Capitolo 11

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Dedicato a DariaEmme mia primissima fan! <3

Illusionista

Peter pv

Mi rialzai ancora intontito, sentivo l'occhio pulsare. Mi trovavo in una minuscola stanza, sdraiato su di un letto degno della feccia di posto in cui mi trovavo. Sicuramente ancora quel pub dove quello stronzo mi aveva steso, bastardo. Ma sapevo benissimo come fargliela pagare. Quel dolce e ingenuo stronzo figlio di papà credeva davvero di infinocchiarmi?
Povero, povero illuso, non aveva idea di cosa avrebbe patito. Cosa avrebbero patito!
Lui e la mia Regina!
La mia stupenda Miriam.
Così bella ed eterea.
Divina!
A cosa si era abbassata?
Come aveva fatto ad innamorarsi di un simile plebeo?
Così stupido e indegno!
Perché lo sapevo!
Sapevo che fra loro c'era del tenero.
Ma questo era inaccettabile!
Solo io ero degno di lei!
Lei era sempre stata mia!
Noi eravamo uguali, della stessa razza, nessuno era alla nostra altezza.
Per questo lei era destinata a ME! Solo e soltanto al sottoscritto.
Ma lei aveva osato tradirmi, la mia bellissima Miriam, aveva deciso di diventare una lurida puttana e adesso, non mi lasciava scelta, perché non sarebbe stata di nessun altro, mai più.
Aveva segnato la sua fine.
In quel momento vidi la porta aprirsi ed entrare una ragazza mora, probabilmente una cameriera, che mi salutò sorridendo.
Aveva la camicetta bianca talmente sbottonata sul davanti da far fuoriuscire tutta quella splendida abbondanza che aveva e una gonna striminzita, sopra le calze nere, con degli stivaletti, sempre neri, alti.
Sarebbe stata un bel bocconcino da gustare.
"Ehi! ", la salutai.
"Ehi" , mi rispose lei civettuola avvicinandosi sempre di più a me.
Aveva portato da mangiare che dolce.
"Mi hai portato tu qui? ", indicai col capo la stanza.
"Si, non ti dispiace vero? Era l'unico posto tranquillo".
Si avvicinò ancora, posò il mangiare su un ripiano lì accanto.
"In caso ti venisse fame" , mi guardò sorridendo.
Notai che aveva gli occhi azzurri uguali alla mia Miriam.
Bene.
"Sai in questo momento avrei fame di altro" , dissi alzandomi e, prendendola per il polso, la feci aderire al mio corpo.
Lei si spalmò su di me buttandomi le braccia al collo e strizzando il seno che ormai strabordava fuori dal reggiseno, sul mio petto.
"Ok" , mi disse ammaliante.
Non persi tempo.
La feci girare, le strappai quell'inutile camicia, buttandola a terra. Le staccai a forza il reggiseno e iniziai a palparla, massaggiandole veloce il seno. Lei ansimava, vogliosa, la troietta. L'avrei accontentata, ma a modo mio.
Le alzai la gonna, abbassai il resto e, portandola in avanti sul letto, veloce la penetrai da dietro.
"Ma che fai? ", mi chiese.
"Sta zitta bambolina"
Fu tutto un susseguirsi di lamenti e strilletti vari.
Che noia.
Finché non venni dentro di lei e tanti saluti al preservativo.
Chissene frega.
Mi diedi una sistemata, la ragazza, di cui non conoscevo il nome, un motivo in più per fregarmene, sembrava stesse piangendo.
Tesoro, poverina.
"Bambolina, se volevi il principe azzurro ti conveniva coprirti di più o farti suora eh!", le dissi passandomi una mano fra i capelli.
"Sei uno stronzo! ", mi urlò.
A quel punto mi incazzai.
"Senti tu," le dissi prendendole la bocca con una mano, " se non impari a tenere a freno quella linguaccia che ti ritrovi farò molto di peggio, ok ?".
E riprese a piangere.
E mamma mia! Mi stufai, presi le mie cose e uscii da quella lurida stanza.
Presi il cellulare e chiamai Jefferson, che rispose al primo squillo.
"Ehi amico! Dimmi tutto" .
"Ehi, sono in un bar, si chiama Crocodail, poco lontano dal campus. Vieni a prendermi" , gli dissi.
Si perché, anche se io e Jeff ci conosciamo da quando eravamo bambini, lui aveva capito che IO ero il padrone e lui doveva correre.
Suo padre era il maggiordomo di famiglia da anni, il caro John, e ora toccava a Jeff servire e riverire. Per noi, per la mia famiglia, una delle più prestigiose dello stato, tutto era dovuto. Com'era giusto d'altronde, lo sapevano tutti che la nobiltà non era mai scomparsa e che l'abolizione delle caste per un mondo tutto uguale era una delle più grandi stronzate mai sentite.
Non appena riattaccai non dovetti aspettare più di cinque minuti che me lo trovai davanti il locale con la limousine.
"Seratina movimentata? ", mi chiese mentre salivo sui sedili posteriori.
"Più o meno" , confessai e chiudemmo lì il discorso.
Per fortuna sapeva sempre quando tenere la bocca chiusa perché volevo starmene per i fatti miei. Per cui, sfruttai quei momenti per definire il mio piano contro la coppia del momento.
Come potevo far soffrire entrambi in un colpo solo?
Di certo, se avessi colpito solo lui, dopo averlo pianto per un po' la principessina ne avrebbe subito trovato un altro!
Quindi mi toccava spostare l'attenzione su di lei e puntare i riflettori sulla scena che mi si parava di fronte.
Avrei continuato a fingermi l'uomo perfetto, facendola dubitare di se stessa e di quel bastardo e poi, cadendo fra le mie braccia, l'avrei fatta soffrire.
Era un piano abbastanza semplice, dovevo solo immedesimarmi nella parte e far fruttare le ore di recitazione fatte a teatro grazie ai miei.
Avevo appena finito di pianificare tutto che Jeff aveva appena parcheggiato.
"Puoi andare" , gli dissi appena ebbe chiuso lo sportello.
Ringraziare sarebbe stato uno spreco di tempo per un servizio che davo per scontato.

