Seconda Chance
Poi quando il muro mi abbracció, alzando gli occhi, mi persi nelle alture boschive degli occhi più belli che avessi mai visto.
Brandon.
"Miriam? Che ci fai qui? " .
Io? Che ci fai tu piuttosto? , pensai.
Mi staccai subito e senza neanche rivolgergli la parola me ne andai. Lui mi fermò una seconda volta e mi fece girare verso di lui.
"Ehi! Stai bene? ".
Ma cosa? Finalmente si era ricordato cosa significa essere "sensibili" ?
Sembrava davvero preoccupato, cosa che mi stupì ulteriormente, ma questo era l' ultimo dei miei pensieri. Dovevo fuggire, andarmi a nascondere, prima che quel tizio si fosse ripreso, non potevo fermarmi a parlare con lui. Non ora, non dopo essermi spaventata a morte.
Brandon, cauto, si avvicinò e iniziò a guardarmi sospettoso.
" Cos'é successo? ".
"Niente, lasciami andare", esclamai per deviare il discorso .
Fantastico, ci voleva solo questa oggi.
"Miriam, non ti stai comportando da 'niente' ".
"Ti prego Brandon, devo andare", gli dissi cercando di fargli capire l'urgenza della cosa.
Mi lasciò il braccio ma i suoi occhi erano fuochi ardenti.
Perché si comportava da bravo ragazzo solo ora?
Perché?
Perché riusciva solo a complicarmi la vita?
"Va bene, ma solo se mi spieghi perché non dovrei salire quelle scale e prendere a pugni qualcuno".
Cosa?
Ero sconvolta, come aveva intuito tutto? Era così evidente?
"Cosa? " .
Dovevo andarmene da lì. Subito.
"Ho ragione vero? Non mentire, ti si legge in faccia ".
E meno male che mi si leggeva in faccia, allora perché non mi lasciava andare?
"Stai farneticando, non é successo niente", lo intimai.
Ero ben cosciente di starmi arrampicando sugli specchi, ma volevo a tutti i costi che capisse una volta per tutte che non volevo rimanere in quel posto un minuto di più.
"Già, proprio niente. Bene, allora dato che va tutto bene e che non hai impegni improrogabili ad attenderti, non ti dispiacerà accompagnarmi da una parte" .
Che cosa? Io e lui da soli? Non se ne parla.
Sapevo in cuor mio però che Brandon non avrebbe mollato e dato che seguirlo mi avrebbe comunque consentito di allontanarmi da lì e da quel tizio, tanto valeva assecondarlo.
Quindi con un sospiro accettai di seguirlo.
Ammetto che non badai molto a dove mi stava conducendo, per me l'importante era fuggire, punto, non importava dove, per questo quando ci trovammo davanti alla porta di una camera, decisi che era giunto il momento delle domande.
"Bene. Dove siamo? " , gli chiesi curiosa e lui, anziché rispondermi , aprì la porta davanti a noi mostrandomi il suo interno.Una stanza. Probabilmente la sua.
"Benvenuta nella mia umile dimora" , mi disse con voce altisonante.
Lo avrei trovato ironico se non fossi stata ancora provata dall'orribile esperienza di qualche minuto fa, ma dato che con molta probabilità ci trovavamo nel dormitorio maschile ed io di maschi, momentaneamente, non ne volevo sapere, tutti i buoni propositi di aiutare Brandon in qualsiasi cosa lui dovesse fare, svanirono all' istante.
Soprattutto davanti quella che doveva essere la SUA stanza. Non sapevo cosa gli passava per la testa in quel momento, ma io non volevo far parte dei suoi piani.
Provai allora a sgattaiolare via approfittando di un suo momento di distrazione ma, ovviamente c'era da aspettarselo, subito lo sentii alle mie spalle.
"Dove credi di andare? ", mi schernì con voce altisonante.Mi girai.
Mi osservava dal suo metro e novanta con le braccia conserte e lo sguardo di chi la sapeva lunga e mi sentii persa.
Aveva vinto e lui lo sapeva, eccome se lo sapeva, come si spiegava altrimenti quel mezzo sorriso vittorioso?
Era uno stronzo.
Confidai con tutta me stessa nella sua buona reputazione ed entrai a testa bassa.
"Si può sapere perché mi hai praticamente ricattata per venire qui?", gli chiesi guardandolo con sguardo truce appena chiuse la porta, "ti giuro che se hai strani pensieri puoi toglierteli dalla testa seduta stante" .
Non mi chiamano regina di ghiaccio per nulla, di rado faccio avvicinare qualche ragazzo e il fatto che lui si prenda tanta libertà dimostra solo quanta influenza abbia su di me.
Il che non era certo un bene.
"Stai calma, non voglio farti proprio niente e qui nessuno ti ha ricattata" , mi disse guardandomi di sottecchi.
Ero certa che stava ragionando su qualcosa che fosse molto, molto vicino alla realtà. Non per nulla era uno studente modello, vincitore di una borsa di studio per il football.
Già, come dimenticarlo?
"Va bene e allora dimmi. Che ci facciamo qui? O meglio, IO che ci faccio qui? " .
Ero scettica su ciò che avrei sentito e di sicuro, nonostante Brandon fosse un bravo ragazzo, avevo avuto l'opportunità di capire quanto a volte possa essere stupido e infantile per cui non mi fidavo per niente.
