Capitolo 22

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Stella mi mancava come manca l'acqua ad una pianta, alla quale serviva necessariamente per andare avanti e crescere. Finì la scuola e durante le vacanze uscii di rado. Stella mi chiamava una volta al giorno e parlavamo regolarmente anche per messaggi e lettere. Nonostante le lettere arrivassero in ritardo, io le aspettavo con ansia. E la prima cosa che facevo era quella di sentire di cosa profumavano. Ogni singola lettera profumava di lei, ogni singola lettera mi faceva scoppiare in lacrime. L'unica persona che mi tirava su il morale era Cristian, veniva sempre da me e cercava di farmi sorridere.
Un giorno di Giugno lui mi disse <<Edward...mi sono fidanzato con una ragazza di Bergamo>>.
Ero felicissimo per lui, ero in ansia di sapere con chi si fosse fidanzato.
<<Come si chiama? Voglio conoscerla!>>, dissi con un tono più allegro.
<<Anna, è una cantante>>, mi disse.
Dentro di me ebbi un flashback.
Mykònos. Anna. Cassandra.
Ora ricordavo tutto.
<<Sai che la conosco? La conobbi in Grecia>>, dissi.
<<Ahahaha, allora non c'è bisogno di presentartela>>, disse.
<<Figo>>, dissi con un'aria triste.
<<Ora è in vacanza, quindi rompo le palle a te!>>, disse.
<<Almeno mi fai compagnia>>, dissi ironicamente.
<<Ti manca Stella?>>, mi domandò.
<<Da morire..>>, risposi.
<<Sai che potrei aiutarti ad incontrarla prima?>>, mi disse.
<<In che senso?>>, domandai.
<<Ti dissi che papà lavora in una compagnia aerea?>>, mi domandò.
<<Pensi quello che penso io?>>, gli dissi sorridendo.

Quel giorno Cristian confermò quello che pensavo di lui, era mio fratello da quel giorno.
Pochi giorni dopo partimmo. Lui andò a Firenze da Anna ed io partii per Berlino. Mia mamma fu contentissima e mi disse di essere prudente.
Non dissi niente a Stella. Volevo sorprenderla. Sapevo tutte le informazioni per giungere a casa sua.
Mi travestii da orso e bussai al suo campanello. Uscì proprio lei, le consegnai un pacco con scritto "Per il mio Amore", all'interno c'era un mazzo di rose. Scoppiò in lacrime. Le mancavo molto. Ad un certo punto mentre stava per rientrare le diedi due valigie. Lei sbalordita le prese ma non capì a cosa servivano. Ad un tratto mi tolsi il faccione dell'orso. Lei appena mi vide urlò di gioia e dopo pochi istanti ci baciammo. Anche se non la vedevo solo da 1 mese mi era molto mancato. Quel bacio fu un recupero di ossigeno che mi fu tolto dalla sua partenza.
Le sussurai nell'orecchio <<Ti amo, Stella>>.
<<Anch'io amore mio>>, rispose.

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