***

Atto I scena 1

L'indomani come sempre, mi misi a seguirla. Mi piaceva godermi ogni attimo della sua vita, documentandolo e aggiungendolo all' infinita raccolta di foto che già possedevo in camera. Avrei dovuto comprare un'altra stanza, nella mia avevo già occupato tutti i muri e gli scatoloni a disposizione.
La vidi uscire dall'aula di Letteratura moderna, quando qualcuno le afferrò il braccio facendola entrare in una stanza probabilmente libera.
E chi poteva mai essere quel lupo se non il mio adorato Brandon?
Poveretto, goditi il momento caro mio.
Ovviamente aveva lasciato la porta aperta il dilettante, per cui la socchiusi in modo tale da riuscire a intravedere le due figure nel semibuio dell' aula per scattare qualche altra foto di loro due che tubavano come gatti in calore.
Che schifo.
Tutto ciò mi lasciava talmente disgustato da non vedere l'ora di attuare finalmente il mio piano. E così feci, proprio quel pomeriggio, come al solito durante gli allenamenti.
Feci in modo di avvicinarmi sempre di più al bordo campo, senza far insospettire nessuno e così potei entrare in scena.
Si alza il sipario, mi puntano le luci, gli occhi degli spettatori sono su di me ed ecco le prime battute ...
"Ehi, Miriam! ", la saluto amichevole quando la vedo avvicinarsi, "come stai? Non ci siamo più visti dopo ieri sera. Mi sono preoccupato" .
"Oh, già hai ragione. Mi scuso per l'atteggiamento insensato di Brandon, non mi aspettavo reagisse in quel modo", si scusò.
Piccola mia. Che peccato dovermi vendicare proprio su di te. Che spreco.
"Ma per caso state insieme? ".
"C-cosa? Ma no! Figurati".
Stronza bugiarda.
Come poteva anche solo pensare di riuscire a mentirmi?
Solo un babbeo sarebbe riuscito a farsi fregare.
"Sicura? Non me la prendo mica! Di me ti puoi fidare", le dissi col tono più innocente che potevo fare.
La vidi in difficoltà e approfittai di quel momento di fragilità.
"Senti, non per farmi gli affari tuoi, sia chiaro, ma sei sicura che sia un bravo ragazzo? ", le chiesi sempre con quel tono, "Non vorrei risultare geloso, ma dopo ieri sera, non vorrei che lui se la prendesse con te" .
Sapevo di poter fare la figura del geloso e che potesse andare tutto in fumo, ma a me sarebbe bastato riuscire a piantare il seme del dubbio e mi sarei potuto ritenere soddisfatto.
"Ma no! Stai tranquillo, lui é davvero un bravo ragazzo, fin troppo forse, ieri é stato solo... protettivo, diciamo ", mi enfatizza facendo le virgolette con le dita.
"E non ti sembra eccessivo? Infondo noi ci stavamo solo baciando", feci finta di pensarci, "ma per caso dopo ti ha costretta a fare qualcosa? "
Arrossì.
"Che? No! Niente del genere!", vedevo quasi le rotelle del suo cervellino muoversi e collocarsi nel posto giusto, quando pensai di rincarare la dose.
"Bene, mi fa piacere. Non avrei sopportato che ti facesse del male, anche perché ultimamente vedo che si comporta in maniera strana da un mese a questa parte".
Nel frattempo il mister aveva fischiato la fine degli allenamenti e iniziammo ad incamminarci verso gli spogliatoi.
"Che intendi per strano? ", mi domandò.
"Oh niente di che".
"Ma no dai, dimmi".
"Curiosa eh? Beh, l'ho solo visto molto spesso aggirarsi nel dormitorio femminile, tutto qui. Ma sarà che mi sbaglio" e chiusi il discorso.
"Ah! Mangiamo insieme a mensa?", le chiesi sorridente.
Lei con un sorriso tirato mi disse di si ed io soddisfatto mi andai a godere la mia piccola vittoria.

Chiuso sipario, fine scena I




Scusate il ritardo lo so, sono imperdonabile e mi dispiace. Spero non mi odierete per questo capitolo, ma penso che sia molto interessante vedere tutta la storia con gli occhi di Peter. Inizialmente doveva essere più lungo, ma poi ho pensato fosse meglio dividerlo in 2 parti.
Fatemi sapere che ne pensate ^^
Per il resto, spero di aggiornare presto e se la storia vi piace cliccate la stellina ^^
Un bacione, grazie mille di seguirmi, a presto!

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Mi piace molto la storia di Lidia00x "Come sangue nelle vene" , vi avverto però che é un sequel

BACIII : -*

Non lasciarmi, resta al mio fiancoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora