizzarmi ancor prima di arrivare in un posto totalmente diverso del mio paese.
«Vuole qualcosa per il volo ? Snack,bibite,alcolici ?»
«Un alcolico.»
«Cosa vuole signore ?»
«Uno qualsiasi.»
Guardo Jacopo e forse non so qualcosa ? Forse ha paura dell'aereo e non me l'hai mai detto perché ha paura che lo derido,beh,non posso non ammettere che il pensiero mi fa un po' ridere.
«Per lei signora ?»
«Niente grazie.»
Passa un bicchiere a Jacopo pieno di un liquido trasparente,ha davvero un odore forte.
«Come mai da bere ? Non avrai forse paura ?»
«Io ? Paura ? Nono.»
«Allora mettiti tu accanto al finestrino non mi piace molto.»
«Ma..uhm...eh..no..stai tu.»
«Amore hai pauraaa.»
Rido come una matta,Jacopo mi guarda male,dovremmo pur far qualcosa in queste dieci ore,anche se Jacopo mi abbandona subito,si addormenta,gli stampo un bacio sulla guancia. Frugo tra la borsa per cercare il telefono che devo ancora spegnere,trovo un test di gravidanza,che ho comprato alcuni giorni fa,non mi ricordavo di averlo lasciato in borsa. Ho un ritardo, di circa cinque giorni,ma penso si tutta colpa del matrimonio,dell'ansia e lo stress che avevo,ma,per precauzione ho deciso di prenderlo,non gli ho detto nulla a Jacopo,non voglio spaventarlo per il niente,anche perché da quando sono rimasta incinta di Daisy ho iniziato a prendere la pillola,quindi non ci sono state altre occasioni in cui avremmo potuto sbagliare qualcosa.
«Scusi signora..»
Mi spavento,poteva anche evitare di apparire così dal nulla
«Cazzo..» sussurro
«Non volevo farle paura,volevo chiederle se voleva qualcosa,non ha neancora mangiato nulla.»
«Si,va bene,mi può portare delle patatine,grazie.»
«Ecco a lei.»
Ma fanculo stronza,ero persa tra i miei pensieri e ora che faccio,non ho voglia di leggere,Jacopo dorme e mi dispiace svegliarlo perché io non so cosa fare,c'è un ragazzo che continua a fissarmi,è da prima che mi perdessi nei miei pensieri che l'ho notato,mi saluta con la mano.
«Ciao.»
«Piacere Marco.»
«Mia.»
«Come mai vai in Thailandia?»
«È il nostro viaggio di nozze. Tu ? Anche tu con tua moglie ?»
«Non ci sposiamo,non ci serve una fede a noi,poi non possiamo aver figli.»
«Oh mi dispiace.»
«Stiamo andando in Thailandia per delle pratiche per l'adozione di un bambino.»
«Lo spero con tutti il cuore che ve lo affidino.»
«Voi avete già pensato ad aver bambini ? Sei giovanissima e magari neanche l'avete progettato.»
«Veramente abbiamo una figlia di tre anni,tra poco quattro.»
«Ma avrai 19,20 anni.»
«Ne ho 21,sono rimasta incinta a 17 anni.»
«Così giovane già sposata con una figlia.»
«Certo,invece tu quanti anni hai ?»
«Beh,trentuno.»
«Vedi sei tu vecchio,non io giovane.»
Mi sorride.
Parliamo e le ore passano,chi l'avrebbe mai detto che anche un semplice sconosciuto si sarebbe fidato a raccontarmi la sua storia,magari ci fidiamo di più di sconosciuti perché non ci conoscono fino infondo non sanno quando mentiamo e quando le cose che raccontiamo sono vere.
Jacopo si sveglia,iniziamo a pranzare se così si può dire e gli presento il ragazzo,iniziano a parlare anche tra di loro.
Non so se mia mamma ha mandato Daisy all'asilo anche se non penso,ieri poverina è tornata tardissimo,era felice di star dai miei,gli vuole un mondo di bene,la viziano in tutto,poi non è mai sola,con Simone e Daniele,lei è segretamente innamorata del suo zio più piccolo.
Quando Simone passa da noi con la sua fidanzata a trovarci,spesso poi escono tutti e tre,la portano nei negozi di giocattoli,alle sale giochi e poi al McDonald,si perché de quando ho la bambina i miei fratelli hanno una scusa per comportarsi da bambini.
«Signori e signore,vi informiamo che tra qualche minuto atterreremo all'aeroporto di Bangkok. Vi invitiamo a controllare che i bagagli siano stivati correttamente,il tavolino di fronte a voi sia chiuso,lo schienale della poltrona sia in posizione verticale con i braccioli abbassati e le cinture siano allacciate. Il comandante informa che da questo momento,e fino all'apertura delle porte,non è più consentito l'utilizzo di alcuna apparecchiatura elettronica. Grazie..» quella vocina irritante continua a ripetere tutte queste parole in altre lingue,fatela smettere,è così odiosa,così irritante. Jacopo mi bacia,gli prendo la mano,l'atterraggio mi mette sempre un po' di paura,siamo arrivati,le undici ore di viaggio sono finite,finalmente.
«Siamo arrivati Mia,siamo arrivati.» è elettrizzato,la Thailandia è un paradiso terrestre.
Seguiamo la nostra guida fuori dall'aeroporto,davanti a noi ci si presenta un posto grandissimo,una città enorme,luci ovunque,palazzi altissimi e fiumi,moltissimi fiumi,rimano incanta da quel fantastico quadro di fronte a me.
«Amore...Mia...dai che andiamo.»
«Ma dove siamo finiti Jacopo ? Questo non è un semplice paese,anzi chiamarlo così è come una bestemmia,questo è un paradiso,in questa schifosa terra.»
«È stupenda.»
«Signori qui siamo a Bangkok,la capitale della Thailandia,questa città sorge sulla riva del fiume Chao Phraya. Adesso se volete seguirmi vi accompagno al vostro hotel,per sistemare i vostri bagagli.»
«Certo. Grazie.» dice subito Jacopo,gli sorrido.
La strada è molto breve,un grandissimo hotel di fronte a noi,un bellissimo hotel,dentro un enorme elefante di strass rossi e argento,Isaac parla con il receptionist,il facchino ci prende i bagagli e li porta in camera,la nostra guida ci mostra la piscina e tutto ciò che l'hotel offre per ogni cliente,niente è paragonabile a tutto questo.
Saliamo in camera,sono stanchissima in aereo non sono riuscita a chiudere occhio.
«Mi sdraio un po' non sono riuscita a dormire in aereo.»
«Sistemo io le cose,ma sei sicura di star bene ?»
«Si,perché non dovrei star bene ?»
«Boh,non mi sembra tu stia benissimo.»
«Sarà lo stress.»
«Si,stress.»
Mi butto sul letto,Jacopo si siede accanto a me,cos'ho? Non lo so,non so cos'ho. So di essere felice di trovarmi qui col mio ragazzo,mio marito,ma,non posso esserlo al cento per cento senza mia figlia.
La mano di Jacopo che mi accarezza la schiena interrompe i miei pensieri,mi giro e gli sorrido,ma dopo poco mi addormento.

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