Amazzonia

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KATHERIN

-Sei carina quando sei preoccupata- mi disse James, sono sicura di essere arrossita.
Gli ho sorriso, ma non feci in tempo a rispondere che si accasciò tra le mie braccia.
-Cazzo James- sospirai. Dovevo allontanarmi da li, sarebbero venute altri nemici a cercarci, ne ero sicura. Spensi in fuoco con un getto d'acqua e presi li zaini. Poi tornai dal ragazzo e lo caricai in braccio. La scena era alquanto bizzarra. Non si era mai vista una donna portare in braccio un uomo. Ma glielo dovevo. Era quasi morto. Avevo un sonno talmente profondo che non mi ero svegliata fino a quando un guerriero stava per uccidere il mio compagno di squadra.
Avevo sussurrato il nome dell'arco, e con i sensi di nuovo in allerta avevo scoccato la freccia.
Vidi un albero abbastanza alto, fitto e robusto e mi ci sedetti esausta. Posai James su un ramo assicurandomi che non cadesse e mi guardai la ferita al fianco. Non era grave ma decisi comunque di applicarci la pozione che avevo messo al ragazzo. Sospirai per il sollievo.
"Ho ucciso" pensai. Già, era proprio così. Avevo tolto la vita a tre fate. Non riuscivo a capire come mi sentissi. Uccidere ti cambia dicono. Io penso di non essere cambiata. In fondo ho ucciso per leggittima difesa. Se uccidessi per passione mi dovrei sentire in colpa.
Poi mi vennero in mente delle parole che mi disse mio padre quando mi regalò la spada.
-Il mondo è pieno di gente che fa buone azione e di gente che non le fa. Con questa spada devi creare giustizia, ma ricordati che togliere la vita è un atto osceno. Anche se si tratta di difesa.-
Allora si, mi sentii in colpa. Non potevo credere che avessi fatto ciò che mio padre riteneva sbagliato.
Guardai l'arco e vidi che le quattro frecce che avevo usato erano ricomparse intatte nella faretra, forse leggermente sporche. Le pulii con un fazzoletto, mi levai il maglione e la maglietta sporca di sangue e scelsi qualcosa di pulito. Mi cambiai.
Poi guardai la spada. Quell'arma micidiale non aveva fatto nulla al nemico, ma il colpo combinato mio e di James era stato fatale. Da sempre acqua e fuoco sono stati nemici. Mentre oggi avevano generato il caos. Feci scomparire le armi e chiusi gli occhi esausta. No! Non potevo permettermi di essere colta inflagrante da eventuali attacchi nemici. Per sicurezza evocai una bolla d'acqua, un incantesimo blando di protezione che rendeva invisibili, un semplice trucco insegnatomi a scuola. A quel punto mi tranquillizzai, rilassai le spalle e mi accorsi quanto mi dolevano. Provai a restare vigile, ma le palpebre si fecero pesanti e crollai in un sonno senza sogni.
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-Katherin sveglia- sentii qualcuno scuotermi, -dai su che è giorno!-
A quel punto aprii gli occhi e la luce mi inondò e faticai a tenere gli occhi aperti, mentre tutto ciò che era successo nelle ore precedenti mi ritornò in mente.
-Buongiorno- dissi con la voce impastata dal sonno, -come stai?-
-Bene, sono rimaste solo delle cicatrici- mi rispose James mangiucchiando qualcosa.
-Che ore sono?- chiesi diventando un po più attiva,
-Non so, ma è tardi. Il sole è già alto nel cielo-.
Guardai in cielo e vidi che il ragazzo aveva ragione.
-A proposito- continuò porgendomi del pane nero e un po d'acqua -cos'è 'sta cosa d'acqua micidiale? Non riesco a romperla-.
-È una barriera, intelligentone!- risposi io scioccando le dita e facendo sparire la bolla.
Mi alzai in equilibrio sul ramo e mi stirai. Mi sentivo terribilmente sporca e indolenzita e la cosa odiosa era che non mi potevo lavare.
-Dolcezza è tardi, dobbiamo andare- mi disse James sistemandosi lo zaino e aprendo le ali. Aveva delle ali meravigliose, dovevo ammetterlo.
-Non chiamarmi così- risposi spiccando il volo a mia volta. O almeno ci provai. La schiena mi doleva ancora e prima di mettermi bene in aria, sbandai parecchio.
La radura dove stavamo era vastissima e impagammo una ventina di minuti a raggiungere la barriera.
-Sei pronta?- mi chiese il ragazzo. Anuii guardando quello strato azzurrino davanti a me. Entrambi, ne sono sicura, stavamo pensando la stessa cosa. Un solo battito d'ali e avremmo passato il confine, trovandoci in un mondo nuovo di cui abbiamo letto solo nei libri, un mondo completatamente diverso dal nostro, dove le persone non hanno magia. Nessuna fata aveva mai superato quella barriera da anni.
Presi la mani di James senza pesarci. Il ragazzo prima s'irrigidì, ma poi strinse la mia mano a sua volta. Insieme sorpassammo la barriera e lo spettacolo che ci si presentò davanti ci lasciò a bocca aperta.

JAMES

Davanti a noi c'erano due fitte foreste che facevano da cornice ad un enorme fiume. Restai letteralmente a bocca aperta.
Guardai Katherin e mi accorsi che anche lei era stupefatta. Mi accorsi che ancora la tenevo la mano, anche lei se ne accorse, infatti la ritirò subito, diventando tutta rossa.
-Lo so che sono bellissimo zuccherino, è inutile che ti imbarazzi- dissi io con un ghigno. Nei suoi occhi passò un lampo d'odio. Perfetto. Nessuno poteva provare qualcosa per me ed io non potevo provare nulla per nessuno, particolarmente per Katherin Nox.
-Ora dove andiamo?- chiesi,
-Bhe, Roxy ha detto si seguire il fiume verso nord, quindi di la- disse la ragazza indicando un punto alla sua destra. Mi alzai in volo e iniziai a volare nella direzione che mi aveva indicato.
-James...- iniziò lei,
-Nessuna dichiarazione d'amore zuccherino!- le risposi scherzando,
-Oddio basta con quel nome! Sennò ti amputo le ali mentre dormi- disse seria,
-Ricevuto. Che c'è?- chiesi,
-Mia mamma ha accennato ad una profezia prima che partissimo. Ne sai qualcosa?-
Mi si gelò il sangue nelle vene, sapevo qualcosa si, ma non sapevo se dirglielo o no. Alla fine, sotto il suo sguardo insistente le confessai:-Si, mamma me ne ha parlato. C'è una profezia che dice: Un male potente dalle ceneri risorgerà, due potenti dinastie allearsi dovranno. E solo i figli del caos il male potranno fermar, ma un caro prezzo essi dovranno pagar- lei non fece altro che annuire.
Restammo in silenzio per un po, poi le sentii esclamare:-James! Cos'è quello?- guardai nella sua direzione. Appena sotto di noi si trovava una cesta luminosa.
- Vado a vedere!》esclamò la ragazza,
-No! Potrebbe essere una trappola-
Ma Katherin era già scesa in picchiata sulla fonte luminosa.
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Sopra lo spettacolo che si presenta ai ragazzi, fuori dalla barriera.
Che ne pensate?

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Buona lettura!

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