Capitolo 11

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La musica rimbombava incessante nel salotto ampio e gremito di gente di casa di Aaron; avevo perso di vista Calum quando era andato a prendermi un altro bicchiere di birra e così stavo appoggiata al muro, il bicchiere vuoto in plastica rossa stretto in una mano e gli occhi che andavano da una parte all'altra in cerca del moro.

«Tu sei Danielle?».

Mi voltai, scorgendo uno degli amici di Calum. Colton...? Non ne sono sicura.

«In carne ed ossa», ridacchiai, «Colton, giusto?».

Colton annuì, sorridendo malizioso. «Mi domandavo quando ti avrei trovata da sola, da quando hai messo piede qui sei sempre stata con Calum».

Feci spallucce. «È il mio accompagnatore per stasera, immagino te l'avrà detto, no?».

Colton non smise di sorridere mentre poggiava la mano sul mio fianco destro, stringendo la mia pelle. «Già, è da parecchio che parla di te... Peccato che non dica cose tanto positive».

Alzai un sopracciglio. «In che senso, cose non tanto positive?», chiesi, sospettosa.

Colton si morse il labbro inferiore, i suoi occhi azzurro cielo guizzarono nei miei. «Oh, forse non dovrei dirtelo», rimuginò, grattandosi la nuca.

«Eh no, adesso me lo dici!», lo esortai, puntandogli un dito sul petto.

Colton alzò le spalle. «Come vuoi... Ehm, dice che sei un po' troppo una santa. Cioè, non gliel'hai data ancora e la cosa non gli piace».

Oh beh, non erano cose tanto sconvolgenti. Ma il fatto che parlasse così di me con i suoi amici mi fece incazzare. Aspetta che torna...

Sentii un finto colpo di tosse; quando girai la testa trovai Calum davanti a me, un espressione confusa e sospettosa sul volto e due bicchieri rossi in mano. Afferrai il mio, buttando quello che avevo precedentemente in mano per terra, senza neanche ringraziarlo.

«Oh... Okay, vi lascio. Divertitevi, ragazzi», ci salutò Colton, facendomi un occhiolino ed allontanandosi.

«Di cosa avete parlato?», mi chiese Calum, avvicinandosi minaccioso a me.

Sbuffai. «Niente che tu non sappia già», dissi, bevendo il contenuto del mio bicchiere e sbattendolo sul petto di Calum, che sgranò gli occhi.

«Cosa ti ha detto Colton?».

«Oh, solo che dici ai tuoi amici che sono una santa perché non te la voglio dare! So che il fatto che non mi sono ancora concessa a te ti da fastidio, ma non andare a dire ai tuoi amici di quello che voglio e non voglio fare! È fottutamente umiliante».

Calum roteò gli occhi, mugugnando qualcosa sul fatto che avessi bevuto abbastanza per la serata. In effetti, aveva ragione; mi sentivo un tantino fuori dal mondo.

«Fottuto Colton. Non gli ho mai detto niente di noi, né a lui né ad Aaron e Matt. Perché dovresti credergli?».

«Non lo so... L'altra volta ti ho sentito parlare con Luke di me... Cosa ti impedirebbe di parlare di me con tutti?».

Calum si morse il labbro inferiore. «Cosa ti fa pensare che io parlerei di te con altri? Luke è il mio migliore amico, è normale che parli di ragazze con lui, non credi?».

«Non ti credo comunque».

Calum fece spallucce, scuotendo la testa. «Io te l'ho detto, ho la coscienza pulita. Ti va di ballare?».

«Oh, okay», acconsentii, lasciando che Calum mi trascinasse via.

Arrivammo in centro alla stanza, dove la maggioranza dei ragazzi stava ballando. Solo in quel momento mi accorsi di quanto fossi inadatta alla situazione; ballare in una folla appiccicosa di adolescenti non era per niente il mio genere. Mi sarei allontanata, se non fosse stato per la stretta salda di Calum sui miei fianchi. Mi attirò a sé, facendo in modo che il mio petto aderisse contro al suo; mi ritrovai a dover trattenere un sospiro soddisfatto quando sentii i suoi addominali, tonici sotto la camicia, aderire al mio corpo.

Never been kissed || Calum HoodDove le storie prendono vita. Scoprilo ora