Lui si aggirava per la stanza cercando qualcosa, mettendo apposto, secondo me cercava solo una scappatoia per spiegarmi qualcosa che secondo me sarebbe stata enormemente stupida e infine si sedette sul letto, invitandomi a fare lo stesso.
"No, grazie, preferisco stare in piedi" .
Le precauzioni non erano mai troppe. Non si sa mai.
"Come vuoi. Allora sarò io a venire da te", e detto questo mi venne vicino, forse troppo, guardandomi coi suoi occhi intensi.
Ma dico io, era troppo chiedere di parlare a due metri di distanza?
Questo ragazzo non aveva mai sentito parlare di spazio vitale?
Ero sempre più disperata, sapevo che se si fosse avvicinato ancora di più sarei stata succube del suo fascino. Maledetto, lo odiavo sempre di più.
" Ti dico quello che penso e quello che farò".
Spaccone presuntuoso.
"Benissimo, sentiamo", lo assecondai ironica.
"Io penso che tu ti stia comportando in maniera un po' strana da quando ti ho incrociata poco fa. Mi riferisco ovviamente alla seconda volta, non che la prima sia da meno chiariamoci", non sia mai che ammettesse di aver sbagliato ovviamente, "e penso possa essere dovuto a qualcosa che ti è successo al dormitorio, non è così?" .
Lo guardai con aria di sfida, provando a mentire meglio che potevo.
"No, ti sbagli", gli risposi sicura guardandolo negli occhi.
Era troppo vicino alla realtà.
Si avvicinò ulteriormente.
Porca...
"Ma davvero? E allora spiegami, perché quando ti sei resa conto di dove eravamo, hai iniziato ad agitarti e a fare domande? Neanche fossi un estraneo che volesse violentarti!? ".
Bingo!
"Ma è normale scusa! Se non te ne sei dimenticato io e te siamo praticamente degli sconosciuti, cos'altro avrei dovuto pensare quando ho scoperto che mi avevi portata in camera tua!? ".
Non avevo più bisogno di inventarmi scuse, il discorso aveva preso una piega tutta a mio favore, o quasi.
"Semplice invece. Nonostante tutto sei pur sempre una ragazza e sospettando che ti fosse successo qualcosa l' unica cosa che mi è venuta in mente per tenerti d' occhio era portarti qui" .
"Certo, come no e perché non dalle mie amiche? E poi scusa, nonostante tutto? Che cavolo vorrebbe significare? ".
"Perché un uomo è meglio di due ragazze. Senza offesa" , rispose alzando le spalle, come se avesse detto la cosa più ovvia su questo pianeta.
Ma la cosa che mi fece infuriare di più era che il suo sguardo indicava ben altro che delle scuse.
Cioè mi stava dicendo che lui, stupido- infante- con troppo fascino si stava promuovendo a mio eroe senza che nessuno gliel'avesse chiesto, insinuando che Loren o Stacey non avrebbero potuto fare lo stesso?
"Invece mi offendo eccome, Lore-", non mi fece finire che mi venne ancora più vicino, se possibile, alzando un dito per zittirmi.
Come si permetteva?
Brutto arrogante stupendo che non era altro.
Ok stavo andando fuori fase.
Miriam riprenditi!
"Ah ah, non avevo ancora finito, non ricordi? ".
Arrabbiata com'ero persi il filo del discorso per cui feci un passo in dietro recuperando spazio vitale a braccia conserte, per ascoltare.
"Ho come l 'impressione che noi due siamo iniziati col piede giusto, ma che qualcosa o qualcuno, ci abbia fatto deviare", mi disse ammiccando verso di me, " e vorrei ripercorrere, se sei d'accordo, i miei passi per tornare sulla retta via iniziale" .Ok questa non me l'aspettavo.
"Fammi capire bene Brandon" , iniziai confusa massaggiandomi le tempie, "Tu. Mr simpatia con un carattere così lunatico che la luna può solo farti un baffo, vorresti avere un qualche tipo di rapporto con me? " .
Se così lo si poteva definire.
"Ah ah ah. Si beh, il senso é quello", disse sorridendomi.
"Perché? ".
Ero davvero perplessa, per non dire totalmente scettica.
Si era comportato da idiota completo per un po' di tempo, ma forse c'era qualche vaga speranza di ritrovare la persona per cui mi ero presa una cotta.
Certo non nutrivo false speranze, soprattutto non dopo l'atteggiamento molto iperprotettivo insensato di oggi, ma credo che l'istinto mi dica di fidarmi, dopotutto.
La sua espressione era seria mentre io attendevo con ansia la sua risposta.
"Perché nonostante la tua facciata da dura insensibile, ho capito che sotto, sotto non sei affatto male e sono curioso di scoprire tutte le tue carte cara 'Regina' ".
Fu allora che in lontananza, nel mio cuore, sentii lo scricchiolio di una crepa che si stava per rompere.
Nessuno si era mai spinto fino a quel punto per me.
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Non lasciarmi, resta al mio fianco
ChickLitMiriam e Brandon si incontrano per la prima volta al college. Lei è bella, ha vinto una borsa di studio ed è considerata la regina della scuola, lui è il quaterback della squadra di football ma, al contrario di quel che si potrebbe pensare, a Brando...