Capitolo 24

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«Non voglio tornare a casa».

Calum mi guardò, ridacchiando. «Neanche io. Insomma, tornati a Sydney dovremo affrontare tuo padre, il solo pensiero mi fa venire voglia di morire».

«E lo dici tu che non ci hai niente a che fare con lui», borbottai, camminando mano nella mano con Calum nell'aeroporto. Anna ci aspettava lì, ci guardava raggiungerla sorridendo malinconica a Calum. Dedussi che fosse triste a lasciare andare di nuovo il suo migliore amico.

Durante la nostra gita io ed Anna avevamo legato molto. Dopo aver appurato che Calum in lei non ci vedeva niente - e forse anche perché io e Calum ormai stavamo insieme - avevo cominciato a vederla come un'amica più che una minaccia. E, dovevo ammetterlo, Anna era simpatica da morire.

«Non voglio che mi lasci di nuovo, non è giusto», sbraitò Anna, stringendo Calum a sé per quelle che parvero ore.

«Adesso aspetto che passi tu a trovarmi, eh», si raccomandò Calum, quando si staccarono, «Mia madre sarebbe così contenta di vederti che credo mi caccerebbe di casa pur di farti stare da noi. E... Sono sicuro che anche Luke vorrebbe vederti».

La piega divertente che aveva preso il discorso morì subito non appena Calum pronunciò il nome del suo migliore amico.

Anna sospirò. «Ancora non gli è andata giù, vero?», chiese, al che Calum fece spallucce, «Dio, eppure gliel'ho detto...».

«Calum o Danielle, uno di voi può venire qui per favore?», ci chiamò la signorina Smiths, avanzando verso di noi sui suoi tacchi a spillo. Dietro di lei, Abel faceva di tutto per non guardarle il sedere - stava fallendo miseramente, per la cronaca.

«Vado io», sospirò Calum, baciandomi la fronte, «Torno subito, bambolina», borbottò, prima di raggiungere la signorina Smiths.

Scossi la testa, le guance infiammate mentre guardavo Calum correre verso la nostra accompagnatrice. «Deve solo andare dalla Smiths per qualche secondo eppure sembra che debba partire per la guerra», borbottai, ridacchiando.

Anna si unì alla mia risata. «Già, Calum è fatto così... Vuole sempre dimostrare affetto alle persone che ama», sospirò, squadrandomi da capo a piedi, «È davvero un ragazzo fortunato, se ha trovato qualcuno come te...».

Arrossii. «Io credo sia più il contrario. Sono io ad essere fortunata ad aver trovato qualcuno come lui».

Anna scosse la testa, afferrandomi le mani. «Nah, fidati, è il contrario. Sei una persona eccezionale Danielle; sono contenta che Calum ti abbia trovata».

«Fidati, nessuno è più contento di me», borbottò Calum, attirandomi fra le sue braccia, «Te l'avevo detto o no di non provarci con lei, Anna?».

Aggrottai le sopracciglia. Provarci con me? Mi stava solo rassicurando... No?

Anna fece il broncio. «Le stavo solo dicendo quanto fosse speciale visto che non pensa che valga qualcosa».

«Non cambierà sponda per qualche complimento».

Anna arrossì. «Tentar non nuoce!».

Ed eccoli di nuovo che parlano di me come se non ci fossi. «Fermi tutti», li interruppi, «Mi spiegate cosa succede?».

Calum sospirò, guardando Anna con un sopracciglio alzato. «Glielo dici tu o glielo dico io?».

«Ugh, speravo che questo momento non arrivasse. Vedi, Dani, io... Sono lesbica», spiegò la mora, facendo spallucce.

Strabuzzai gli occhi. «Eh?», fu tutto ciò che riuscii a dire, completamente spiazzata dalla rivelazione.

Volete dirmi che io mi sono preoccupata che Anna potesse rubarmi Calum quando in realtà ad Anna non interessano neanche i ragazzi?

Never been kissed || Calum HoodDove le storie prendono vita. Scoprilo ora