Premetto solo che non scrivo da moooolto tempo, quindi da ora in po scusate le varie incoerenze. Se le notate, mandatemi un messaggio, perché proverò a correggerle. Thanksss
JAMES
Il vecchio autobus sobbalzò per l'ennesima volta. Mi voltai irritato verso il finestrino, quel vecchio aggeggio era lentissimo e scomodissimo e ormai eravamo in viaggio dal almeno tre ore. Mi accorsi che ormai avevamo lasciato la campagna e stavamo per entrare in città. La strada diventava sempre più nuova, vedevo le macchine passare con più frequenza e gli edifici farsi sempre più alti e moderni.
Abbassai lo sguardo verso Katerine con l'intento di svegliarla, ma non ci riuscii.
Era appoggiata alla mia spalla e la vidi rilassata per la prima volta da giorni. I lineamenti del suo viso non erano contratti, le labbra piegate in un sorriso e le mani allacciate in grembo.Mi ritrovai a pensare che solo due giorni prima avrei voluto lasciarla da qualche parte e proseguire la missione da solo, ma ora, era come se non potessi stare lontano da lei. In qualche modo ci completavamo a vicenda. Eravamo indispensabili per la sopravvivenza reciproca.
Me n'ero accorto durante lo scontro alla stazione degli autobus. Lottavamo in maniera sincronizzata, come se non facessimo nient'altro da tutta la vita.
Una voce mi fece sobbalzare. Usciva dagli autoparlanti posti sopra i sedili.
-Signori e signore siamo arrivati a Caracas. Due minuti e mi fermo-Mi stiracchiai e mossi la ragazza leggermente.
-Kat siamo arrivati- dissi sussurrando, -Sveglia dolcezza-
-Non chiamarmi dolcezza- disse lei con voce impacciata e ancora impastata dal sonno.
Cinque minuti dopo eravamo di nuovo in piedi, con lo sguardo perso, indecisi sul da farsi. Tirai fuori dallo zaino la busta di Roxy e lessi gli appunti che ci aveva scritto.
L'aero per New York lo dovete prendere alle 9.00 del giorno 4 marzo. Presentatevi all'aereoporto almeno due ore prima per il check-in
-Bene Kat, abbiamo tutto il pomeriggio per non fare niente, dove vuoi andare?-
-A mangiare. Non ne posso più di pane e acqua- rispose lei,
-Perfetto andiamo- dissi e la presi per mano. Questa cosa succedeva troppo spesso.
Se qualcuno ci stava guardando potevamo passare per una normale coppia di adolescenti innamorati, e nessuno poteva immaginare che non eravamo ne normali e ne innamorati e che sulle nostre spalle avevamo la responsabilità di trovare un uomo, senza il quale il nostro popolo sarebbe stato distrutto.
-Kat, ma secondo te il Dominatore vorrà seguirci?- chiesi, questa dubbio mi rimbombava nella testa dall'inizio del viaggio,
-Non lo so James- mi rispose lei con tono afflitto. -In questo momento non voglio pensare al nostro popolo, al Dominatore, ai figli del caos e al fatto che siamo fate. Sono troppo stanca per questo.-
Da suo tono di voce e dal suo sguardo capii che voleva tregua per un po. Voleva evitare di pensare alle responsabilità e al nostro compito, che finora non era stato per niente facile.
-Ho un'idea- esclamai, -Comportiamoci come ragazzi normali questo pomeriggio, senza pensare a niente-
Da come le si illuminò lo sguardo capii che non aspettava altro. La guardai con mistero e le strinsi di più le mani. Allora iniziai a correre.
KATERINE
James iniziò a correre come un matto, ed io dovetti concentrarmi per stargli al passo.
STAI LEGGENDO
Fuoco e Acqua
FantasyL'Amazzonia è da sempre il regno delle fate. Due potenti dinastie governano su di essa: la dinastia della Fenice e la dinastia del Mare. Da sempre in competizione per la supremazia. Ma quando dal centro della terra una strega tra le più potenti ini...