Capitolo 3

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Mi svegliai, quella mattina, con un mal di testa stratosferico. Sintomi della sbornia, sebbene avessi bevuto poco. Sarà che l'alcool non lo reggo, oppure ho bevuto più di quanto pensi.

Guardandomi intorno mi accorsi di essere a casa mia; prima che potessi chiedermi come ci fossi arrivata notai Ashton seduto ai piedi del letto. Oh mio Dio. Avevo chiamato Ashton per farmi venire a prendere?

Grugnii, affondando la testa nel cuscino, rialzandola quasi subito quando sentii dire «finalmente sei sveglia, dormigliona».

Ashton mi guardava divertito, aveva i capelli ricci messi più disordinati del solito. «Perché sei qui?», gli chiesi, poggiandomi sui gomiti per guardarlo meglio.

Lui fece spallucce. «Mi hai chiamato ieri sera, mi sembravi piuttosto ubriaca... e quindi ho deciso di venire in tuo soccorso, mia donzella», disse, facendomi ridere nonostante mi provocasse dolore alla testa.

Ashton lavora nel bar di mio padre da quasi un anno, per pagarsi gli studi all'università. Nel tempo che ha lavorato da noi, siamo diventati molto amici; io lo vedo come il fratello maggiore che non ho mai avuto.

«Non ricordo niente», mi lamentai, poggiando di nuovo la testa sul cuscino, «Lo sapevo che non avrei dovuto bere».

In realtà,  qualcosa lo ricordavo, ma non volevo dire ad Ashton ciò che era successo.

Il bacio che io e Luke ci siamo dati al gioco della bottiglia non è stato l'unico della serata... ricordo chiaramente le pareti scure della sua stanza, le sue labbra poggiate sulle mie e le sue mani che correvano sul mio corpo. Non siamo andati oltre, per fortuna, ma quella era stata la mia prima pomiciata e la cosa mi aveva lasciato un po' basita. Beh, poter dire che Luke Hemmings è stato il primo ragazzo con cui hai pomiciato non è per niente male, peccato che non potessi dirlo a nessuno...

Ashton rise. «Ieri sera sembravi ricordare molto», disse malizioso, facendomi voltare verso di lui.

«Che ti ho detto?», gli chiesi, passandomi una mano in faccia. Sono ancora più una cogliona da ubriaca a quanto pare.

«Mh, solo che volevi di nuovo baciare Luke Hemmings e farci sesso sfrenato perché oh mio Dio, è il sesso che cammina quel ragazzo», mi imitò, facendomi arrossire, «Poi hai detto che non volevi pensare quelle cose su di lui, ma lo facevi e non potevi farci niente... e poi hai menzionato un certo Calum dicendo che avresti dovuto baciarlo perché così avresti vinto... ma avresti vinto cosa, esattamente?».

Sospirai. «Io e Ro abbiamo scommesso che sarei riuscita a baciare Calum entro un mese», spiegai, cercando di alzarmi ma fallendo miseramente, «Ieri sera lui voleva baciarmi ma io mi sono tirata indietro perché, apparentemente, non sono quel tipo di ragazza... e poi mezz'ora dopo stavo baciando Luke al gioco della bottiglia».

«Baciare qualcuno al gioco della bottiglia non è molto da troia, sai? Io non ho idea di quanta gente abbia baciato al gioco della bottiglia. Mi capitavano quasi sempre.ragazzi, però».

Alzai gli occhi al cielo. «Beh, se ne fosse stato solo uno, di bacio, non mi sentirei una troia», mugugnai, «Il fatto è che abbiamo pomiciato per un'ora e forse di più... e Luke è il miglior amico di Calum, cosa gli impedirà di dirglielo? Calum penserà che sono una puttana e non vorrà più vedermi e quindi, addio scommessa».

«Ehi, ora smettila di farti prendere dal panico», cercò di calmarmi Ashton, «Che te ne frega, se perdi la scommessa? Non è mica la fine del mondo! E poi, non dovresti preoccuparti di qualsiasi cosa che questo Calum possa pensare di te, e nemmeno che quel Luke dica a Calum che avete pomiciato perché alla fine, è comunque successo e se ti è piaciuto tanto vale che lo sappiano tutti. E poi non sei una puttana solo perché gli altri lo pensano, se capisci cosa intendo».

Never been kissed || Calum HoodDove le storie prendono vita. Scoprilo ora