- Dovresti venire a casa mia,domani. Trina passa il pomeriggio al centro commerciale. Probabilmente per spiare i movimenti di Nick Mallory. Ma Papà le ha promesso 15 dollari, se passa in quella gelateria e ci porta un po' di gelato.-
La voce di Corey era squillante come al solito. Era viva e cristallina, anche dall'altra parte della cornetta si poteva immaginare la sua espressione perennemente allegra. Laney lo ascoltava, sdraiata sul letto della sua stanza, senza dire una parola.
- Sai, non credo che lo farà. Probabilmente passerà tutto il pomeriggio a pedinare Nick Mallory, e si dimenticherà di comprare il gelato.- dissi lei quasi ridacchiando.
- Beh, io credo che farebbe pazzie per 15 dollari.-
- Si, forse hai ragione.-
Si alzò dal letto dalle coperte verdi, trascinando i suoi piedi fino allo specchio. Guardò i capelli rossi ciliegia, corti fino alle spalle. Anche se li odiava, cercava sempre di tenerli più ordinati possibile. Con un pettine marrone rifece la riga dal lato destro, per poi sistemare la ciocca di capelli con una molletta gialla. Poi incrociò i suoi stessi occhi. Fissò per qualche secondo anche quelli. Li odiava. Come potevano essere così dannatamente verdi? Non erano niente in confronto a quelli di Corey, di un bellissimo blu cielo, in cui ogni volta che poteva spiccare il volo. Odiava anche il suo aspetto. Le era capitato molte volte vedere Corey, Kin e Kon ( i suoi altri due amici) sbavare dietro qualche dodicenne dalle belle forme, magari anche con i capelli biondi e un sorriso fantastico. Mentre lei era solo... Laney Penn. Una ragazzina sfigata con i capelli corti, bassista in un gruppo troppo poco conosciuto e vestita come un maschiaccio.
- Ehm... Pulce, tutto bene?-
Laney si ricordò di essere al telefono con Corey, e tornò a parlare con il suo migliore amico. Ma poi dovettero interrompere la loro conversazione, per via di Trina, che non dava tregua al ragazzo.
- Ci sentiamo dopo, Lanes-
- Sì, Core. A dopo.-
Laney chiuse la chiamata, e guardò l'ora sul display.
Erano le 18.24.
Sei minuti dopo sarebbe tornato suo padre. Decise, che per far passare quei minuti, sarebbe stata a pensare quanto carino sia Corey, sdraiata sul suo letto fissando il soffitto e abbracciando il suo cuscino.
Passarono sei minuti esatti, quando la rossa corse giù, proprio davanti alla porta principale, aspettando impaziente il tintinnio delle chiavi di Papà nella serratura. Quando finalmente il Signor Penn entrò in casa, la figlia gli saltò tra le braccia, tenendolo stretto. Era come un rituale per lei. Ogni sera dovevano salutarsi in quel modo. Ma quel giorno, il padre non era sorridente come di suo solito. Laney non capì. Ci mise un attimo a staccarsi da lui. Lo scrutò a fondo, guardandolo fisso negli occhi piccoli e marroni. Ma l'uomo teneva lo sguardo basso. La ragazza scoprì solo in quel momento che suo padre cominciava a farsi davvero vecchio. Aveva davvero tanti capelli bianchi, che si facevano notare tra quelli neri.
Laney non capiva davvero. Perché suo padre, che era sempre felice di vederla e di abbracciarla, quel giorno era triste e teneva lo sguardo rivolto verso la moquette? Dov'era la sua felicità contagiosa? Dov'era la sua risata che la faceva sempre sorridere? Laney si faceva tantissime domande, ma quell'unica frase bastava a rispondere a tutte.
- Partiamo per la Grecia.-
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My dear soul mate
FanfictionSei mesi dopo aver salvato il mondo assieme alla sua band, Laney Penn, una timida ragazzina un pó maschiaccio, è costretta a partire con suo padre in Grecia. Corey Riffin, ovvero il suo migliore amico e ragazzo dei suoi sogni, è disperato e molto sc...