Capitolo 12

32 3 2
                                    

Scacco matto!

Peter pv

Atto II, scena 1

Sapevo bene che il dubbio che le avevo insinuato poteva benissimo essere dissipato in un secondo, se solo ne avesse parlato con Brandon. Per cui, dovevo semplicemente continuare ad aggiungere brace per far si che il fuoco avvampasse. E scommettevo che non sarebbe stato neanche tanto difficile.
Così dolce, piccola e ingenua ragazza.
Così friabile e malleabile.
Diventerai presto una mia creatura e tutto ciò in cui credevi sarà messo in discussione.
E così, sola e indifesa, ti aggrapperai alla tua unica certezza, Me, ed io ti distruggerò. Polvere alla polvere.

Non feci passare molto tempo, il mio geniale piano doveva essere servito caldo ad ogni singola portata, la mia unica commensale non doveva avere troppo tempo per digerire, altrimenti tutto si sarebbe perduto!
E lo spettacolo non poteva finire!
L'indomani la raggiunsi a mensa, le sedetti di fronte, usando la sedia come destriero.
"Buongiorno! Oggi tutta sola? ", volevo essere cordiale.
"Non proprio, le ragazze stanno per arrivare. Sono voluta arrivare prima perché stamattina ho saltato la colazione e morivo di fame" , mi disse abbattuta.

Povero tesoro.

"Capisco, ti prego allora, non badare a me. Ero solo venuto a vedere come stavi" .

Quante smancerie mi sarei dovuto inventare? Ma io sono un tipo paziente e per lei, aspetterò.

"Ti ringrazio. Sto bene, come puoi vedere".
E lo vedevo eccome!
Oggi aveva indossato la maglia che preferivo in assoluto, quella con la scollatura che arrivava fino al seno, facendo intravedere la linea che li separava.
Questa visione mi mandava in tilt il cervello e dentro di me volevo solo farla mia, spremerla a tal punto, come se non ci fosse un domani.
Ma dovevo stare calmo, non potevo commettere errori.
IO non commettevo errori!
Per cui tempo al tempo.
Sarebbe arrivato il momento anche per quello.
"Bene. Senti, hai poi riflettuto su quello che ti ho detto ieri?"
Vidi un ombra passare sul suo sguardo.
"Si. Ma non credo che possa essere plausibile" .
"É giusto. D'altronde senza uno straccio di prova o senza aver visto nulla, passerei solo per uno geloso che vuole metterlo in cattiva luce" , mi finsi pensieroso.
"Beh, non vorrei disturbarti ancora, vedo che stanno arrivando le tue amiche" , le sorrisi dispiaciuto.
"Però, se ti è possibile, fai attenzione, ok? Sai, mi sto affezionando" , le feci l'occhiolino e la salutai andandomene.

Affezionando! Che parola riduttiva! Come mi stavo riducendo... Ma preoccupato lo ero davvero, quel bellimbusto citrullo non poteva sciuparmi una così bella ragazza ! Che ne sarebbe stato altrimenti della mia Dea?! Ostinandosi ad essere perennemente un gatto in calore, a me non sarebbe rimasto più nulla! E io non sopporto gli oggetti usati...

La spiai per un po' prima, di tornare alle mie cose, per non perderla troppo d'occhio.

Sciocchina ancora non sai cosa ti aspetta...

Feci passare un po' di giorni, in cui ogni volta non perdevo occasione per insinuare, a poco a poco qualcosa, facendola riflettere su certi spostamenti di Brandon, ovviamente per la maggior parte falsi, su certe sue possibili frasi, rigirandole facilmente a mio piacere, aggiungendo carne al fuoco.
Così, pillola dopo pillola, la vedevo cedere piano, giorno per giorno, parola dopo parola.

Piccola tesoro, stai tranquilla, c'é il tuo Peter che penserà a te... Quando tutto ciò a cui tenevi sarà svanito nel nulla, sarò io a condurti sulla retta via...

Atto Finale

Ormai erano passati giorni da quando la vedevo litigare con Brandon sempre per le stesse ragioni, congratulandomi con me stesso per quanto fosse stato tutto così semplice, facile e geniale. Mancava poco all' ultima mossa e non dovevo far altro che continuare a trascinare verso di me la mia bella principessina.
Vedere Brandon in quelle condizioni mi entusiasmava a dismisura. Il poveretto non sapeva più come convincerla, mentre Miriam stava cadendo sempre più in vortice d'incertezza e di tarli che il sottoscritto le aveva innescato.
Tutto perfetto, secondo il piano prestabilito.

