Il resto della serata - e della settimana - passò liscio, nonostante volessi soltanto piangere e strillare e prendere Calum a schiaffi non appena fossi con lui.
Che poi, alla fine, non potevo sapere quanto vera fosse la cosa. Insomma, Colton da quanto ne sapevo io era un bugiardo. Almeno così mi aveva detto Calum... ma se mi avesse mentito? Che ne potevo sapere, io? Potrebbe avermi detto quelle cose per far sì che io non gli credessi se fosse successa una cosa del genere, anche se Calum non lo vedo tipo da fare queste cose... Ma, di nuovo, io Calum non lo conoscevo bene. Potevo sbagliarmi su entrambi, e questo mi spaventava.
Trovo la situazione ironica. Proprio quando mio padre approva la mia relazione, essa si ritrova di nuovo in bilico. Talmente ironica che mi viene da piangere.
Mi stropicciai gli occhi, salendo sull'auto di Calum. Il ragazzo mi salutò con un bacio, che io ricambiai di malavoglia. Non avevo voglia di baciarlo, non se davvero mi stava "prendendo in giro" come aveva detto Colton nel messaggio.
«Hey», mi salutò Calum, sorridendo sulle mie labbra.
Sospirai. «Buongiorno».
«Cos'hai? Sei stanca?», mi chiese preoccupato, mettendo in moto.
Annuii nonostante Calum non potesse vedermi. «Sono stata sveglia fino a tardi a studiare, oggi ho una verifica di francese», mentii, sbadigliando.
In realtà ero stata tutta la notte sveglia perché non riuscivo a non pensare a Calum e a scervellarmi per trovare una soluzione al problema, perché sinceramente della verifica di francese non mi interessava. Sarei andata bene in ogni caso.
«Andrai bene bambolina, tranquilla», mi rassicurò Calum, poggiando la sua mano sulla mia coscia.
Giocherellai con le sue dita. «Lo spero», mugugnai, fissando avanti a me.
«Magari potrei darti... Un piccolo incoraggiamento, che ne dici?», mi chiese malizioso, facendo salire la sua mano.
Arrestai la sua corsa, sospirando. «Ho il ciclo, Cal», borbottai, intrecciando le sue dita alle mie per non far scappare la sua mano. Beh, quella del ciclo non era una bugia, nonostante fossi all'ultimo giorno.
«Ugh. E pensare che oggi volevo invitarti a casa... I miei non ci sono», borbottò, facendomi un occhiolino.
Lo fissai scettica. «Calum, non sto mentendo. Ho davvero il ciclo».
«Non sto dicendo che menti. Ho solo detto che volevo invitarti a casa - la proposta è ancora valida, certo, ma... Se non avessi il ciclo potremmo divertirci di più».
Scossi la testa. «Sei sempre il solito», mormorai, sospirando quando intravidi i cancelli della nostra scuola.
«Mmh, dovresti dormire di più, già. Oggi sei piuttosto irritabile».
«Tu dici?», borbottai, aprendo la portiera dell'auto non appena Calum parcheggiò. Non lo aspettai mentre camminavo a passo spedito verso Rowin e Michael.
«Dov'è Calum?», mi chiese Michael, alzando un sopracciglio.
«Sta arrivando, forse si è fermato a parlare con Luke, forse è ancora in macchina a ridere di me. Che mi importa?», sbottai, sedendomi sul muretto.
«Che c'è, tesoro? Ti sei svegliata dalla parte sbagliata del letto, stamattina?», borbottò Rowin, «È successo qualcosa con Calum? Perché dovrebbe ridere di te?».
Sospirai. Non avevo detto niente a Rowin e Michael, perché non ero sicura di quanta verità ci fosse nella mia versione dei fatti. Sapevo, però, di poter contare su di loro. «Posso dirvelo?».
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Never been kissed || Calum Hood
Teen Fiction«Entro un mese, tu bacerai Calum Hood». Non sono il tipo che fa le cose impulsivamente, come Rowin; infatti, se mai Ro mi sfidasse a fare una cosa del genere (cosa che adesso ha fatto), rifiuterei subito. Senza contare che ho una cotta per Calum da...