Nuove destinazioni

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KATERINE

Quando aprii gli occhi un'ondata di luce mi ivestì, togliendomi a vista per qualche tempo.

-Ma è possibile che tu svieni sempre?- disse una voce alla mia destra. Mi voltai leggermente e vidi James seduto accanto a me, con la schiena appoggiata ad un tronco mentre mangiucchiava un po di pane.

-Dove siamo?- chiesi,

-Dopo che sei svenuta ho volato per parecchio, siamo all'estremità della foresta- disse,

-Quindi ora che dobbiamo fare?-

-Innanzitutto ti alzi e mangi qualcosa che hai un aspetto osceno, e poi dobbiamo prendere l'autobus- mi rispose.

Con fatica riuscii a mettermi seduta, anche se la testa girava ancora parecchio. Mi guardai intorno. La foresta era diventata meno fitta e non c'era nessun fiume. Inoltre sentivo dei rumori diversi dal solito non troppo lontano.

James mi porse una bottiglia d'acqua e il pane e feci la mia colazione.

-Quanto tempo è passato?- chiesi,

-Quattro giorni da quando siamo partiti.-

-Già quattro!- esclamai. Avevamo due settimane, dovevamo sbrigarci.

-Si ma stai tranquilla. Da quello che ho sentito andando in città...-

-Tu sei andato in citta?- chiesi con gli occhi spalancati,

-Tu non ti svegliavi ed io ho fatto un sopraluogo- si giustificò lui, -Comunque da quello che ho sentito, l'autobus per Caracas dovrebbe passare tra un ora. Ho controllato nella busta che ci ha dato Roxy e dobbiamo fare il biglietto. A proposito, come fanno ad averceli se non hanno mai superato la barriera?-

-Non lo so. Morfeo ha detto che di tanto in tanto, membri del ministero arrivano fino a dove siamo arrivati noi. Quindi il fatto che nessuno avesse mai superato la barriera era falso.-

-Avremmo molte domande al ritorno- disse il ragazzo alzandosi in piedi. Notai che la faccia era stravolta e le braccia piene di lividi, ma prima che potessi fare domande mi disse:-Dobbiamo muoverci. Ho visto dei bagni per camionisti, fanno un po schifo, ma almeno c'è una doccia. Non possiamo andare così sull'autobus-

-Camionisti?- chiesi, non ne avevo mai sentito parlare,

-Da quello che ho capito sono quelli che guidano i camion- rispose lui.

Con molta fatica mi alzai. Avevo i capelli pieni di foglie e sporchi, puzzavo e lo zaino era tutto macchiato.

-Mi faccio schifo- dissi cercando di districare alcuni nodi,

-Tra dieci minuti sarai fantastica- mi disse James tra il serio e il sarcastico.

Anche lui non era messo bene. La maglietta bianca non era più bianca, il calzoni erano strappati e i capelli in disorfine. Mi accorsi anche che faceva freddo.

-Perché fa così freddo?- chiesi,

-Non ne ho idea- rispose lui. Mi prese per mano e si avviò verso sinistra. Nel luogo in cui sentivo quei rumori strani.

Appena uscita da quello che ormai era un boschetto, rimasi a bocca aperta. Mi trovavo in un piazzale enorme. Era tutto cementato, con diverse auto che andavano e venivano. A un centinaio di metri da me c'era un edificio basso e grigio con la scritta: AUTOGRILL e alla sua sinistra si trova un'insegna su cui c'era scritto: BUS STOP e sotto di questa almeno una ventina, almeno immaginai, di autobus.

-La dentro ci sono i bagni- disse James e sempre mano nella mano entrammo. Un getto d'aria fredda mi fece rabbrividire.

Mi guardai intorno. Il luogo era pieno di scaffali con sopra cibi vari, caramelle, libri e poi c'era un bancone che vendeva muffin e altre cose che non riconoscevo. James mi condusse verso delle scale che portavano ad un piano inferiore.

Fuoco e AcquaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora