Undicesimo capitolo.

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Mi sono svegliata da poco,Jacopo dorme ancora,è bellissimo quando dorme,ieri abbiamo festa fino tardi,ma stamattina non riuscivo a dormire molto,sono le 9.00,scendo a mangiare qualcosa.

Vedo la carrozzina,la carrozzina della mia bimba,salgo in bagno e vado sotto la doccia. Tra un po' vedrò mia figlia,è la cosa diventa sempre più reale,sempre più emozionante,la data del parto è tra l'undici e il quattordici maggio,sembra ieri che scoprivo con Jacopo di essere incinta,la sua felicità. Quasi cinque mesi che sto fantasticando sul come sarà mia figlia,quanto sarà bella,quando crescerà cosa dirà della storia tra me e il padre,com'è arrivata lei. Così dal nulla,come quando un fiore che nasce e cresce quando meno te lo aspetti e poi lo trovi lì nel giardino,è bellissimo.

Esco dalla doccia e mi asciugo con un accappatoio,mi infilo l'intimo e il pigiama. Vado in camera.

«Dove sei sparita Mia ?»

«Sono andata a fare la doccia,ne avevo bisogno.»

«Perché ti sei messa in pigiama ? Oggi andiamo a prendere altre cose che ci servono per la bambina. La culla,il fasciatoio.»

«Anche i pannolini. Ma amore,spenderemo tantissimo,tutto insieme,sei sicuro ?»

«Si,non ti preoccupare.»

«Jacopo ?»

«Mia,ieri ho preso lo stipendio e siccome ho fatto un buon lavoro,mi hanno pagato bene. Ho fatto tanti book fotografici e ho riparato molti computer e altri apparecchi,quindi voglio prendere le cose per mia figlia.»

«Va bene,devo vestirmi allora.»

«Dai veloce che prima andiamo,prima compriamo quella culla,prima la vediamo qui. A proposito,la lasciamo dai tuoi o da mia mamma ?»

«Io la lascerei qui,da tua mamma passeremo il pomeriggio,ma la notte preferisco stare a casa mia,anche per la scuola e il resto.»

«Si,va bene,hai ragione.»

Mi infilo un paio di leggins neri e una felpa rossa e il pancione si vede tantissimo,Jacopo mi abbraccia e mette le mani sotto la pancia,un brivido,lo bacio.

Come farei senza questo ragazzo ?

Mi metto il giubbotto e salgo in macchina,è così serio quando guida,ogni tanto mi sorride,metto una mano sulla sua,fa freddissimo,fuori il tempo non è dei migliori,il cielo è grigio,mi piace pensare che sia arrabbiato con qualcuno,che varia un po' come l'umore delle persone,un po' lunatico.

C'è poca gente sulla strada,be' come biasimarli ? Non sarei uscita per niente al mondo neanche io,ma dobbiamo portarci avanti per le cose per l'arrivo della bambina,dato che Jacopo ha avuto la fortuna di prendere un buon stipendio.

Entriamo nel centro commerciale,è grandissimo,ha anche una pista di aerei difronte.

Giriamo per vari negozi,prendiamo pannolini,biberon.

«La vuoi rosa la culla ?»

«No,non la voglio rosa,perché magari più avanti,molto più avanti avremo un altro bambino e se è maschio dove lo metti ? Nella culla rosa ? La voglio verde.»

«Verde,Mia sei sicura verde ?»

«Si,amore,verde.»

«Va bene,se ti piace a te,a me sta bene.»

Mi prende la mano e Jacopo va nel reparto lettini e culle,rosa e azzurro sono i colori predominanti,i colori che vengono più comprati,più usati,poi ne vedo una,si è la mia. Mi catapulto vicino a quella culla verde pastello,con una specie di baldacchino,è bellissima.

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