Capitolo 29

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Michael si sedette davanti a me sul letto, offrendomi un fazzoletto che accettai con gratitudine. Mi pulii le guance e mi soffiai il naso, ormai del tutto calma. Beh, dall'esterno ero quanto meno calma. Dentro stavo morendo. Forse avevo finito le lacrime a disposizione.

«Ho chiamato Rowin, sta arrivando con James e una confezione del tuo gelato preferito», mi disse per rassicurarmi, afferrandomi la mano ancora tremante. Non avevo smesso ancora di tremare dal pomeriggio.

Lo stato in cui ero quando Michael mi aveva accolta in casa era decisamente penoso. Mi sentivo ancora distrutta in quel momento, mentre Michael cercava di distrarmi parlando di stronzate ed Esmeralda mi accarezzava i capelli nel tentativo di calmarmi. Avrei voluto dire ad entrambi che niente avrebbe potuto calmarmi o distrarmi dal dolore lancinante che avevo nel petto, ma comunque apprezzavo i loro sforzi. Ero contenta che cercassero di consolarmi nonostante avessi interrotto il loro tempo insieme - Michael aveva i capelli scompigliati più del solito e un enorme succhiotto sul collo che avevo fatto finta di non notare.

«Mi dispiace essere venuta a disturbarvi», borbottai, «Ma mi serviva un posto vicino in cui potermi sfogare, non volevo stare da sola a casa».

Michael arrossì mentre Esmeralda rideva dietro di me. «Sta tranquilla tesoro. Sono il tuo migliore amico, ci sarò sempre per te», mugugnò, afferrandomi una mano e stringendola fra le sue.

Feci un sorriso timido a Michael. «G-grazie Mikey».

Sentimmo bussare alla porta; tutti e tre ci alzammo dal letto e camminammo verso l'entrata. Quando Michael aprì la porta Rowin corse dentro casa, raggiungendomi e stringendomi in un abbraccio spaccaossa.

«Piccola mia», borbottò nel mio orecchio, «Non posso crederci che ti abbia trattata così - ugh, se me lo trovassi avanti adesso gli strapperei via le palle a morsi».

Ridacchiai leggermente. «Sono sicura che lo faresti».

«Dubiti?», disse Rowin scettica, quando ci staccammo.

Alzai le spalle. «Per niente», mugugnai, ottenendo un'occhiata compiaciuta, «Allora, cosa mi hai portato di bello?».

Rowin mi mostrò il contenuto della sua busta: un DVD di Pitch Perfect e un barattolo di Ben&Jerry's del mio gusto di gelato preferito. «Quello che io chiamo il kit dei cuori infranti di Rowin Jackson. Pronta ad ingozzarti di gelato?».

Le sorrisi grata. «Più che pronta».

Ci sedemmo tutti sul divano, Rowin e Michael erano vicino a me mentre James ed Esmeralda sedevano alle estremità del divano, rispettivamente accanto a Rowin e Michael. Uhm, non ho chiesto a quei due se finalmente avevano concluso qualcosa... ero talmente presa dai miei stupidi sentimenti e dal mio cuore spezzato per capirci qualcosa di più.

***

Eravamo a metà del film quando cominciammo tutti ad essere annoiati a morte. Rowin aveva la testa poggiata sulla mia spalla, gli occhi quasi chiusi; Michael non era da meno. Io avevo perso interesse in tutto quando avevo finito il gelato, la mia testa era poggiata sulla spalla di Michael e i miei occhi erano leggermente pesanti.

«Sentite ragazzi», sbottò Esmeralda, alzandosi dal divano e piazzandosi davanti alla tv, «Perché non facciamo qualcos'altro?».

Michael alzò gli occhi verso la mora. «Qualcos'altro tipo...?».

«Oh, a me va bene tutto», borbottò James, «Non voglio addormentarmi sul divano».

Esmeralda sorrise. «Se vi interessa, questa sera sono stata invitata ad una festa», disse, arricciandosi i lunghi capelli tra le dita.

Never been kissed || Calum HoodDove le storie prendono vita. Scoprilo ora