KATHERIN
Impossibile. Ecco cosa pensai mentre scendevo in picchiata verso il cesto luminoso.
Non sono il tipo che vede una cosa anomala e ci si fionda sopra, ma tutto ciò era irreale. Quel cesto, che emanava luce intensa, era lo stesso cesto che compariva nei miei sogni da quando mi ricordo."Il vento soffiava impetuoso e il fiume sotto di me si agitava.
Il mio corpo era percorso da spasmi dovuti dal freddo e dalla fame. Con le ultime forse ero riuscita a creare una barriera che impedisse al freddo di colpirmi più di quello che stava facendo. Dovevo continuare a volare. Erano questi gli ordini. Per un attimo sostai. Mi guardai le mani. Mani di una ragazzina di nove anni. Mi scostai i capelli corti e bagnati da davanti gli occhi. Il mio corpo non era abituato a tutta quella fatica. In fondo avevo nove anni. Non sapevo cosa ci facevo li.
Poi lo vidi. Dapprima una luce, poi un cesto. Feci dei giri intondo, poi, costatando che era innocuo decisi di prenderlo. Una luce calda e benefica mi attraversò il braccio.
Mi alzai di nuovo in volo, ormai rigenerata. Feci per aprire il cesto, ma un dolore atroce s'irradiò dalla schiena. Mi voltai e vidi una figura. Aveva un mantello che le copriva il volto. In mano teneva un pugnale. L'altro mi aveva colpito tranciando a metà le ali. L'ultima cosa che ricordo prima di cadere è il ghigno che si formó sulla faccia della fata.Scacciai quel pensiero. Quel maledetto sogno mi tormentava da quando mi erano comparse le ali. La bambina ero io, ovvio, ma io le ali le avevo e anche se non ricordavo nulla dei miei primi anni di vita, sapevo che ero una bambina vivace.
A pochi metri dal cesto mi fermai. Ragionai un istante. Poi ripartii ignorando l'urlo di James e presi in mano quel frutto di magia. Come nel sogno, un'onda benefica mi attraversò il braccio. Sapevo quello che dovevo fare, come se il mio corpo, da sempre, era preparato per quel momento. Atterrai sulla riva del fiume e aspettai che il ragazzo mi rangiungesse. Appena toccò con i piedi a terra creai la bolla d'acqua.
-Si può sapere cosa ti è saltato in mente?- mi urlò James,
-Io...- neanche io sapevo cosa mi era preso -...devo aprirlo.-
Senza aspettare il suo consenso aprii quel cesto. Se non era per la luce che emanava si poteva trattare di un semplicissimo cesto di paglia da picnic.
Appena vidi all'interno lo lasciai cadere per la sorpresa e per la delusione. All'interno si trovava solo una piccola pietra. Grande quanto un dito, e di un colore che tendeva al rosso. Ma appena strizzai gli occhi la pietra cambiò colore, diventando blu.
Come in un sogno, senza rendermi conto di ciò che facevo, presi la pietra. Diventò tutto buio. Solo il piccolo oggetto mandava un lieve bagliore. Poi iniziòa vibrare ed io, per paura di perderla, la tenni più tretto, chiudendo la mani a mo di pugno.
Allora la luce divenne più intensa e un leggero fumo salì dal sassolino. Il fumo andò ad espandersi e comparve un immagine.Dapprima comparve una città. La mia città. Era divisa in due, la guerra si espandeva. Da una parte fate con le armature di cristallo si difendevano e attaccavano con potenti ondate d'acqua, e dall'altra, fate con le armature rubino creavano potenti sfere di fuoco. Le dinastie combattevano. Sapevo che era successo, a scuola lo avevo studiato, ma vederlo fu tremendo.
La scena cambiò. Un uomo sulla quarantina, con le orecchie più a punta di qualsiasi fata, con i capelli rossi e gli occhi blu camminava per il campo di battaglia ormai silenzioso, osservando i corpi mutilati ai suoi piedi. Le lacrime sgorgavano copiosamente rendendo le iridi ancora più blu. Urlò al cielo e fece comparire un paio di ali. Trattenni il respiro, sapevo, o almeno sospettavo qualcosa sull'identità dell'uomo, ma non potevo esserne certa. Ma quando spalancò le ali i miei "timori" divennero reali. Un paio di ali bellissimi con striature blu e rosse gli comparvero sulla schiena. E il Dominatore si alzò in volo.
La scena cambiò di nuovo. Ora l'uomo si trovava in una caverna.
Alzò le braccia all'altezza delle spalle e dalle sue mani uscirono prima del fumo rosso e poi del fumo blu. Dal primo comparve una figura con le ali rosse, come quelle di James e dal secondo ne comparve un'altra con le ali come le mie.
La scena ricambiò, due mani tenevano in braccio due bambini.
La scena ritornò a focalizzarsi sul Dominatore.
Chiuse gli occhi e dalle sue mani comparve una pietra. La stessa pietra che ora tenevo in mano. Poi la mise in un cesto. Con un gesto le creature uscirono dalla caverna e l'uomo cadde sfinito a terra. L'unica cosa che disse prima di svenire fu: -Andate, fate il vostro dovere e poi tornate-Il fumo sparì e la foresta intorno a me riprese vita. Guardai James e dal suo sguardo capii che anche lui aveva visto ciò che la pietra aveva mostrato. Guardai prima le mie ali e poi le sue.
Delle lacrime iniziarono a rigarmi le guance. Guardai il ragazzo e l'unica cosa che riuscii a dire fu:-James, e se fossimo noi i figli del caos, o almeno i loro discendenti?-****************************************************************************************
Ciaooooo, lo so che il capitolo è cortissimo e dovete scusarmi. I prossimi saranno più lunghi.
Spero che vi stia piacendo la storia :)
Baciii *.*
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Fuoco e Acqua
FantasyL'Amazzonia è da sempre il regno delle fate. Due potenti dinastie governano su di essa: la dinastia della Fenice e la dinastia del Mare. Da sempre in competizione per la supremazia. Ma quando dal centro della terra una strega tra le più potenti ini...