"Ehi Miri!", la salutai fingendomi col fiatone.
"Ehi...", mi salutò triste lei.
"Deduco dalla tua faccia che ci siano problemi in paradiso", mi finsi spiritoso.
"Come!? N-non..."
"Miriam siamo amici no? E gli amici si dicono tutto! Non mi scandalizzo mica!", risi.
"Hai ragione... Intendo, si, ho problemi con Brandon e non soltanto con lui" , mi disse sconsolata.
"Ehi non preoccuparti! Si risolverà tutto. Se ci tengono davvero a te, apriranno gli occhi e capiranno che grosso sbaglio stavano commettendo, in caso contrario. ..'Fanculo a tutti! E poi ci sono sempre io no?", cercai di fare il mio miglior sorriso.
"Grazie" , mi sorrise, "É che non ci capisco più niente! Tutta questa storia dello stalker mi sta facendo impazzire! Non so più dove sbattermi la testa, non ci dormo la notte e... E non ne posso più! Rischierò di diventare matta se non risolvo tutto subito, anzi ora!", mi disse passandosi nervosamente le mani nei capelli.
Esasperata al punto giusto.
"Guarda se vuoi potrei darti una mano io, ti basta una parola e ti aiuterò!", le sorrisi.
"Ti ringrazio, davvero. Mi sei rimasto praticamente solo tu", mi svela sconsolata.
"Tesoro, non fare così. Ci pensa lo zio Peter a te, su!", le dissi mettendole un braccio intorno alle spalle, accarezzandola.

E adesso sarai mia...

Le proposi di vederci qualche giorno in biblioteca per parlare, sondare il terreno e le varie ipotesi, per riuscire a scovare anche il minimo dettaglio che le potesse essere sfuggito.
Tutto pensato a mio favore, ovviamente!
Le spiegai le finte motivazioni per cui mi trovavo lì, dietro la porta della camera di Brandon, cosa mi aveva portato a fuggire improvvisamente, camuffando tutte le prove che portavano a me, aggirandole, superandole con un balzo e facendo in modo che tutto potesse riportare all'unica persona che lei amava.
Distruggendo ogni speranza per una loro possibile riconciliazione, il loro rapporto e il loro amore, in modo tale che non ne rimanesse nulla di più, di un cumulo di macerie.
Non facevo altro che dare l'input, che il suo adorabile cervellino faceva tutto il lavoro sporco. Io non dovevo fare altro e questo era talmente eccitante!
Finché un giorno mi decisi.
Era arrivato il momento, il giorno tanto atteso era arrivato. Miriam era ormai sfinita, tutto della sua mirabile bellezza era andato perduto. Era dimagrita, le occhiaie dei tanti giorni persi in elucubrazioni, il volto e i colori spenti. Non era rimasto più nulla della mia Dea e così doveva rimanere.
Sola, punita e pronta per il processo che di lì a poco sarebbe avvenuto.
Le mandai un messaggio avvisandola che ci saremo visti nella mia stanza per una maggiore privacy, indicandole il piano e il numero, temendo che qualcuno potesse invischiarsi, perdere la pazienza e rovinare tutto quello che avevo costruito fin'ora. Perché lo vedevo. Vedevo che Brandon era impazzito insieme a lei, che la sua impotenza era per lui, ogni giorno, una pugnalata al cuore.
La sua sofferenza e la sua disperazione erano per me, linfa vitale. Mi donavano ogni giorno una speranza in più per la conclusione dello spettacolo. Senza di lui, che aveva avuto un ruolo fondamentale in tutta la vicenda, non vorrei esagerare ma, non penso che sarei riuscito nel mio intento. Quando tutto sarà finito, mi premurerò di ringraziarlo personalmente!

Sentii bussare alla porta e prima di aprire non potei fare a meno di controllare che tutto fosse apposto. Telecamera, strumenti vari, tutto faceva parte del grande spettacolo che sarebbe andato in scena da un momento all' altro e doveva essere tutto perfetto, per l'unico vero spettatore a cui era indirizzato.
Andai ad aprirle sorridente e tre, due, uno ... si dia inizio allo spettacolo!

"Benvenuta mia cara, lascia che ti mostri la mia umile dimora. .."
Non feci in tempo a finire la frase che aveva già urlato.
"No!"

EmanuelePagano7 fammi sapere che ne pensi! ^_^

Non lasciarmi, resta al mio fiancoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora