Tredicesimo capitolo.

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#UN MESE E MEZZO DOPO.

La mia bambina doveva nascere il quattordici,ma è già passata una settimana e non ho neancora dolore,nessuna contrazione,stasera Jacopo è andato ad una festa di compleanno in una discoteca con i suoi amici,la cosa che mi consola è che c'è anche Simone.

Accendo la tv e vedo un film bellissimo,'scusa ma ti chiamo amore.' mi piacciono film sdolcinati anche se non sono il massimo delle smancerie come ragazza. Una adolescente di diciassette anni che si innamora di un uomo di trenta anni,tante volte mi dicono che cinque anni di differenza col mio ragazzi sono tanti,ma se io sto bene con lui,l'età è solo un fottutissimo numero. Prendo un pacchetto di patatine e mi lascio trasportare dal film,stasera non dormirò col mio ragazzo,sarà la cosa più difficile al mondo addormentarsi senza di lui. Ogni tanto mi scrive,voglio che un po' si diverta senza fare cazzate,gli mando la buonanotte e sono già le dodici e mezza.

Sono le quattro e mezzo,non posso essermi fatta pipì addosso,no,le lenzuola sono bagnate.

«Mammaaa» urlo.

«Cosa c'è ?»

«Forse mi si sono rotte le acque. C'è tutto bagnato qui.»

«Andiamo Mia,prendi il borsone e tutto.»

Mentre siamo sulla macchina cerco di chiamare Jacopo,non mi risponde,gli invio un messaggio.

-Sono in ospedale,mi si sono rotte le acque.

Inizio a andare in paranoia,perché non mi risponde ? Chissà con chi è,chissà cosa farà? Mi viene da star male al solo pensiero che lui potrebbe mancare alla nascita di nostra figlia,no,non ci voglio credere,sono le cinque,siamo arrivate. Mi suona il cellulare

«Dove sei...Cazzo sono in ospedale Jacopo...Va bene...ciao.» le lacrime e le paranoie scompaiono,sta arrivando,non mi ha lasciato da sola,mia mamma è rimasta nella stanza con me,mentre mio padre,beh non riesce,sua figlia appena diciottenne che partorirà sua nipote.

Jacopo è arrivato finalmente,chiama sua mamma e sua sorella. Mi bacia e mi chiede scusa,ma alla fine non ha fatto niente,non è colpa sua se è arrivato in ritardo cioè si però non era una cosa prevista.

«Non ci vado più in discoteca,ti ho lasciato sola.»

«Sei qui.»

La ginecologa entra e le contrazioni sono sempre più forti,Jacopo mi accarezza e mi fa tenerezza,ma il dolore prende il sopravvento e mi scendono alcune lacrime,mia mamma mi capisce,ma,mi dice di non agitarmi anche perché non serve a niente.

Dopo ben quattro ore,la ginecologa mi controlla e mi dice che finalmente posso fare l'epidurale,ho paura,ma la cosa che mi consola è che tra un po' questo dolore se ne andrà e avrò qui mia figlia. Jacopo si siede,si alza,cammina per la stanza e la cosa mi innervosisce.

«Jacopo basta cazzo,stai fermo.»

«Scusa.»

La ginecologa entra e mi ricontrolla,finalmente mi dice che posso spingere e mi sembra una cosa così irreale. Spingo e nello stesso momento stritolo la mano a Jacopo,spingo ancora e ancora,finché non sento dei versi,dei pianti,mi appoggiano la bambina sul seno,vedo il mio ragazzo piangere,quando gli chiedono il nome non riesce a rispondere.

«Daisy..Daisy si chiama.» dico con un filo di voce.

Prendono la bambina e la portano a lavare,Jacopo mi abbraccia e mi bacia.

«Mia,scusa,scusa se ero in discoteca e non ero vicino a te,scusa se sono arrivato dopo.»

«Sei arrivato qui. Va bene.»

DisastroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora